"De profundis" per lo sport gravinese
L’assenza di strutture mette in ginocchio le società: "L’amministrazione è colpevolmente assente"
giovedì 17 ottobre 2019
"Senza strutture non c'è futuro per lo sport a Gravina".
Litigare tra società sportive per accaparrarsi qualche ora in più in palestra è una aberrazione dello sport e della società civile: è una guerra tra poveri che non porta da nessuna parte, se non all'annientamento delle realtà sportive che con molti sacrifici portano avanti le proprio attività.
Queste le amare considerazione che abbiamo raccolto tra appassionati atleti e allenatori di squadre amatoriali di sport che prevedono lo svolgimento delle attività in spazi chiusi, costretti a Gravina a barcamenarsi e a "litigarsi" spazi orari in palestra, a causa dell'atavica assenza di strutture sportive idonee allo svolgimento di attività agonistiche.
Poche palestre scolastiche, di dimensioni non regolamentari, spesso interessate da lavori di manutenzione che ne inficiano l'uso e a volte anche negate alle società sportive dai dirigenti scolastici per impedimenti legati ai regolamenti di istituto.
Un'immagine desolante acuita ancor più dalla pochezza della programmazione di questa "distratta" amministrazione che, in materia di sport, non può certamente darsi un voto sopra la sufficienza, nonostante la strombazzata realizzazione (anche in questo caso, chissà quando) di una piscina comunale.
In una situazione così disarmante sono in pochi quelli che ancora non hanno gettato la spugna.
Per fare sport in una città come Gravina votata al calcio, (con il "Pallone" che nonostante tutto non riesce nemmeno ad avere tutto quel supporto di cui necessiterebbe: vedi la copertura delle tribune dello stadio "Vicino", di cui in questi giorni si discute la realizzazione), ci vuole tanto coraggio e passione.
Emblema di tutto questo tran tran sono sicuramente la Palestra di Via Dante, per metà inagibile; e il rudere di Grottasolagne, che invece un certificato di agibilità non l'ha mai avuto e che di tanto in tanto viene tirata in ballo per progetti che fino ad ora non hanno portato a nulla, se non a illudere gli sportivi di questa città.
Roberto Varvara
Litigare tra società sportive per accaparrarsi qualche ora in più in palestra è una aberrazione dello sport e della società civile: è una guerra tra poveri che non porta da nessuna parte, se non all'annientamento delle realtà sportive che con molti sacrifici portano avanti le proprio attività.
Queste le amare considerazione che abbiamo raccolto tra appassionati atleti e allenatori di squadre amatoriali di sport che prevedono lo svolgimento delle attività in spazi chiusi, costretti a Gravina a barcamenarsi e a "litigarsi" spazi orari in palestra, a causa dell'atavica assenza di strutture sportive idonee allo svolgimento di attività agonistiche.
Poche palestre scolastiche, di dimensioni non regolamentari, spesso interessate da lavori di manutenzione che ne inficiano l'uso e a volte anche negate alle società sportive dai dirigenti scolastici per impedimenti legati ai regolamenti di istituto.
Un'immagine desolante acuita ancor più dalla pochezza della programmazione di questa "distratta" amministrazione che, in materia di sport, non può certamente darsi un voto sopra la sufficienza, nonostante la strombazzata realizzazione (anche in questo caso, chissà quando) di una piscina comunale.
In una situazione così disarmante sono in pochi quelli che ancora non hanno gettato la spugna.
Per fare sport in una città come Gravina votata al calcio, (con il "Pallone" che nonostante tutto non riesce nemmeno ad avere tutto quel supporto di cui necessiterebbe: vedi la copertura delle tribune dello stadio "Vicino", di cui in questi giorni si discute la realizzazione), ci vuole tanto coraggio e passione.
Emblema di tutto questo tran tran sono sicuramente la Palestra di Via Dante, per metà inagibile; e il rudere di Grottasolagne, che invece un certificato di agibilità non l'ha mai avuto e che di tanto in tanto viene tirata in ballo per progetti che fino ad ora non hanno portato a nulla, se non a illudere gli sportivi di questa città.
Roberto Varvara