È boom in agricoltura
L'unico settore in crescita nel nostro paese. Numerose le aziende agricole affidate ai giovani
lunedì 5 novembre 2012
13.32
Il vero ammortizzatore sociale d'Italia? L'agricoltura.
Ne è convinto Giuseppe Politi, il presidente della Confederazione italiana agricoltori, la cui affermazione è sostenuta dai numeri diffusi qualche giorno fa dalla sua associazione: quello agricolo oggi è l'unico settore del nostro Paese che cresce e crea nuovi posti di lavoro. Il valore aggiunto nell'ultimo anno è salito dell'1,1% mentre il numero dei posti di lavoro nel secondo trimestre del 2012 è aumentato addirittura del 6,2 %. Un settore, quello agricolo poco considerato dalle politiche economiche e di sviluppo degli ultimi anni, nonostante sarebbe in grado di assorbire in poco tempo più di 200 mila disoccupati.
L'agricoltura purtroppo, soprattutto nel Meridione è rimasta nella mani dei vecchi proprietari terrieri e in molte aziende agricole non si è registrato quell'indispensabile ricambio generazionale che avrebbe potuto dare nuova linfa e soprattutto occupazione ai giovani. Ora però grazie ai fondi europei e alla capacità imprenditoriali di molti neo laureati si sta registrando una notevole controtendenza.
Sempre più ragazzi, infatti, finiscono per scegliere l'agricoltura come "ultima spiaggia" dopo una lunga ricerca di impieghi alternativi, firmando contratti stagionali di uno o due mesi per la raccolta di mele, uva o pomodori.
Le imprese agricole in Italia sono 1,6 milioni e impiegano 1.094.365 lavoratori dipendenti. Se si considera anche l'indotto, il numero degli operatori del settore agroalimentare italiano aumenta fino a rappresentare il 12 % della forza lavoro del nostro Paese. Le aziende guidate da giovani con meno di 35 anni sfiorano il 3 %. E mentre gli altri settori tagliano, l'agricoltura moltiplica i suoi posti di lavoro. Le imprese individuali guidate da giovani sotto i trent'anni nel secondo trimestre dell'anno è cresciuto del 4,2 %.
"Dal 2010 in poi - spiegano dalla Confederazione italiana agricoltori - nelle campagne italiane si sta registrando una tendenza nuova: sono sempre di più i giovani che, una volta completato il proprio percorso di studi, decidono di tornare alla terra. E non si tratta solo di figli che rilevano o continuano l'attività dei genitori, ma spesso sono neolaureati o neodiplomati preparati e determinati che, a causa di una crisi che chiude le porte dei loro settori, scelgono di scommettere sulla vita dei campi e di reinventarsi produttori".
In alcuni casi, è anche la voglia di cambiare vita a spingere i più giovani verso le campagne. Secondo un'analisi della Coldiretti in collaborazione con Swg, la metà dei giovani italiani preferirebbe aprire un agriturismo in campagna anziché lavorare in banca o in una multinazionale.
Ne è convinto Giuseppe Politi, il presidente della Confederazione italiana agricoltori, la cui affermazione è sostenuta dai numeri diffusi qualche giorno fa dalla sua associazione: quello agricolo oggi è l'unico settore del nostro Paese che cresce e crea nuovi posti di lavoro. Il valore aggiunto nell'ultimo anno è salito dell'1,1% mentre il numero dei posti di lavoro nel secondo trimestre del 2012 è aumentato addirittura del 6,2 %. Un settore, quello agricolo poco considerato dalle politiche economiche e di sviluppo degli ultimi anni, nonostante sarebbe in grado di assorbire in poco tempo più di 200 mila disoccupati.
L'agricoltura purtroppo, soprattutto nel Meridione è rimasta nella mani dei vecchi proprietari terrieri e in molte aziende agricole non si è registrato quell'indispensabile ricambio generazionale che avrebbe potuto dare nuova linfa e soprattutto occupazione ai giovani. Ora però grazie ai fondi europei e alla capacità imprenditoriali di molti neo laureati si sta registrando una notevole controtendenza.
Sempre più ragazzi, infatti, finiscono per scegliere l'agricoltura come "ultima spiaggia" dopo una lunga ricerca di impieghi alternativi, firmando contratti stagionali di uno o due mesi per la raccolta di mele, uva o pomodori.
Le imprese agricole in Italia sono 1,6 milioni e impiegano 1.094.365 lavoratori dipendenti. Se si considera anche l'indotto, il numero degli operatori del settore agroalimentare italiano aumenta fino a rappresentare il 12 % della forza lavoro del nostro Paese. Le aziende guidate da giovani con meno di 35 anni sfiorano il 3 %. E mentre gli altri settori tagliano, l'agricoltura moltiplica i suoi posti di lavoro. Le imprese individuali guidate da giovani sotto i trent'anni nel secondo trimestre dell'anno è cresciuto del 4,2 %.
"Dal 2010 in poi - spiegano dalla Confederazione italiana agricoltori - nelle campagne italiane si sta registrando una tendenza nuova: sono sempre di più i giovani che, una volta completato il proprio percorso di studi, decidono di tornare alla terra. E non si tratta solo di figli che rilevano o continuano l'attività dei genitori, ma spesso sono neolaureati o neodiplomati preparati e determinati che, a causa di una crisi che chiude le porte dei loro settori, scelgono di scommettere sulla vita dei campi e di reinventarsi produttori".
In alcuni casi, è anche la voglia di cambiare vita a spingere i più giovani verso le campagne. Secondo un'analisi della Coldiretti in collaborazione con Swg, la metà dei giovani italiani preferirebbe aprire un agriturismo in campagna anziché lavorare in banca o in una multinazionale.