Da Vinci’s Bridge, un ponte realizzato in 3D
Il futuro delle costruzioni parte da Gravina
mercoledì 8 gennaio 2025
"Abbiamo realizzato un ponte che rappresenta un collegamento tra la tradizione e l'innovazione, con un occhio alla sostenibilità". Queste le parole con cui Vincenzo Gurrado responsabile della Star up B&Y ha sintetizzato il progetto denominato "Da Vinci's bridge" presentato ufficialmente ieri presso la Marmeria Gurrado, con l'inaugurazione del prototipo del primo ponte in Italia realizzato con materiali sostenibili attraverso una stampante tridimensionale.
Una idea innovativa che intende rivoluzionare il modo di fare edilizia in un prossimo futuro non molto lontano a venire. L'idea è quella di sostituire il calcestruzzo ed il cemento, che per la loro produzione hanno effetti altamente inquinanti e nel tempo tendono a logorarsi, con dei composti creati dagli scarti della lavorazione del marmo, trasformati e aggregati con la calce e stampati in 3D. La stampate infatti prede la malta e attraverso l'utilizzo di un ugello depone tanti strati di materiale che si solidifica, formando dei blocchi compatti, ma con il vantaggio di essere vuoti e leggeri.
"Questo è un punto di partenza che apre la strada ad una edilizia sostenibile" - ha affermato con orgoglio Gurrado. Un risultato che si è potuto raggiungere grazie al grande lavoro di squadra coordinato dal Giuseppe Fallacara. "un risultato figlio di un lavoro collettivo- ha sottolineato Giuseppe Fallacara, docente del dipartimento ArCoD Architettura, Costruzione e Design di Bari che ha spiegato come la connessione tra l'azienda gravinese e il politecnico di Bari sia stata possibile grazie al finanziamento di un dottorato di ricerca che ha portato a questo esito. Una importante collaborazione che avvicina le aziende al mondo scientifico, permettendo la sperimentazione sul campo, consentendo quindi al mondo accademico di uscire dalle aule universitarie, passando dalla teoria alla pratica.
Un progetto che mette insieme l'antica arte della Stereotomia (il taglio della pietra per il quale la città di Gravina ha una lunga tradizione) e la innovativa tecnica di produzione attraverso la stampa tridimensionale, sostituendo la pietra con una pietra artificiale. Un lavoro di equipe che ha messo insieme una azienda che realizza stampe in 3d, la Wasp, una start up che intende riciclare i materiali di scarto della lavorazione del marmo (la B&Y) e il politecnico di Bari, che ha fornito il supporto scientifico all'operazione.
Il Da Vinci's Bridge prende il nome e l'ispirazione da un progetto di Leonardo Da Vinci che avrebbe voluto costruire un ponte per unire il quartiere Pera con Costantinopoli attraverso il Corno d'Oro. - ha chiarito Ilaria Cavaliere, che insieme a Angelo Graziano, Claudio Gallo e Francesco Ciriello hanno spiegato i particolari del progetto, della realizzazione della struttura e le caratteristiche del ponte con un obiettivo a breve termine: l'accessibilità alle persone.
A contribuire al progetto anche l'università della Basilicata rappresentata da Chiara Rizzi che ha evidenziato come il progetto possa rappresentare un importante occasione di collaborazione tra l'ateneo lucano e il politecnico di Bari. Anche l'amministrazione comunale presente con i consiglieri Serangelo, Santomasi e Conca, si è voluta congratulare per questo risultato, accogliendo con grande entusiasmo questa iniziativa innovativa.
Insomma un nuovo modo di concepire le costruzioni con l'obiettivo di poter partire da piccole realizzazioni per arrivare un giorno non molto lontano nel tempo, a stampare palazzi per eliminare il cemento, abbattendo anche i costi di produzione e abbassando i livelli di inquinamento grazie alla possibilità di produrre in loco piccole case, da costruire in tempi rapidi, sicure e soprattutto ad impatto ambientale molto basso.
Un ambizioso progetto che oggi (è il caso di dire) ha posato la sua prima pietra.
Una idea innovativa che intende rivoluzionare il modo di fare edilizia in un prossimo futuro non molto lontano a venire. L'idea è quella di sostituire il calcestruzzo ed il cemento, che per la loro produzione hanno effetti altamente inquinanti e nel tempo tendono a logorarsi, con dei composti creati dagli scarti della lavorazione del marmo, trasformati e aggregati con la calce e stampati in 3D. La stampate infatti prede la malta e attraverso l'utilizzo di un ugello depone tanti strati di materiale che si solidifica, formando dei blocchi compatti, ma con il vantaggio di essere vuoti e leggeri.
"Questo è un punto di partenza che apre la strada ad una edilizia sostenibile" - ha affermato con orgoglio Gurrado. Un risultato che si è potuto raggiungere grazie al grande lavoro di squadra coordinato dal Giuseppe Fallacara. "un risultato figlio di un lavoro collettivo- ha sottolineato Giuseppe Fallacara, docente del dipartimento ArCoD Architettura, Costruzione e Design di Bari che ha spiegato come la connessione tra l'azienda gravinese e il politecnico di Bari sia stata possibile grazie al finanziamento di un dottorato di ricerca che ha portato a questo esito. Una importante collaborazione che avvicina le aziende al mondo scientifico, permettendo la sperimentazione sul campo, consentendo quindi al mondo accademico di uscire dalle aule universitarie, passando dalla teoria alla pratica.
Un progetto che mette insieme l'antica arte della Stereotomia (il taglio della pietra per il quale la città di Gravina ha una lunga tradizione) e la innovativa tecnica di produzione attraverso la stampa tridimensionale, sostituendo la pietra con una pietra artificiale. Un lavoro di equipe che ha messo insieme una azienda che realizza stampe in 3d, la Wasp, una start up che intende riciclare i materiali di scarto della lavorazione del marmo (la B&Y) e il politecnico di Bari, che ha fornito il supporto scientifico all'operazione.
Il Da Vinci's Bridge prende il nome e l'ispirazione da un progetto di Leonardo Da Vinci che avrebbe voluto costruire un ponte per unire il quartiere Pera con Costantinopoli attraverso il Corno d'Oro. - ha chiarito Ilaria Cavaliere, che insieme a Angelo Graziano, Claudio Gallo e Francesco Ciriello hanno spiegato i particolari del progetto, della realizzazione della struttura e le caratteristiche del ponte con un obiettivo a breve termine: l'accessibilità alle persone.
A contribuire al progetto anche l'università della Basilicata rappresentata da Chiara Rizzi che ha evidenziato come il progetto possa rappresentare un importante occasione di collaborazione tra l'ateneo lucano e il politecnico di Bari. Anche l'amministrazione comunale presente con i consiglieri Serangelo, Santomasi e Conca, si è voluta congratulare per questo risultato, accogliendo con grande entusiasmo questa iniziativa innovativa.
Insomma un nuovo modo di concepire le costruzioni con l'obiettivo di poter partire da piccole realizzazioni per arrivare un giorno non molto lontano nel tempo, a stampare palazzi per eliminare il cemento, abbattendo anche i costi di produzione e abbassando i livelli di inquinamento grazie alla possibilità di produrre in loco piccole case, da costruire in tempi rapidi, sicure e soprattutto ad impatto ambientale molto basso.
Un ambizioso progetto che oggi (è il caso di dire) ha posato la sua prima pietra.