Deposito scorie, Gravina ribadisce il suo “No”
Il consiglio comunale licenzia un documento unitario riaffermando la propria contrarietà
sabato 30 dicembre 2023
Il consiglio comunale di Gravina ribadisce il proprio "No" alla ubicazione del deposito unico nazionale di scorie radioattive sul territorio di Gravina. Le ragioni sono tante e nel tempo sono state più volte ripetute nelle varie osservazioni prodotte dall'amministrazione comunale, dalla regione e dal comitato di consultazione popolare.
E allora perché Gravina risulta ancora nei comuni idonei ad ospitare il deposito?
All'interno di una assise comunale che simbolicamente ha visto i consiglieri di maggioranza e opposizione sedere in ordine sparso tra i banchi dell'aula, propria a voler significare l'unità d'intenti, e nessuna distinzione di ruolo e di colore, il consiglio ha licenziato un documento unitario.
Nel corso della seduta sono intervenuti, oltre ad alcuni consiglieri comunali e all'assessore comunale Vincenzo Varrese, anche l'assessore regionale all'ambiente Anna Grazia Maraschio e il consulente tecnico, Antonello Fiore.
L'intenzione in questa fase è di coinvolgere tutti i centri della Puglia e Basilicata interessati, per attuare azioni unitarie- ha detto il sindaco Lagreca aprendo la seduta.
Non solo i Comuni, ma anche Città Metropolitana, Regione, Parco dell'Alta Murgia devono partecipare per fare squadra ed essere compatti per scongiurare questa iattura che ha visto la Sogin all'inizio del mese ridurre da 67 a 51 i siti idonei ad ospitare il Deposito di Scorie, lasciando nella lista, oltre al comune di Gravina anche quelli di Altamura, Laterza e Matera.
Speravamo di non dover più tornare sull'argomento e invece siamo ancora qui a parlarne" - ha detto l'assessore Varrese nel riepilogare le azioni poste in essere dall'amministrazione comunale per ribadire il proprio "No".
Qualcosa in più la si potrà capire il 12 gennaio, quando scade il termine delle autocandidature per ospitare il sito, ma rimane necessario tenere alta la guardia e coinvolgere la comunità. "Noi oggi proclamiamo il nostro stato di agitazione"- ha affermato Varrese. Una necessità espressa anche da Giuseppe Lapolla che è intervenuto a nome del comitato di consultazione popolare, lamentando un tardivo coinvolgimento, ma dando la massima disponibilità ad intraprendere un percorso condiviso.
Una azione che deve essere unica- ha sottolineato Antonello Fiore. "Deve coinvolgere tutte le istituzioni dell'area, anche perché l'individuazione del sito in una zona limitrofa inficerebbe comunque le dinamiche di sviluppo del territorio".
Anche l'assessore Anna Grazia Maraschio, in collegamento web ha voluto ribadire come l'attenzione della Regione sulla questione sia molto alta. La mobilità non potrà non coinvolgere l'intera comunità di Puglia e Basilicata- ha detto Maraschio, riconoscendo che la battaglia non si combatte solo sul piano delle osservazioni tecniche, ma ha anche sotto l'aspetto politico che bisogna contrastare, riaffermando la contrarietà del territorio pugliese e lucano ad ospitare il sito di stoccaggio di scorie nucleari. Per questo è necessario anche il coinvolgimento dei parlamentari della zona.
"Noi siamo disponibili ad organizzare manifestazioni di ampio respiro che coinvolgano tutti per fare uscire fuori una unica voce" - ha concluso Maraschio, assicurando la propria disponibilità al sindaco che aveva chiesto una seduta plenaria con tutti i soggetti interessati.
Il consiglio così, in maniera unitaria, ha licenziato un documento nel quale si ribadisce la propria contrarietà ad ospitare il deposito unico di scorie radioattive e si traccia un percorso di interventi per fare valere le ragioni del territorio murgiano.
E allora perché Gravina risulta ancora nei comuni idonei ad ospitare il deposito?
All'interno di una assise comunale che simbolicamente ha visto i consiglieri di maggioranza e opposizione sedere in ordine sparso tra i banchi dell'aula, propria a voler significare l'unità d'intenti, e nessuna distinzione di ruolo e di colore, il consiglio ha licenziato un documento unitario.
Nel corso della seduta sono intervenuti, oltre ad alcuni consiglieri comunali e all'assessore comunale Vincenzo Varrese, anche l'assessore regionale all'ambiente Anna Grazia Maraschio e il consulente tecnico, Antonello Fiore.
L'intenzione in questa fase è di coinvolgere tutti i centri della Puglia e Basilicata interessati, per attuare azioni unitarie- ha detto il sindaco Lagreca aprendo la seduta.
Non solo i Comuni, ma anche Città Metropolitana, Regione, Parco dell'Alta Murgia devono partecipare per fare squadra ed essere compatti per scongiurare questa iattura che ha visto la Sogin all'inizio del mese ridurre da 67 a 51 i siti idonei ad ospitare il Deposito di Scorie, lasciando nella lista, oltre al comune di Gravina anche quelli di Altamura, Laterza e Matera.
Speravamo di non dover più tornare sull'argomento e invece siamo ancora qui a parlarne" - ha detto l'assessore Varrese nel riepilogare le azioni poste in essere dall'amministrazione comunale per ribadire il proprio "No".
Qualcosa in più la si potrà capire il 12 gennaio, quando scade il termine delle autocandidature per ospitare il sito, ma rimane necessario tenere alta la guardia e coinvolgere la comunità. "Noi oggi proclamiamo il nostro stato di agitazione"- ha affermato Varrese. Una necessità espressa anche da Giuseppe Lapolla che è intervenuto a nome del comitato di consultazione popolare, lamentando un tardivo coinvolgimento, ma dando la massima disponibilità ad intraprendere un percorso condiviso.
Una azione che deve essere unica- ha sottolineato Antonello Fiore. "Deve coinvolgere tutte le istituzioni dell'area, anche perché l'individuazione del sito in una zona limitrofa inficerebbe comunque le dinamiche di sviluppo del territorio".
Anche l'assessore Anna Grazia Maraschio, in collegamento web ha voluto ribadire come l'attenzione della Regione sulla questione sia molto alta. La mobilità non potrà non coinvolgere l'intera comunità di Puglia e Basilicata- ha detto Maraschio, riconoscendo che la battaglia non si combatte solo sul piano delle osservazioni tecniche, ma ha anche sotto l'aspetto politico che bisogna contrastare, riaffermando la contrarietà del territorio pugliese e lucano ad ospitare il sito di stoccaggio di scorie nucleari. Per questo è necessario anche il coinvolgimento dei parlamentari della zona.
"Noi siamo disponibili ad organizzare manifestazioni di ampio respiro che coinvolgano tutti per fare uscire fuori una unica voce" - ha concluso Maraschio, assicurando la propria disponibilità al sindaco che aveva chiesto una seduta plenaria con tutti i soggetti interessati.
Il consiglio così, in maniera unitaria, ha licenziato un documento nel quale si ribadisce la propria contrarietà ad ospitare il deposito unico di scorie radioattive e si traccia un percorso di interventi per fare valere le ragioni del territorio murgiano.