Emergenza cinghiali: vicenda sottovalutata

Stea interroga la Regione

martedì 20 febbraio 2018
"Ancora notizie allarmanti sulla presenza di branchi di cinghiali tra le strade delle nostre città e delle nostre campagne, con danni ingentissimi alle aziende agricole già alle prese con una lunga serie di problematiche che ne mettono continuamente a rischio la sopravvivenza e i livelli occupazionali. Una questione seria che invece in Puglia continua ad essere pericolosamente sottovalutata, nonostante il pericolo rappresentato da questi animali selvatici il cui numero è peraltro in costante aumento".

E' quanto denuncia il consigliere regionale di Forza Italia, Gianni Stea che sottolinea "Il rischio che ad un intervento specifico, scientificamente attento alla salvaguardia dell'intero ecosistema, per tenere sotto controllo il numero di cinghiali si sostituisca una sorta di giustizia sommaria da parte di agricoltori e cittadini. Eppure da mesi in Regione è stata presentata, su iniziativa mia e del collega Donato Pentassuglia, una proposta di legge su Misure urgenti per la programmazione e pianificazione del prelievo venatorio e del controllo del cinghiale (Sus scrofa) atte a contenere l'espansione demografica della specie nel territorio della Puglia". Stea ricorda la lunga serie di interrogazioni finora rimaste inascoltate. "C'è una politica che sulla questione ha deciso di non decidere. E i risultati sono sotto gli ogghi di tutti", afferma il consigliere di Forza Italia facendo, per esempio, riferimento "alla distruzione di quaranta ettari di terreno seminati a ceci alle porte di Altamura, per un danno di diverse migliaia di euro".

Stea ricorda infine le linee guida della proposta di legge, che " attesa la complessità degli argomenti trattati, è stata esaminata e relazionata da ISPRA e contiene le linee di indirizzo per la disciplina dell'avvio sperimentale della caccia al cinghiale, con le diverse tecniche di prelievo. Caccia finalizzata al mantenimento della presenza della specie a densità compatibili con le altre componenti faunistiche e con le attività produttive agro-silvo-pastorali in modo da prevenire e minimizzare i danni alle colture. E' auspicabile che anche all'interno delle aree protette (Parchi Nazionali,Regionali, ecc.) le misure prevenzione dei danni, la loro stima e gli interventi di controllo sulla specie vengano realizzate secondo quanto indicato nella pdl che, beninteso, non comporta alcun onere a carico del bilancio regionale e che nasce sull'esperienza di quanto già adottato da altre Regione del Centro Nord Italia".