E' già finita l'era della sigaretta elettronica?

A Gravina tra tasse e tabaccai gli svapo market sopravvivono

lunedì 23 settembre 2013 13.45
A cura di Ilaria Logruosso
Il governo, nel decreto legge n. 78/2013, alla sigaretta elettronica non fa sconti, condannando ad una morte lenta e dolorosa quello che si potrebbe definire un vero e proprio tormentone. Tormentone che non ha risparmiato nemmeno i fumatori di casa nostra: ben quattro gli "svapo market" gravinesi. Eppure, loro non hanno ancora risentito dell'ulteriore batosta, come se quella della recessione (per alcuni già annunciata) non fosse abbastanza. A livello nazionale invece, tanti negozi hanno chiuso, molti sono in crisi, compresi i grossi produttori che denunciano un fatturato del -50%. Anche il gruppo Ovale, produttore ed importatore di sigarette elettroniche, stima che il proprio fatturato calerà dell' 80% entro la fine dell'anno. Cala così il sipario su una vicenda da 350 milioni di euro di fatturato, oltre 3.000 punti vendita aperti nel 2012 e di circa 4.000 persone impiegate, senza considerare l'indotto.

In base al decreto, l' e-sig e "tutti i dispositivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio che ne consentono il consumo" potranno essere vendute nelle tabaccherie ma soprattutto saranno tassate del 58,8%. La maxi-tassa, in vigore a partire dal prossimo gennaio, garantirebbe alle casse governative una cifra di circa 35 milioni di euro che, pare, potrebbe evitare un consistente taglio sul personale delle carceri o, addirittura, sopperire agli introiti prima garantiti dall'Imu. Inoltre, non sarà più possibile utilizzare la sigaretta elettronica negli edifici scolastici statali e paritari e nei locali pubblici. Sarà vietata la vendita di liquidi e apparecchiature che contengono nicotina, ai minori di diciotto anni.

Ma come se la passano i rivenditori gravinesi? La risposta è più o meno la stessa per tutti: "Abbiamo subito sicuramente un calo rispetto all'inizio", racconta Pino Trionfo Fineo, titolare del negozio "L'altro fumo". "Per capire quanto ci danneggerà questo decreto dobbiamo aspettare, è troppo presto per dirlo. Se permettono alle tabaccherie di vendere le sigarette elettroniche a questo punto dovrebbero dare la licenza anche a noi" .

"Non ci possiamo lamentare, anche se le cose non vanno come dovrebbero. Ovviamente all'inizio abbiamo avuto un boom di vendite che in seguito sono calate", conferma Raffaele Desiante da "Io fumo", "ma abbiamo clienti che continuano a fumare la sigaretta elettronica". Per quanto riguarda la vendita delle e-sig nei tabacchini, Desiante aggiunge: "Chi vende sigarette elettroniche deve essere competente".

Controversa la vicenda della sigaretta elettronica. Strumento di tendenza (o di redenzione) per molti fumatori incalliti. Ci si è interrogati a lungo su come bollare lo "svapo", così come viene definita in gergo: dannoso oppure no per la salute? Da quanto ci raccontano, è sicuramente meno dispendioso: "Io personalmente risparmio più di duecento euro al mese", racconta Mimmo Grieco, titolare del negozio "Orient", che aggiunge: "Lo Stato ci ha fatto cattiva pubblicità, questo settore stava crescendo, anche noi abbiamo pagato le tasse, abbiamo versato l'iva. Tutti soldi che non incasseranno più se lo lasceranno morire, penso a tutti quelli che hanno investito del denaro per aprire questi negozi" . Anche Grieco parla di un grosso numero di clienti "quando c'è stato il boom" nell'aprile scorso; adesso invece punta più sulla vendita dei liquidi e delle parti di ricambio del corpo macchina.

Antonella Terribile, di "Smokie's" puntualizza: "Per aprire un negozio di sigarette elettroniche ci vuole una certa preparazione e soprattutto ci vuole del tempo, bisogna far provare la sigaretta al cliente, fargli scegliere il liquido che più gli piace o che più si adatta alle sue esigenze". Anche "Smokie's" ha registrato un calo delle vendite: "Vendiamo più che altro i pezzi di ricambio e i liquidi". A fare il controcanto un tabaccaio che ai pacchetti delle classiche bionde ha affiancato quelli delle e-sig usa e getta, Paolo Perrucci, che spiega: "La legge adesso non ci vieta più la vendita di altri prodotti da fumo, perciò da commerciante trovavo ingiusto il fatto di non poter competere con altri commercianti. Come persona, invece, penso sia ingiusto anche il fatto che non sia stata fatta una regolamentazione prima che esplodesse il fenomeno della sigaretta elettronica. Hanno quasi invogliato tantissima gente ad investire su un prodotto, senza una chiara e precisa legislazione, presentandolo come una gallina dalle uova d'oro".