Degenerazione urbana?
Abbattuto l'antico arco di via Montea. I grillini insorgono ma dal Comune spiegano
venerdì 28 agosto 2015
16.21
Mattinata movimentata all'ombra del bastione medievale, dove un gruppo di attivisti del Movimento 5 Stelle ha richiesto l'assistenza della Polizia Municipale sul cantiere che sta eseguendo i lavori di riqualificazione e fruizione del margine urbano, oltre al potenziamento dei sottoservizi relativi al bastione medievale in Via Giudice Montea, rientranti nel finanziamento della "Rigenerazione Urbana".
Oggetto della contesa l'intervento eseguito sull'arco che immette, dal ponte acquedotto, proprio su Via Giudice Montea.
Nella giornata di ieri, infatti, attivisti 5 stelle hanno affidato al web foto e commenti di ogni tipo, divenuti subito virali, su una ipotetica distruzione dell'archetto, ad opera dell'azienda che sta eseguendo i lavori, per permettere il passaggio dei mezzi.
Col passare delle ore, la polemica è montata a tal punto che questa mattina, una rappresentativa del Movimento, presentatasi sul cantiere, ha provveduto a richiedere l'ausilio della Polizia Municipale e dei tecnici comunali al fine di bloccare, a detta loro, "lo scempio ormai compiuto".
Da fonti interne al cantiere, apprendiamo che a seguito di un confronto tra azienda, funzionari del Comune, agenti della Polizia Municipale e attivisti, è emerso che si è trattato di un grosso equivoco, in quanto i lavori sono stati regolarmente autorizzati dagli organi preposti, Soprintendenza compresa, e che la parte superiore dell'archetto è stata catalogata, rimossa, fotografata, e riposta in un ambiente protetto, pronta ad essere rimessa al proprio posto, a lavori ultimati.
Si è trattato, secondo il Municipio, di un falso allarme che ha mobilitato funzionari dell'Ufficio Tecnico del Comune, accorsi sul cantiere a garantire il ripristino dello stato dei luoghi.
La consegna dei lavori è prevista orientativamente tra 245 giorni, quindi è possibile immaginare che la primavera 2016, porterà in dote una Via Giudice Montea finalmente fruibile a gravinesi e turisti, dopo oltre quattro anni di inibizione al transito.
I grillini tuttavia restano sul piede di guerra e in una nota indirizzata al sindaco attaccano: "Alcune settimane fa, in occasione dell'incontro avuto in municipio, denunciavamo al sindaco lo sversamento delle macerie dovute al crollo di una palazzina direttamente nel torrente della Gravina. Adesso quest'altro scempio che si va a sommare a quello perpetrato a Fondovito, con la sepoltura delle grotte di calata san Michele, allo stravolgimento della storicità di piazza Plebiscito, all'occultamento di grotte e cantine con i lavori di pavimentazione in piazza Pellicciari."
"Sarebbe questo, insieme alla cementificazione della gravina, il passaporto per entrare nel sito UNESCO di Matera e nella scia di Matera 2019? Dal 16 Luglio aspettiamo una convocazione da parte del sindaco Valente, nell'ultimo incontro chiedevamo una sospensione provvisoria dei lavori nel quartiere Fondovito proponendo di recuperare parte della facies rupestre che quei lavori stanno ulteriormente occultando, invece si è andati oltre, proseguendo con l'opera di disfacimento del nostro patrimonio artistico e culturale. Noi non ci fermeremo qui e ci riserviamo di operare tutte le azioni necessarie affinché le autorità competenti e tutta la cittadinanza siano informate sugli scempi che si stanno facendo nel nostro centro antico, non escludendo di attenzionare gli organi preposti in merito a responsabilità civili e penali di chi sta permettendo ed operando questi che sono delitti nei confronti dell'ambiente e dei beni architettonici e culturali della nostra città."
Oggetto della contesa l'intervento eseguito sull'arco che immette, dal ponte acquedotto, proprio su Via Giudice Montea.
Nella giornata di ieri, infatti, attivisti 5 stelle hanno affidato al web foto e commenti di ogni tipo, divenuti subito virali, su una ipotetica distruzione dell'archetto, ad opera dell'azienda che sta eseguendo i lavori, per permettere il passaggio dei mezzi.
Col passare delle ore, la polemica è montata a tal punto che questa mattina, una rappresentativa del Movimento, presentatasi sul cantiere, ha provveduto a richiedere l'ausilio della Polizia Municipale e dei tecnici comunali al fine di bloccare, a detta loro, "lo scempio ormai compiuto".
Da fonti interne al cantiere, apprendiamo che a seguito di un confronto tra azienda, funzionari del Comune, agenti della Polizia Municipale e attivisti, è emerso che si è trattato di un grosso equivoco, in quanto i lavori sono stati regolarmente autorizzati dagli organi preposti, Soprintendenza compresa, e che la parte superiore dell'archetto è stata catalogata, rimossa, fotografata, e riposta in un ambiente protetto, pronta ad essere rimessa al proprio posto, a lavori ultimati.
Si è trattato, secondo il Municipio, di un falso allarme che ha mobilitato funzionari dell'Ufficio Tecnico del Comune, accorsi sul cantiere a garantire il ripristino dello stato dei luoghi.
La consegna dei lavori è prevista orientativamente tra 245 giorni, quindi è possibile immaginare che la primavera 2016, porterà in dote una Via Giudice Montea finalmente fruibile a gravinesi e turisti, dopo oltre quattro anni di inibizione al transito.
I grillini tuttavia restano sul piede di guerra e in una nota indirizzata al sindaco attaccano: "Alcune settimane fa, in occasione dell'incontro avuto in municipio, denunciavamo al sindaco lo sversamento delle macerie dovute al crollo di una palazzina direttamente nel torrente della Gravina. Adesso quest'altro scempio che si va a sommare a quello perpetrato a Fondovito, con la sepoltura delle grotte di calata san Michele, allo stravolgimento della storicità di piazza Plebiscito, all'occultamento di grotte e cantine con i lavori di pavimentazione in piazza Pellicciari."
"Sarebbe questo, insieme alla cementificazione della gravina, il passaporto per entrare nel sito UNESCO di Matera e nella scia di Matera 2019? Dal 16 Luglio aspettiamo una convocazione da parte del sindaco Valente, nell'ultimo incontro chiedevamo una sospensione provvisoria dei lavori nel quartiere Fondovito proponendo di recuperare parte della facies rupestre che quei lavori stanno ulteriormente occultando, invece si è andati oltre, proseguendo con l'opera di disfacimento del nostro patrimonio artistico e culturale. Noi non ci fermeremo qui e ci riserviamo di operare tutte le azioni necessarie affinché le autorità competenti e tutta la cittadinanza siano informate sugli scempi che si stanno facendo nel nostro centro antico, non escludendo di attenzionare gli organi preposti in merito a responsabilità civili e penali di chi sta permettendo ed operando questi che sono delitti nei confronti dell'ambiente e dei beni architettonici e culturali della nostra città."