Da Gravina alla conquista del mondo digitale
Intervista a Nico Nuzzi. Oggi vive in Spagna e gestisce un'azienda
mercoledì 19 febbraio 2020
Partire, lasciare tutto e inseguire un sogno. Si può e si deve fare, parola del giovane gravinese Nico Nuzzi che a soli 30 anni vive all'estero, gira il mondo e gestisce un'azienda in ambito digitale. A Gravinalife si racconta.
Di cosa si occupa?
Gestisco un'azienda, la Eli Z Group, che si occupa di eCommerce tramite l'uso di strategie innovative di marketing digitale. Il nostro team è totalmente in remoto, con collaboratori dislocati in più di 20 paesi del mondo.
Dove vive adesso e quando ha deciso di trasferirsi?
Attualmente vivo a La Laguna, cittadina dichiarata Bene Culturale e Patrimonio dell'Umanità dall' UNESCO, sull'isola di Tenerife. Nel 2014, con la donna che poi sarebbe diventata mia moglie abbiamo iniziato un percorso da "nomadi digitali" che ci ha permesso di vivere in diverse città (Barcellona, Londra, Parigi), lavorando da remoto. Dopo essere approdato a Tenerife, abbiamo deciso che fosse il posto giusto in cui far nascere e crescere i nostri figli. A Tenerife i nostri bambini sono sempre a stretto contatto con la natura e vivono in un ambiente molto sicuro.
Il motivo del trasferimento all'estero? Gravina e l'Italia non le offrivano possibilità nel suo settore lavorativo?
Anni fa decisi di iniziare a viaggiare perché ero curioso di vivere il mondo. Volevo mettermi alla prova, sfidare me stesso e ripartire da zero in contesti imparziali, scoprire quali risultati avrei potuto raggiungere basandomi solamente sulle mie capacità. Sicuramente il sistema burocratico italiano non aiuta l'imprenditoria, e di conseguenza non supporta i giovani ad entrare facilmente nel mondo del lavoro. Inoltre con rammarico notavo, e ad oggi nulla sembra essere cambiato, un totale disinteresse da parte dell'amministrazione locale verso giovani volenterosi o verso grandi opportunità (es. Bosco Comunale o Area Fiera) che avrebbero potuto ribaltare la situazione locale.
A cosa sta lavorando adesso?
Al momento con il mio team stiamo ottimizzando i processi che fanno funzionare la nostra struttura. Quando 4 anni fa ho fondato questa realtà, per i primi mesi mi sono occupato di ogni singola task (compito), dall'advertising alla selezione dei fornitori, customer care (servizio clienti) e social media management. Ad oggi posso dire con soddisfazione che le macchine gestiscono egregiamente gran parte dei nostri processi. Algoritmi e reti neurali, creati dal nostro team di ingegneri informatici, prendono decisioni autonomamente analizzando una gran mole di dati ed effettuando task ripetitive e logoranti, lasciando al nostro team compiti creativi e di ricerca.
Qual è l'esperienza più bella che ha fatto grazie al suo lavoro?
Negli ultimi anni ho viaggiato tantissimo, ed ho avuto il piacere di confrontarmi con tanti professionisti con cui si sono strette piacevoli amicizie. Ho scoperto un mondo sempre più vicino, sempre più connesso e pieno di opportunità. Ho visitato Paesi che nell'immaginario comune sono dipinti come poveri o in "via di sviluppo", e che in realtà sono al passo coi tempi e con tanta voglia di riscattarsi (come Cina, Ucraina, Brasile), totalmente allineati ai nostri standard. Questo mi ha reso ottimista sul futuro del mondo intero. Periodicamente mi reco a Dublino, nel quartier generale europeo di Facebook, per meeting riservati ad un gruppo ristretto di advertiser audaci e brillanti di tutta l'EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), in cui ho avuto il piacere di conoscere Sheryl Sandberg, il n.2 del social network.
La scorsa estate sono stato in Silicon Valley, dove con altri 15 imprenditori internazionali abbiamo dialogato con venture capitalist (investitori privati) e con il management di realtà affermate come Google, PayPal o Uber. Lo scorso settembre ho avuto la possibilità di discutere sul futuro dell'eCommerce, al tavolo con big come Alibaba, Spotify ed Amazon in occasione del Cross Border Summit di Rio de Janeiro. La nostra azienda è annoverata spesso nei report trimestrali di Facebook come una delle realtà più innovative del settore, e questo ci rende molto fieri.
Pensa sia necessario fare esperienza all'estero per crescere non solo professionalmente?
Assolutamente sì. Credo che fare esperienze fuori dai propri confini implichi immergersi in nuove culture e nuovi costumi, e questo ci sprona ad avere una visione più tollerante verso il prossimo. Parlare una seconda lingua e vivere in contesti insoliti stimola la curiosità e ci aiuta a comprendere che ci possono essere modalità differenti per risolvere il medesimo problema.
Consiglio a tutti i giovani di vivere all'estero per minimo 6 mesi, soprattutto per avere lo switch mentale utile ad affrontare qualsiasi sfida in un contesto lavorativo sempre più globalizzato e competitivo.
Che legame mantiene con il suo paese d'origine?
Gravina è sempre nel mio cuore. Periodicamente passo alcune settimane a Gravina, tra famigliari ed amici. Indubbiamente il calore della famiglia è qualcosa che manca quando si vive lontani, seppur compensato in piccola parte tramite le nuove tecnologie. Anche i sapori unici della nostra terra sono qualcosa di ineguagliabile, oltre ai colori del centro storico o ai profumi del Bosco Difesa Grande. Anche a distanza, supporto nel tempo libero alcuni piccoli imprenditori e collettivi artistici (come i ragazzi di Organic + Bloodynose), cercando di far emergere il loro potenziale tramite il web. Inoltre, tento ad ogni occasione di promuovere il nostro paese incoraggiando chiunque a visitarlo, prendendo "per la gola" grazie a delle gustose leccornie o tramite foto o video. Negli ultimi anni ho anche organizzato a Gravina diversi meetup riservati ad imprenditori del mondo dell'eCommerce, che da tutta Italia hanno raggiunto la nostra città (meta insolita per questo tipo di eventi) ma di cui sono rimasti piacevolmente colpiti.
C'è spazio per la famiglia?
Non è sempre facile conciliare famiglia e lavoro, però cerco quotidianamente di ritagliare del tempo da dedicare a loro. Inoltre, nel periodo estivo, la mia famiglia mi segue durante i diversi meeting in giro per il mondo e credo che questo sia un ottimo strumento di educazione per i miei figli, rompendo la routine e stuzzicando continuamente la loro curiosità. Sono fortunato ad avere una moglie (gravinese) che mi segue e crede alle mie "visioni", che dedica tanto tempo ai figli compensando a volte la mia distanza. Ma Gravina non manca mai, gli si racconta spesso delle nostre origini anche riproponendo (in chiave locale) i sapori della nostra terra.
Di cosa si occupa?
Gestisco un'azienda, la Eli Z Group, che si occupa di eCommerce tramite l'uso di strategie innovative di marketing digitale. Il nostro team è totalmente in remoto, con collaboratori dislocati in più di 20 paesi del mondo.
Dove vive adesso e quando ha deciso di trasferirsi?
Attualmente vivo a La Laguna, cittadina dichiarata Bene Culturale e Patrimonio dell'Umanità dall' UNESCO, sull'isola di Tenerife. Nel 2014, con la donna che poi sarebbe diventata mia moglie abbiamo iniziato un percorso da "nomadi digitali" che ci ha permesso di vivere in diverse città (Barcellona, Londra, Parigi), lavorando da remoto. Dopo essere approdato a Tenerife, abbiamo deciso che fosse il posto giusto in cui far nascere e crescere i nostri figli. A Tenerife i nostri bambini sono sempre a stretto contatto con la natura e vivono in un ambiente molto sicuro.
Il motivo del trasferimento all'estero? Gravina e l'Italia non le offrivano possibilità nel suo settore lavorativo?
Anni fa decisi di iniziare a viaggiare perché ero curioso di vivere il mondo. Volevo mettermi alla prova, sfidare me stesso e ripartire da zero in contesti imparziali, scoprire quali risultati avrei potuto raggiungere basandomi solamente sulle mie capacità. Sicuramente il sistema burocratico italiano non aiuta l'imprenditoria, e di conseguenza non supporta i giovani ad entrare facilmente nel mondo del lavoro. Inoltre con rammarico notavo, e ad oggi nulla sembra essere cambiato, un totale disinteresse da parte dell'amministrazione locale verso giovani volenterosi o verso grandi opportunità (es. Bosco Comunale o Area Fiera) che avrebbero potuto ribaltare la situazione locale.
A cosa sta lavorando adesso?
Al momento con il mio team stiamo ottimizzando i processi che fanno funzionare la nostra struttura. Quando 4 anni fa ho fondato questa realtà, per i primi mesi mi sono occupato di ogni singola task (compito), dall'advertising alla selezione dei fornitori, customer care (servizio clienti) e social media management. Ad oggi posso dire con soddisfazione che le macchine gestiscono egregiamente gran parte dei nostri processi. Algoritmi e reti neurali, creati dal nostro team di ingegneri informatici, prendono decisioni autonomamente analizzando una gran mole di dati ed effettuando task ripetitive e logoranti, lasciando al nostro team compiti creativi e di ricerca.
Qual è l'esperienza più bella che ha fatto grazie al suo lavoro?
Negli ultimi anni ho viaggiato tantissimo, ed ho avuto il piacere di confrontarmi con tanti professionisti con cui si sono strette piacevoli amicizie. Ho scoperto un mondo sempre più vicino, sempre più connesso e pieno di opportunità. Ho visitato Paesi che nell'immaginario comune sono dipinti come poveri o in "via di sviluppo", e che in realtà sono al passo coi tempi e con tanta voglia di riscattarsi (come Cina, Ucraina, Brasile), totalmente allineati ai nostri standard. Questo mi ha reso ottimista sul futuro del mondo intero. Periodicamente mi reco a Dublino, nel quartier generale europeo di Facebook, per meeting riservati ad un gruppo ristretto di advertiser audaci e brillanti di tutta l'EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), in cui ho avuto il piacere di conoscere Sheryl Sandberg, il n.2 del social network.
La scorsa estate sono stato in Silicon Valley, dove con altri 15 imprenditori internazionali abbiamo dialogato con venture capitalist (investitori privati) e con il management di realtà affermate come Google, PayPal o Uber. Lo scorso settembre ho avuto la possibilità di discutere sul futuro dell'eCommerce, al tavolo con big come Alibaba, Spotify ed Amazon in occasione del Cross Border Summit di Rio de Janeiro. La nostra azienda è annoverata spesso nei report trimestrali di Facebook come una delle realtà più innovative del settore, e questo ci rende molto fieri.
Pensa sia necessario fare esperienza all'estero per crescere non solo professionalmente?
Assolutamente sì. Credo che fare esperienze fuori dai propri confini implichi immergersi in nuove culture e nuovi costumi, e questo ci sprona ad avere una visione più tollerante verso il prossimo. Parlare una seconda lingua e vivere in contesti insoliti stimola la curiosità e ci aiuta a comprendere che ci possono essere modalità differenti per risolvere il medesimo problema.
Consiglio a tutti i giovani di vivere all'estero per minimo 6 mesi, soprattutto per avere lo switch mentale utile ad affrontare qualsiasi sfida in un contesto lavorativo sempre più globalizzato e competitivo.
Che legame mantiene con il suo paese d'origine?
Gravina è sempre nel mio cuore. Periodicamente passo alcune settimane a Gravina, tra famigliari ed amici. Indubbiamente il calore della famiglia è qualcosa che manca quando si vive lontani, seppur compensato in piccola parte tramite le nuove tecnologie. Anche i sapori unici della nostra terra sono qualcosa di ineguagliabile, oltre ai colori del centro storico o ai profumi del Bosco Difesa Grande. Anche a distanza, supporto nel tempo libero alcuni piccoli imprenditori e collettivi artistici (come i ragazzi di Organic + Bloodynose), cercando di far emergere il loro potenziale tramite il web. Inoltre, tento ad ogni occasione di promuovere il nostro paese incoraggiando chiunque a visitarlo, prendendo "per la gola" grazie a delle gustose leccornie o tramite foto o video. Negli ultimi anni ho anche organizzato a Gravina diversi meetup riservati ad imprenditori del mondo dell'eCommerce, che da tutta Italia hanno raggiunto la nostra città (meta insolita per questo tipo di eventi) ma di cui sono rimasti piacevolmente colpiti.
C'è spazio per la famiglia?
Non è sempre facile conciliare famiglia e lavoro, però cerco quotidianamente di ritagliare del tempo da dedicare a loro. Inoltre, nel periodo estivo, la mia famiglia mi segue durante i diversi meeting in giro per il mondo e credo che questo sia un ottimo strumento di educazione per i miei figli, rompendo la routine e stuzzicando continuamente la loro curiosità. Sono fortunato ad avere una moglie (gravinese) che mi segue e crede alle mie "visioni", che dedica tanto tempo ai figli compensando a volte la mia distanza. Ma Gravina non manca mai, gli si racconta spesso delle nostre origini anche riproponendo (in chiave locale) i sapori della nostra terra.