Fedele Lagreca sosterrà il Centro Democratico

Intanto il Pdl con Zullo chiede le dimissioni di Valente. "Non c'è più la maggioranza decretata dai cittadini".

lunedì 11 febbraio 2013 12.35
A cura di Antonella Testini
Si allarga il fronte del Centro Democratico.

Anche il consigliere provinciale Fedele Lagreca sostiene i tabacciani. Secondo quanto si apprende da una nota diffusa dallo stesso Lagreca, "è stato sufficiente un incontro tra vecchi amici per convincermi a sostenere il Centro Democratico nella prossima tornata elettorale sia alla Camera che al Senato". Un sostegno "solo politico" (visto che nell'assise provinciale Lagreca resta nel suo gruppo consiliare) da offrire al "vecchio amico" Nicola Canonico, capolista al Senato, con cui Lagreca ha intrecciato già mesi fa un profondo rapporto di collaborazione.

Intanto, sempre in tema di campagna elettorale torna a far sentire la propria voce il Pdl gravinese per commentare gli ultimi fatti politici locali ed "esternare un senso di profondo dolore e preoccupazione per le sorti della città per gli accadimenti di questi giorni". "Non c'è più la maggioranza decretata dagli elettori - scrive il commissario cittadino, il consigliere regionale Ignazio Zullo (nella foto) - e il voler rabberciare e costruire intese tra spezzoni di quella maggioranza e persone singole di forze politiche votate in antitesi ad essa è un tradimento a quegli elettori il cui voto non può e non deve essere rispettato solo da noi, ma anche e soprattutto da coloro che con l'elezione alla carica di consigliere e di sindaco hanno il peso di onorare tenendo fede al mandato ricevuto".

Partendo da questa considerazione, il Pdl chiede al sindaco che "si dimetta aprendo per i venti giorni previsti dalla legge le consultazioni finalizzate alla ricostituzione della maggioranza che le urne hanno decretato ed in caso di insuccesso ne prenda atto e restituisca al popolo il diritto ad eleggere una nuova classe dirigente capace di farsi carico dei problemi della città".

Un invito, una speranza o più probabilmente una provocazione da parte di chi, pur non avendo rappresentanti in consiglio comunale, non è mai stato distante dalla politica locale.