Crisi immobiliare: è profondo rosso

Anche a Gravina il mercato è in recessione. Le famiglie preferiscono spendere poco e puntare sull'usato sicuro.

venerdì 14 dicembre 2012 08.20
A cura di Antonella Testini
Casa dolce casa? Una volta, forse.

Secondo gli ultimi dati Istat, infatti, sono sempre meno gli italiani che possono recitare l'antico adagio. Le famiglie italiane hanno progressivamente abbandonato il sogno di avere una casa di proprietà trascinati dalla crisi occupazionale e dall'incertezza nel futuro anche da parte di chi possiede un lavoro.

Secondo l'istituto statistico, nel secondo trimestre 2012 i mutui, i finanziamenti e le altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare hanno registrato una caduta del 41,2%. Quest'anno sono stati stipulati in Italia 69.830 mutui e finanziamenti finalizzati all'acquisto di una casa di cui il 67.063 sono stati contratti verso banche e 2.767 verso altri soggetti diversi dalle banche. Un declino che affonda le sue radici innanzitutto sull'innalzamento esponenziale dei prezzi di vendita degli immobili. Prezzi alti a cui non corrispondono caratteristiche architettoniche, di risparmio energetico e servizi pubblici (uffici e trasporto pubblico) e privati che ne giustifichino il prezzo di vendita.

I dati Istat evidenziano un calo del mercato più o meno uniforme in tutte le regioni Italiane con il Sud che, come sempre, sta un po' più peggio del resto d'Italia. E Gravina ovviamente non può fare eccezione. Le agenzie immobiliari cittadine parlano di un "crollo epico del mercato", con percentuali che variano dal 40 al 60 % di vendite in meno. In questo momento di crisi pochi possono permettersi una casa nuova: "I gravinesi puntano sull'usato in buono stato dove magari occorrono solo delle piccole ristrutturazioni - conferma Nicola Lombardi, di "Servizi Immobiliari" - puntando l'acquisto su un budget che non deve superare i 110-120.000 euro. Qualcuno anche 150.000, non di più". "Sino a quando i costruttori non smetteranno di imporre prezzi allucinanti sarà difficile vendere le case in questo paese", sbotta il titolare di un'altra tra le agenzie più note della città, che preferendo l'anonimato racconta come il mercato sia fortemente in crisi. "Una crisi che trascina inevitabilmente altri settori dall'arredamento, all'impiantistica finendo per colpire quelle stesse imprese che impongono prezzi da superenalotto. E' come il cane che si morde la coda".

E così finisce per infrangersi anche il sogno del nido d'amore comprato poco prima del matrimonio: "Fondamentalmente comprano solo le famiglie che hanno bisogno di case più grandi e che magari sono agevolate dalla vendita della loro precedente casa", spiega sempre Lombardi. E le giovani coppie? "Vengono già con la consapevolezza che devono chiedere una casa in fitto a meno" gli fa eco un suo collega: "I pochi fortunati che vogliono comprare, che poi sono ancora meno quelli che comprano per davvero, lo fanno solo perché hanno l'aiuto di mamma e papà, per tutti gli altri solo affitto perenne".

Colpa del lavoro precario e dei bassi salari e soprattutto "delle banche che hanno chiuso i rubinetti e non concedono nemmeno più mutui", affermano in coro gli agenti immobiliari. Tra loro qualcuno la butta sullo scherzo, e con una risata amara chiosa: "Dio ci liberi dalle banche e da coloro che in questo momento stanno speculando sulla vita della povera gente".