Crisi politica, intervento dei Giovani Gravinesi
Lettera aperta dell’associazione Punto GG
lunedì 24 gennaio 2022
10.27
Lettera aperta alla città dell'associazione Punto GG che entra nel dibattito politico dopo la caduta dell'amministrazione comunale con a capo il sindaco Alesio Valente. Di seguito il testo integrale della missiva indirizzata alla comunità gravinese e alla classe politica della città da parte dell'associazione giovanile.
"È molto difficile commentare le vicende che hanno stravolto la vita politica – e, quindi, pubblica – gravinese; provare a dare un'interpretazione ai fatti, alle scelte, alle dichiarazioni e ai silenzi di cui siamo tutti testimoni è un terreno scivoloso, una strada impervia. Tuttavia, essendo noi un collettivo che rivolge alla vita pubblica, politica e culturale della comunità il massimo del proprio interesse e completa devozione alla causa, non possiamo esimerci dal percorrere questa strada. Ci siamo infatti prima di tutto proposti, in essere, come alternativa concreta per tutti quei giovani che non si sentissero rappresentati nella nostra città, ed è proprio a causa della carenza di sezioni giovanili nei partiti locali che siamo riusciti a divenire punto di riferimento per i 70 ragazzi/e e giovani adulti iscrittisi alla nostra associazione negli ultimi due anni.
Sentiamo quindi il profondo e sincero bisogno di esprimere un nostro pensiero a riguardo proprio perché da sempre stanchi del silenzio, del "non-raccontato", della politica evasiva e della "sit-com politica". La qui presente è una lettera che si rivolge anzitutto ai nostri stessi concittadini, ma anche alla classe politica: in particolar modo a quella che fino a pochi giorni fa si trovava in posizione di governo.
La giunta è caduta, mettendo fine al secondo mandato Valente, a quattro mesi dalla sua naturale conclusione. Nonostante la differenza di vedute con l'ex Primo Cittadino e le sostanziali distanze nell'approccio all'interesse della comunità gravinese (il nostro è da intendersi nella forma genuina di democrazia, partecipata e dal basso), sentiamo la necessità di ammettere, in virtù di una sana coesistenza che non è mai venuta meno sin dagli albori della nostra esperienza politico-culturale, che questo episodio di sfiducia, specialmente nei termini e nei modi in cui è stato espletato, ci abbia fortemente amareggiati. Ciò che più turba è la totale mancanza di connotazione a questo atto politico, il quale è stato portato avanti in un periodo critico per la nostra comunità e il nostro territorio, in modo affrettato e ingiustificato. Ciò che noi esigiamo, come realtà socialmente impegnata, ma soprattutto in qualità di cittadini – com'è giusto che ciascun abitante di questa città esiga, a nostro avviso – è una spiegazione esplicita di questo atto, un chiarimento che ponga fine all'ingiustificato silenzio di questi giorni. I cittadini non sanno nulla; presumono, intuiscono, deducono, ma sono potenzialmente (se non effettivamente) tenuti lontani da una realtà fattuale. I votanti meritano di ricevere spiegazioni dalle persone che loro stessi hanno eletto e portato in quelle aule. Coloro che si apprestano a votare per la prima volta, i giovanissimi, meritano spiegazioni da parte di individui che probabilmente si ricandideranno e riceveranno il loro voto.
Gravina in Puglia merita, anzi, DEVE AVERE una spiegazione politica. Gravina in Puglia deve avere una spiegazione politica, ammesso che ci sia, perché questo silenzio altro non fa che indurci a pensare, complici dichiarazioni con toni non propriamente consoni, che una spiegazione strettamente politica non ci sia. E allora: "Perché è stato fatto?" Questa è la domanda che attanaglia i cittadini, che li costringe a schierarsi a favore o contro di uno o dell'altro senza però avere accesso a dei fatti o - e questo è il risvolto più triste - ad allontanarsi dalla vita pubblica, che dovrebbe invece essere il cuore pulsante della nostra comunità. È allora il momento di chiederci: "Quale comunità vogliamo essere? In che tipo di città vogliamo vivere?"
Sono questi i fari che devono guidarci nella riflessione, complessa, circa il nostro passato e, soprattutto, il nostro futuro. Abbandoniamo le cattive abitudini che ci hanno sempre contraddistinti: per una volta non parliamo di distruzione, ma di costruzione. Impariamo a stare tutti insieme e a guardare alla vita pubblica come un impegno serio al servizio dei cittadini per migliorare la città. Ritroviamo il dibattito, quello sui temi e non sulle persone.
Noi riteniamo che l'intero sistema politico locale sia in una fase decadente, complici il fallimento dei partiti e le innumerevoli liste civiche fittizie e stagionali (visto che decidono di esporsi solo qualche settimana prima del ritorno alle urne) nel ricoprire il vitale ruolo di intermediazione tra cittadini e istituzioni e di strumento democratico tale da rendere i gravinesi parte attiva di un progetto politico, culturale e sociale; ad onor del vero questo problema affligge tutta la nostra nazione, che dovrebbe vedere negli amministratori locali il fulcro della vita pubblica del Paese. Loro sono "la politica" tanto bistrattata, spesso perché macchiata, che dovremmo toccare con mano; l'esempio più virtuoso dell'impegno civile. Come faremo a fidarci e a votare qualche senatore o deputato che non conosciamo, se il primo esempio vero che ci viene dato nella nostra esperienza come cittadini è tanto vacuo, quanto impercettibile?
Impegniamoci tutti, ogni giorno, per essere cittadini migliori. Diventiamo un esempio per i nostri fratelli e cari. I nostri non sono sogni ma speranze rivolte ad un futuro diverso, consapevoli che le cose cambiano se siamo noi i primi a cambiarle. Diciamo "basta" all'immobilismo, basta a nascondersi dietro l'idea che "tanto è tutto inutile": mettiamoci in gioco, proponiamo, poniamo domande. Solo in questo modo i nostri amministratori saranno spinti ad occuparsi di noi, dei problemi della nostra comunità e della cura della nostra amata città. Solo in questo modo la scelta su chi affidarci sarà serena, perché compiuta esclusivamente nell'interesse della comunità di Gravina e in particolare delle giovani generazioni.
Se una spiegazione politica non vi è, ditecelo. Così capiremo, e lo capiranno soprattutto i cittadini, come mai a Gravina non vi siano più dibattito pubblico né comizi, se non alle porte delle elezioni; capiremo perché la cosa pubblica sia diventata cosa di pochi, e per quale motivo quei pochi, finti politicanti, continuino a giocare con l'interesse della comunità.
Cittadini, riprendiamoci il nostro paese e il futuro di tutti quelli che lo abitano, eleviamo il dibattito politico e morale. Parliamo di programmazione, mobilità, sostenibilità, iniziative strategiche per sostenere il nostro tessuto industriale, PNRR, turismo, cultura. Parliamo, ma non troppo. Agiamo. Noi continueremo a scendere in piazza a rendere i cittadini protagonisti e a dare voce a tutti i giovani che, da anni, vengono ignorati e abbandonati".
"È molto difficile commentare le vicende che hanno stravolto la vita politica – e, quindi, pubblica – gravinese; provare a dare un'interpretazione ai fatti, alle scelte, alle dichiarazioni e ai silenzi di cui siamo tutti testimoni è un terreno scivoloso, una strada impervia. Tuttavia, essendo noi un collettivo che rivolge alla vita pubblica, politica e culturale della comunità il massimo del proprio interesse e completa devozione alla causa, non possiamo esimerci dal percorrere questa strada. Ci siamo infatti prima di tutto proposti, in essere, come alternativa concreta per tutti quei giovani che non si sentissero rappresentati nella nostra città, ed è proprio a causa della carenza di sezioni giovanili nei partiti locali che siamo riusciti a divenire punto di riferimento per i 70 ragazzi/e e giovani adulti iscrittisi alla nostra associazione negli ultimi due anni.
Sentiamo quindi il profondo e sincero bisogno di esprimere un nostro pensiero a riguardo proprio perché da sempre stanchi del silenzio, del "non-raccontato", della politica evasiva e della "sit-com politica". La qui presente è una lettera che si rivolge anzitutto ai nostri stessi concittadini, ma anche alla classe politica: in particolar modo a quella che fino a pochi giorni fa si trovava in posizione di governo.
La giunta è caduta, mettendo fine al secondo mandato Valente, a quattro mesi dalla sua naturale conclusione. Nonostante la differenza di vedute con l'ex Primo Cittadino e le sostanziali distanze nell'approccio all'interesse della comunità gravinese (il nostro è da intendersi nella forma genuina di democrazia, partecipata e dal basso), sentiamo la necessità di ammettere, in virtù di una sana coesistenza che non è mai venuta meno sin dagli albori della nostra esperienza politico-culturale, che questo episodio di sfiducia, specialmente nei termini e nei modi in cui è stato espletato, ci abbia fortemente amareggiati. Ciò che più turba è la totale mancanza di connotazione a questo atto politico, il quale è stato portato avanti in un periodo critico per la nostra comunità e il nostro territorio, in modo affrettato e ingiustificato. Ciò che noi esigiamo, come realtà socialmente impegnata, ma soprattutto in qualità di cittadini – com'è giusto che ciascun abitante di questa città esiga, a nostro avviso – è una spiegazione esplicita di questo atto, un chiarimento che ponga fine all'ingiustificato silenzio di questi giorni. I cittadini non sanno nulla; presumono, intuiscono, deducono, ma sono potenzialmente (se non effettivamente) tenuti lontani da una realtà fattuale. I votanti meritano di ricevere spiegazioni dalle persone che loro stessi hanno eletto e portato in quelle aule. Coloro che si apprestano a votare per la prima volta, i giovanissimi, meritano spiegazioni da parte di individui che probabilmente si ricandideranno e riceveranno il loro voto.
Gravina in Puglia merita, anzi, DEVE AVERE una spiegazione politica. Gravina in Puglia deve avere una spiegazione politica, ammesso che ci sia, perché questo silenzio altro non fa che indurci a pensare, complici dichiarazioni con toni non propriamente consoni, che una spiegazione strettamente politica non ci sia. E allora: "Perché è stato fatto?" Questa è la domanda che attanaglia i cittadini, che li costringe a schierarsi a favore o contro di uno o dell'altro senza però avere accesso a dei fatti o - e questo è il risvolto più triste - ad allontanarsi dalla vita pubblica, che dovrebbe invece essere il cuore pulsante della nostra comunità. È allora il momento di chiederci: "Quale comunità vogliamo essere? In che tipo di città vogliamo vivere?"
Sono questi i fari che devono guidarci nella riflessione, complessa, circa il nostro passato e, soprattutto, il nostro futuro. Abbandoniamo le cattive abitudini che ci hanno sempre contraddistinti: per una volta non parliamo di distruzione, ma di costruzione. Impariamo a stare tutti insieme e a guardare alla vita pubblica come un impegno serio al servizio dei cittadini per migliorare la città. Ritroviamo il dibattito, quello sui temi e non sulle persone.
Noi riteniamo che l'intero sistema politico locale sia in una fase decadente, complici il fallimento dei partiti e le innumerevoli liste civiche fittizie e stagionali (visto che decidono di esporsi solo qualche settimana prima del ritorno alle urne) nel ricoprire il vitale ruolo di intermediazione tra cittadini e istituzioni e di strumento democratico tale da rendere i gravinesi parte attiva di un progetto politico, culturale e sociale; ad onor del vero questo problema affligge tutta la nostra nazione, che dovrebbe vedere negli amministratori locali il fulcro della vita pubblica del Paese. Loro sono "la politica" tanto bistrattata, spesso perché macchiata, che dovremmo toccare con mano; l'esempio più virtuoso dell'impegno civile. Come faremo a fidarci e a votare qualche senatore o deputato che non conosciamo, se il primo esempio vero che ci viene dato nella nostra esperienza come cittadini è tanto vacuo, quanto impercettibile?
Impegniamoci tutti, ogni giorno, per essere cittadini migliori. Diventiamo un esempio per i nostri fratelli e cari. I nostri non sono sogni ma speranze rivolte ad un futuro diverso, consapevoli che le cose cambiano se siamo noi i primi a cambiarle. Diciamo "basta" all'immobilismo, basta a nascondersi dietro l'idea che "tanto è tutto inutile": mettiamoci in gioco, proponiamo, poniamo domande. Solo in questo modo i nostri amministratori saranno spinti ad occuparsi di noi, dei problemi della nostra comunità e della cura della nostra amata città. Solo in questo modo la scelta su chi affidarci sarà serena, perché compiuta esclusivamente nell'interesse della comunità di Gravina e in particolare delle giovani generazioni.
Se una spiegazione politica non vi è, ditecelo. Così capiremo, e lo capiranno soprattutto i cittadini, come mai a Gravina non vi siano più dibattito pubblico né comizi, se non alle porte delle elezioni; capiremo perché la cosa pubblica sia diventata cosa di pochi, e per quale motivo quei pochi, finti politicanti, continuino a giocare con l'interesse della comunità.
Cittadini, riprendiamoci il nostro paese e il futuro di tutti quelli che lo abitano, eleviamo il dibattito politico e morale. Parliamo di programmazione, mobilità, sostenibilità, iniziative strategiche per sostenere il nostro tessuto industriale, PNRR, turismo, cultura. Parliamo, ma non troppo. Agiamo. Noi continueremo a scendere in piazza a rendere i cittadini protagonisti e a dare voce a tutti i giovani che, da anni, vengono ignorati e abbandonati".