Dodici ore di lavoro per 70 centesimi l’ora
A Poggiorsini storie di sfruttamento e povertà. Due arresti
giovedì 22 agosto 2019
11.57
Dodici ore di lavoro impiegati in un allevamento in agro di Poggiorsini dove si occupavano della cura degli animali con una paga irrisoria di 0,70 centesimi l'ora quando il contratto nazionale ne prevede almeno 10.00. questa la storia scoperta dai carabinieri di Poggiorsini che con l'accusa di sfruttamento hanno tratto in arresto B.V., di anni 24 e B.L., di anni 53, pregiudicato, titolari di una impresa agricola e di allevamento di ovini e suini.
Nel corso di preliminari servizi di osservazione, i miliari avevano focalizzato la loro attenzione su due giovani pastori i quali, fin dalle prime luci dell'alba, si occupavano, di tutte le attività riguardanti il governo degli animali, ovvero il pascolo, la mungitura e la pulizia delle stalle. Al fine di verificare il rispetto delle norme poste a tutela dei lavoratori, i militari decidevano di effettuare un controllo all'interno dell'azienda, nel corso del quale, avuta la presenza del proprietario e di un familiare, ritenuto co-titolare in quanto collabora a tutte le attività, identificavano i pastori, ovvero un cittadino ghanese di anni 32 e un maliano di anni 27, con permesso di soggiorno scaduto in attesa di rinnovo. Dalle verifiche emergevano evidenti condizioni di sfruttamento in loro danno. I due infatti, erano impiegati come autentici factotum, occupandosi di tutte le attività inerenti gli animali, ovvero mungitura, pulizia, pascolo.
Agli operai non era riconosciuto il diritto del riposo o delle ferie, praticamente mai fruiti, e venivano impiegati senza aver mai conseguito la minima formazione sui rischi per la salute e sicurezza ai quali si espongono i lavoratori per simili carichi, nè erano stati sottoposti alla prescritta visita medica, finalizzata ad accertare le condizioni di salute in relazione all'incarico.
Ad entrambi era riservato un alloggio fatiscente ed in cattive condizioni igieniche, come certificato dai medici dell'Asl. Si trattava di un locale, ricavato all'interno della masseria, nel quale la cucina era costituita da un fornello alimentato da una bombola di gas, mentre per i fabbisogni personali si servivano di acqua prelevata da una cisterna utilizzata anche dagli animali. Il datore di lavoro, agendo direttamente o per mezzo del suo familiare, aveva imposto le sue volontà, recandosi spesso sul posto per verificare l'andamento delle attività, rifiutando qualsiasi aumento di stipendio e approfittando dello stato di difficoltà delle vittime, costrette ad accettare qualsiasi condizione, anche di sfruttamento, pur di inviare quanto guadagnato a moglie e figli nel paese di origine.
Al termine degli accertamenti sono stati entrambi arrestati con l'accusa di sfruttamento del lavoro, inoltre sono state contestate altre violazioni connesse quali: l'omessa formazione dei dipendenti sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro e mancata valutazione delle condizioni di salute in relazione all'impiego di lavoratori subordinati "in nero" e il divieto di retribuzione mediante pagamenti non tracciabili
Su disposizione della competente Autorità Giudiziaria sono stati sottoposto agli arresti domiciliari oltre ad aver subito una sanzione per 33.000,00 euro e la sospensione dell'attività produttiva.
I Carabinieri proseguono gli accertamenti e le verifiche sulle attività agricole e pastorizie delle masserie della provincia, non potendosi escludere altri casi di sfruttamento de lavoro.
Nel corso di preliminari servizi di osservazione, i miliari avevano focalizzato la loro attenzione su due giovani pastori i quali, fin dalle prime luci dell'alba, si occupavano, di tutte le attività riguardanti il governo degli animali, ovvero il pascolo, la mungitura e la pulizia delle stalle. Al fine di verificare il rispetto delle norme poste a tutela dei lavoratori, i militari decidevano di effettuare un controllo all'interno dell'azienda, nel corso del quale, avuta la presenza del proprietario e di un familiare, ritenuto co-titolare in quanto collabora a tutte le attività, identificavano i pastori, ovvero un cittadino ghanese di anni 32 e un maliano di anni 27, con permesso di soggiorno scaduto in attesa di rinnovo. Dalle verifiche emergevano evidenti condizioni di sfruttamento in loro danno. I due infatti, erano impiegati come autentici factotum, occupandosi di tutte le attività inerenti gli animali, ovvero mungitura, pulizia, pascolo.
Agli operai non era riconosciuto il diritto del riposo o delle ferie, praticamente mai fruiti, e venivano impiegati senza aver mai conseguito la minima formazione sui rischi per la salute e sicurezza ai quali si espongono i lavoratori per simili carichi, nè erano stati sottoposti alla prescritta visita medica, finalizzata ad accertare le condizioni di salute in relazione all'incarico.
Ad entrambi era riservato un alloggio fatiscente ed in cattive condizioni igieniche, come certificato dai medici dell'Asl. Si trattava di un locale, ricavato all'interno della masseria, nel quale la cucina era costituita da un fornello alimentato da una bombola di gas, mentre per i fabbisogni personali si servivano di acqua prelevata da una cisterna utilizzata anche dagli animali. Il datore di lavoro, agendo direttamente o per mezzo del suo familiare, aveva imposto le sue volontà, recandosi spesso sul posto per verificare l'andamento delle attività, rifiutando qualsiasi aumento di stipendio e approfittando dello stato di difficoltà delle vittime, costrette ad accettare qualsiasi condizione, anche di sfruttamento, pur di inviare quanto guadagnato a moglie e figli nel paese di origine.
Al termine degli accertamenti sono stati entrambi arrestati con l'accusa di sfruttamento del lavoro, inoltre sono state contestate altre violazioni connesse quali: l'omessa formazione dei dipendenti sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro e mancata valutazione delle condizioni di salute in relazione all'impiego di lavoratori subordinati "in nero" e il divieto di retribuzione mediante pagamenti non tracciabili
Su disposizione della competente Autorità Giudiziaria sono stati sottoposto agli arresti domiciliari oltre ad aver subito una sanzione per 33.000,00 euro e la sospensione dell'attività produttiva.
I Carabinieri proseguono gli accertamenti e le verifiche sulle attività agricole e pastorizie delle masserie della provincia, non potendosi escludere altri casi di sfruttamento de lavoro.