Ecomafie, triste primato per la Puglia

Quasi 5000 infrazioni accertate nel 2014. Tutti i numeri nel rapporto di Legambiente

mercoledì 1 luglio 2015
Triste primato per la Puglia, al primo posto nella classifica nazionale sulle illegalità ambientali con 4.499 infrazioni accertate su un totale nazionale di 29.293 reati accertati, circa 80 al giorno, poco meno di 4 ogni ora, per un fatturato criminale che ha raggiunto la ragguardevole cifra di 22 miliardi di euro.
Un fenomeno preoccupante che in Puglia fa registrare una ragguardevole impennata con il 15,4% dei reati accertati (4.499), 4.159 denunce e 5 arresti. Crescono i reati nel ciclo dei rifiuti (oltre 7mila, +26% rispetto all'anno precedente) e le inchieste sul traffico organizzato di rifiuti, che arrivano addirittura a 35. Impressionante anche il quantitativo di rifiuti sequestrati in questo ultimo anno e mezzo: in appena 16 inchieste condotte, più di tre milioni di tonnellate di veleni sono state bloccate da provvedimenti giudiziari. Drastica è, invece, la riduzione degli illeciti nel traffico internazionale di rifiuti, il cui quantitativo sequestrato passa da 4.300 tonnellate del 2013 alle 1.500 dello scorso anno. Nel ciclo del cemento aumentano gli illeciti: 5.750 reati (+4,3%), compiuti soprattutto in Campania, e poi in Calabria, Puglia e Lazio. Nel racket degli animali, invece, le forze dell'ordine hanno verbalizzato ben 7.846 reati.
I dati pugliesi del rapporto Ecomafia 2015 di Legambiente sono stati presentati a Bari, nel corso di una conferenza stampa, da Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, alla presenza di Ennio Cillo, magistrato della Procura della Repubblica di Lecce e Renato Nitti, magistrato della Procura della Repubblica, e dei rappresentanti delle forze dell'ordine.

"Nel Rapporto Ecomafia 2015 la Puglia conquista la vetta della poco edificante classifica delle illegalità ambientali in Italia, primato raggiunto scalzando quello storico della Campania - dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia - Nella nostra regione, infatti, le forze dell'ordine hanno riscontrato ben 4.499 infrazioni, il 15,4% di quanto accertato su tutto il territorio nazionale, denunciato 4.159 persone ed effettuato 2.469 sequestri. In linea col dato regionale, la provincia di Bari risulta essere la più colpita d'Italia per numero complessivo di infrazioni, 2.519".
A questo si aggiunge un altro primato, quello nel ciclo illegale dei rifiuti con ben 2.081 infrazioni accertate, mentre l'abusivismo edilizio e i reati contro la fauna non accennano a diminuire. Una scalata ai vertici da parte della Puglia che si spiega con il capillare lavoro di monitoraggio e controllo svolto in tutta la regione dalle forze dell'ordine (in particolare Corpo Forestale dello Stato, Guardia di Finanza e Carabinieri), coordinate operativamente da diversi anni grazie a un Accordo Quadro promosso e finanziato dalla Regione e che si avvale delle competenze scientifiche di Cnr e Arpa Puglia.
Record anche per persone denunciate, 2.020, e sequestri effettuati, 1.744. La maggior parte delle infrazioni accertate si concentra nelle province di Bari, 1.641, e Foggia, 184.

Numerose le indagini del Corpo Forestale dello Stato che hanno permesso di portare alla luce ingenti quantitativi di rifiuti pericolosi e non, tombati in diverse località: in una ex cava sita a "Grottelline" in agro di Spinazzola (Ba), nel Torrente Picone, in agro di Sannicandro di Bari, in area sottoposta a vincolo paesaggistico, e in località Santa Fara nel Comune di Bari, dove è stato trovato anche amianto frantumato. L'operazione "Pozzo senza fondo" del Corpo Forestale dello Stato, nell'ambito di una indagine condotta dalla D.D.A. di Bari, ha portato al sequestro di un maxi frantoio del barese che smaltiva direttamente in falda le acque di vegetazione derivanti dalla lavorazione delle olive, in violazione delle normative ambientali di settore. Invece sono state quasi 1.800 le infrazioni accertate e 37 le discariche sequestrate dalla Guardia di Finanza nell'ambito della tutela ambientale sul territorio pugliese.
"Oltre ai traffici organizzati, la Puglia si conferma anche una delle regioni più martoriate dalle discariche illegali - continua Tarantini - Dalle piccole discariche di eternit, laterizi e pneumatici fuori uso alle cave in cui spesso vengono tombati i rifiuti scoperti dalle forze dell'ordine. Purtroppo le 2.579 cave dismesse e/o abbandonate nella nostra regione rischiano di diventare luoghi privilegiati per lo smaltimento illecito di rifiuti. Invitiamo, in tal senso, il nuovo governatore a puntare su un piano di recupero ambientale e plaudiamo alla convenzione sottoscritta tra Regione e Comando regionale dei Carabinieri inerente i controlli sia nella fase di scavo che in quella di trasporto degli inerti".

Nella classifica sulla corruzione in Italia in materia ambientale la Puglia è al 7° posto con 12 inchieste, 79 persone arrestate, 169 denunciate e 6 sequestri effettuati. Negli ultimi quattro anni e mezzo Legambiente ha censito alcune delle principali inchieste ecocriminali, in virtù del ruolo cruciale svolto dalla corruzione, contandone ben 233. Purtroppo gli appalti pubblici nel settore dell'ambiente sono tra quelli più esposti alla corruzione e alla criminalità organizzata.
"Con l'introduzione nel codice penale dei delitti contro l'ambiente - conclude Tarantini - le ecomafie e l'ecocriminalità, che vuole fare profitti a danno della salute collettiva e degli ecosistemi, cominceranno ad essere contrastate con adeguati strumenti repressivi. A tal proposito, non possiamo non sottolineare come sia incomprensibile la decisione del Governo di smembrare il Corpo Forestale dello Stato per inglobarlo in un'altra forza di polizia. Il più diffuso corpo di polizia specializzato nella tutela dell'ambiente e del paesaggio ha un ruolo fondamentale nel contrastare tutte le forme di illegalità e minaccia del territorio: dagli incendi boschivi al dissesto idrogeologico, dall'abusivismo edilizio in aree interne allo smaltimento illegale di rifiuti, dai reati contro gli ecosistemi naturali e le specie protette fino agli illeciti in campo agroalimentare".