Di scena il giallo al teatro Vida
A rappresentarlo la Compagnia dei teatranti. "Il mistero dell'assassino misterioso": lo spettacolo
lunedì 26 marzo 2012
16.00
Un castello della campagna londinese, un misterioso maggiordomo, un pendolo ed un efferato omicidio di una povera anziana contessa: questi gli ingredienti del giallo di matrice anglosassone "Il mistero dell'assassino misterioso" messo in scena nel weekend al teatro Vida dalla Compagnia dei teatranti.
Un giallo dai toni brillanti in cui viene a crearsi l'evento comico del teatro nel teatro, lo scambio dei personaggi in un gioco tra scena e fuori scena. L'attore improvvisato che arriva dalla platea e entra nella scena cambiando l'assetto e i riferimenti "rassicuranti e sicuri" di una replica. Vero protagonista dell'opera scritta e diretta dal noto duo comico romano Lillo e Greg, diventa l'imprevisto.
Il detective Mallory ha riunito nel salone principale del castello i sospetti assassini della Contessa Worthington. Ma dopo soli cinque minuti dall'inizio della messa in scena, uno degli attori crolla a terra svenuto sul palco. Si chiude il sipario, si cerca di tranquillizzare la platea, si chiede un po' di pazienza. Il pubblico ha pagato regolarmente il biglietto, e la decisione va presa in fretta, pena una fragorosa figuraccia. Sembra non esserci altra soluzione se non concedere al pubblico la possibilità di tornare e la scena è così reale da far salire sul palco tre medici gravinesi del pubblico sul palco preoccupati per la salute dell'attore.
La commedia riprende quando il bibitaro di sala si offre di interpretare il ruolo lasciato vacante sostenendo di conoscere oramai lo spettacolo a memoria. Malgrado le resistenze del regista-autore lo spettacolo prosegue con il nuovo "acquisto" e da questo momento tutta la sceneggiatura basata sulla suspense, evolve irreparabilmente nel comico quando il malcapitato bibitaro, tra suggerimenti e sguardi rubati al copione, si rivela inadatto al ruolo. La commedia viene turbata da un imprevisto: da quel momento la messa in scena prosegue scadendo di tono. Gli attori sono preoccupati di ben figurare sul palco vista la presenza in sala di Ronciglione e Mendicini, uscendo così dalla drammaturgia dell'opera.
Un omaggio/critica al giallo teatrale, sempre così intrigante quanto improbabile nelle sue mille sfaccettature e soluzioni, tra gag esilaranti e colpi di scena continui. A rendere avvincente la rappresentazione il ritmo serrato con cui gli attori la mettono in scena e l'umorismo che pervade l'intera opera.
Un giallo dai toni brillanti in cui viene a crearsi l'evento comico del teatro nel teatro, lo scambio dei personaggi in un gioco tra scena e fuori scena. L'attore improvvisato che arriva dalla platea e entra nella scena cambiando l'assetto e i riferimenti "rassicuranti e sicuri" di una replica. Vero protagonista dell'opera scritta e diretta dal noto duo comico romano Lillo e Greg, diventa l'imprevisto.
Il detective Mallory ha riunito nel salone principale del castello i sospetti assassini della Contessa Worthington. Ma dopo soli cinque minuti dall'inizio della messa in scena, uno degli attori crolla a terra svenuto sul palco. Si chiude il sipario, si cerca di tranquillizzare la platea, si chiede un po' di pazienza. Il pubblico ha pagato regolarmente il biglietto, e la decisione va presa in fretta, pena una fragorosa figuraccia. Sembra non esserci altra soluzione se non concedere al pubblico la possibilità di tornare e la scena è così reale da far salire sul palco tre medici gravinesi del pubblico sul palco preoccupati per la salute dell'attore.
La commedia riprende quando il bibitaro di sala si offre di interpretare il ruolo lasciato vacante sostenendo di conoscere oramai lo spettacolo a memoria. Malgrado le resistenze del regista-autore lo spettacolo prosegue con il nuovo "acquisto" e da questo momento tutta la sceneggiatura basata sulla suspense, evolve irreparabilmente nel comico quando il malcapitato bibitaro, tra suggerimenti e sguardi rubati al copione, si rivela inadatto al ruolo. La commedia viene turbata da un imprevisto: da quel momento la messa in scena prosegue scadendo di tono. Gli attori sono preoccupati di ben figurare sul palco vista la presenza in sala di Ronciglione e Mendicini, uscendo così dalla drammaturgia dell'opera.
Un omaggio/critica al giallo teatrale, sempre così intrigante quanto improbabile nelle sue mille sfaccettature e soluzioni, tra gag esilaranti e colpi di scena continui. A rendere avvincente la rappresentazione il ritmo serrato con cui gli attori la mettono in scena e l'umorismo che pervade l'intera opera.