L’ufficio del giudice di pace resta aperto, c'è la firma del ministro Cartabia
Pubblicata in Gazzetta ufficiale la revoca del decreto di chiusura
giovedì 10 marzo 2022
10.15
Era stato preannunciato da più di un mese, e adesso arriva l'ufficialità: l'ufficio del giudice di Pace di Gravina rimarrà aperto. "Revoca del decreto 1° dicembre 2021, concernente l'esclusione dell'Ufficio del giudice di pace di Gravina di Puglia (circondario di Bari) dall'elenco delle sedi mantenute". Con questa dicitura nella gazzetta ufficiale dello scorso 8 marzo il Ministro della Giustizia, Marta Cartabia ha firmato il decreto di revoca della chiusura degli uffici del giudice di Pace nella città di Gravina.
Una vicenda che aveva messo in agitazione le toghe gravinesi e non solo, dopo che il dicastero della giustizia, nello scorso dicembre, aveva stabilito la chiusura della sede di Gravina "in considerazione – si legge nella narrativa del provvedimento- delle criticità operative e gestionali determinate dalla insufficiente consistenza numerica e dai prolungati periodi di scopertura del personale di supporto all'attività giurisdizionale, dal continuo suo avvicendamento e dalla consequenziale inadeguata formazione per lo svolgimento delle funzioni giudiziarie".
Una carenza (certificata anche nel corso di una ispezione ministeriale) da attribuire all'amministrazione comunale, che secondo quanto previsto avrebbe dovuto provvedere ai costi di gestione della struttura e al personale. A sua discolpa il Comune aveva addotto una serie di circostanze fortuite, impegnandosi già in data 8 gennaio 2022 a riassegnare quattro unità lavorative, necessarie per il funzionamento degli uffici. Una volontà confermata anche dal commissario Prefettizio Rossana Riflesso, succeduta al sindaco Valente nell'amministrazione comunale.
Circostanze quest'ultime che –si legge nella nota del Ministero della Giustizia- se pur portate "a conoscenza dell'amministrazione solo successivamente all'adozione del decreto ministeriale 1° dicembre 2021, consentono di riconsiderare l'esclusione dell'Ufficio del giudice di pace di Gravina in Puglia dall'elenco delle sedi mantenute".
Nel revocare il decreto di chiusura il Ministero della Giustizia però concede al Comune sei mesi per mettersi in regola. "Un congruo periodo di osservazione e monitoraggio dello stato di attuazione degli impegni assunti dall'ente responsabile per il mantenimento e dei relativi riflessi sulla funzionalità del presidio giudiziario" -si legge in conclusione del decreto firmato dalla Ministra Cartabia.
Una vicenda che aveva messo in agitazione le toghe gravinesi e non solo, dopo che il dicastero della giustizia, nello scorso dicembre, aveva stabilito la chiusura della sede di Gravina "in considerazione – si legge nella narrativa del provvedimento- delle criticità operative e gestionali determinate dalla insufficiente consistenza numerica e dai prolungati periodi di scopertura del personale di supporto all'attività giurisdizionale, dal continuo suo avvicendamento e dalla consequenziale inadeguata formazione per lo svolgimento delle funzioni giudiziarie".
Una carenza (certificata anche nel corso di una ispezione ministeriale) da attribuire all'amministrazione comunale, che secondo quanto previsto avrebbe dovuto provvedere ai costi di gestione della struttura e al personale. A sua discolpa il Comune aveva addotto una serie di circostanze fortuite, impegnandosi già in data 8 gennaio 2022 a riassegnare quattro unità lavorative, necessarie per il funzionamento degli uffici. Una volontà confermata anche dal commissario Prefettizio Rossana Riflesso, succeduta al sindaco Valente nell'amministrazione comunale.
Circostanze quest'ultime che –si legge nella nota del Ministero della Giustizia- se pur portate "a conoscenza dell'amministrazione solo successivamente all'adozione del decreto ministeriale 1° dicembre 2021, consentono di riconsiderare l'esclusione dell'Ufficio del giudice di pace di Gravina in Puglia dall'elenco delle sedi mantenute".
Nel revocare il decreto di chiusura il Ministero della Giustizia però concede al Comune sei mesi per mettersi in regola. "Un congruo periodo di osservazione e monitoraggio dello stato di attuazione degli impegni assunti dall'ente responsabile per il mantenimento e dei relativi riflessi sulla funzionalità del presidio giudiziario" -si legge in conclusione del decreto firmato dalla Ministra Cartabia.