Crisi in Comune: il CD chiede una giunta tecnica

I quattro consiglieri reclamano "pari dignità". E Galtieri attacca: "Scandalosa l'apertura alle opposizioni".

venerdì 8 febbraio 2013 17.20
A cura di Gianpaolo Iacobini
Perchè la maggioranza che sostiene Alesio Valente s'è squagliata al settimo mese?

Una risposta c'è, e viene da coloro i quali sono considerati gli autori dello strappo, i quattro consiglieri del Centro Democratico che giovedì sera, abbandonando l'aula, hanno costretto il sindaco ad alzare bandiera bianca, ad ufficializzare la crisi sempre negata ed a chiedere soccorso agli ex compagni di partito oggi seduti tra gli scranni dell'opposizione. E la radice di tutti i mali, ancora una volta, sarebbe nel Fli, il partito di elezione dei tre consiglieri Maria Ariani, Francesco Santomasi e Giacinto Lupoli poi passati tra le fila dei tabacciani insieme all'ex Api Giuseppe Mazzilli. Questo, almeno, è quel che racconta il portavoce dei centristi democratici, Antonello Galtieri, offrendo la sua versione dei fatti come tassello del più intricato e complesso mosaico che è la verità, ancora tutta da scoprire.

Ricostruisce Galtieri: "Giovedì sera, prima che il consiglio avesse inizio, ci siamo ritrovati noi del Centro Democratico, il sindaco ed i rappresentanti di Fli. Da settimane, non è un mistero, ci stiamo battendo perchè il sindaco e la maggioranza ci riconoscano pari dignità". Con un posto in giunta, chiede il cronista? "Sì, anche con un posto in giunta", ammette Galtieri, subito precisando: "Il bello sta proprio in questo: noi non abbiamo mai chiesto di imporre un nostro nome. Volendo contribuire a svelenire il clima, abbiamo proposto di indicare, come assessore, uno dei candidati nella lista di Fli, a noi gradito ma concordandolo con loro. Ci hanno di detto no. Abbiamo allora chiesto che fosse il Fli ad offrirci una rosa di tre nominativi, tra i quali pescare, ma ancora una volta ci è stato risposto di no. E ci è stato anzi chiesto di nominare noi un assessore, scegliendolo tra i nostri consiglieri, per farlo dimettere e consentire l'ingresso in consiglio di Lorenzo Carbone. A quel punto siamo stati noi a dire no". Anche perchè, continua Galtieri, "qui sembra ormai che tutti siano belli e bravi, e noi le pecore nere. Ma non è così: se ci considerano forza di maggioranza, allora devono trattarci come tale. Altrimenti, lo dicano: ne prenderemo atto".

Quale sarà, d'ora in avanti, il comportamento dei centristi democratici? "Auspichiamo un confronto ultimo, per recuperare in extremis lo spirito che ci ha portati a vincere le elezioni. Certo, sarebbe assurdo sostituirci con i vendoliani: sarebbe questo il rispetto dell'etica tanto sbandierata? Accordarsi con chi ha perso le elezioni e mettere alla porta chi le ha vinte? Sarebbe scandaloso. E poi, se qualcuno è capace, me lo spieghi: dicono di voler aprire al centrosinistra, ma forse il Centro Democratico non lo è? Forse non siamo anche noi nella stessa coalizione con Sel e col Pd?"

Quesiti da tavolo politico: in cronaca resta spazio per una proposta. "Se davvero non tengono alle poltrone, hanno a cuore la città e vogliono preservare l'esito del voto", si congeda Galtieri, "allora Valente e la coalizione che lo sostiene facciano un passo indietro: si azzeri il governo in carica ripartendo da una giunta tecnica, formata non da assessori di questo o quel partito, ma da professionisti e rappresentanti della società civile, del mondo delle professioni e dell'associazionismo. Noi siamo pronti".

E gli altri?