Fiera San Giorgio, cercasi trasparenza

Duro attacco del consigliere Conca contro l'amministrazione comunale

mercoledì 24 febbraio 2016 11.24
A cura di Antonella Testini
Trasparenza e correttezza nell'organizzazione della Fiera San Giorgio.

E' quanto chiede il consigliere regionale Mario Conca in una nota indirizzata al primo cittadino Alesio Valente invitandolo a individuare l'organizzatore della campionaria 2016 attraverso il Mepa, il mercato elettronico per la pubblica amministrazione, utilizzando "una Richiesta di offerta (Rdo) libera per tutti gli operatori iscritti nella categoria di riferimento in modo da avere una ampia scelta tra le offerte e scegliere quella che comporta maggiori risparmi per l'amministrazione. Infatti il criterio del prezzo più basso, per non lasciare adito a dubbi, non può essere sostituito in corsa con quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa, che lascerebbe all'Amministrazione un'ampia discrezionalità nella valutazione dell'offerta tecnica, consentendo di favorire i soliti noti".
L'appunto del consigliere affonda le radici nell'edizione 2015 della Fiera San Giorgio, quando a suo dire, dopo anni di affidamenti diretti a soggetti esterni "con il criterio del frazionamento degli incarichi per non superare la soglia che obbliga quanto meno al cottimo fiduciario a trattativa privata" palazzo di città ha deciso di rivolgersi al mercato elettronico per individuare l'organizzatore della campionaria.

Conca ad un anno di distanza rivendica dubbi e incertezze sulla procedura.
"Nel 2015, il Comune decide l'affidamento per l'edizione 2015 sarà veicolato tramite Mepa, come prevede l'art. 7, comma 2 del D.L. 52/2012. In realtà, nel Mepa, le procedure per la selezione dei fornitori sono di due tipi: una volta individuata la categoria di riferimento (in questo caso "Eventi 2010 servizi per eventi e per la comunicazione") si può procedere con un invito diretto ad alcuni operatori – procedura questa che equivale alla trattativa privata – o con un invito aperto e visibile a tutti gli iscritti alla categoria, procedura questa che equivale a quella ad evidenza pubblica".
E qui a detta del consigliere risiederebbe la furbata.
"Tra le due, il Comune sceglie la prima strada, invitando cinque ditte presenti sul Mepa: Boys global service, Artis società cooperativa, Iris società cooperativa sociale, Co.M.Media srl, Società cooperativa Paz e scegliendo il criterio del prezzo più basso per l'aggiudicazione".
Società che a quanto pare non avrebbero i requisiti per soddisfare le richieste dell'amministrazione gravinese poiché: "La Boys global service, che opera a Trento, non è presente nella categoria di riferimento "Eventi 2010 servizi per eventi e per la comunicazione" e quindi non può rispondere alla procedura; la Iris società cooperativa sociale, opera a Bolzano, si occupa di spettacoli teatrali e non solo non è presente nella citata categoria di riferimento, ma non è nemmeno iscritta al Mepa, anche la Società cooperativa Paz, non è presente nella categoria di riferimento "Eventi 2010 servizi per eventi e per la comunicazione" e quindi non può nemmeno lei rispondere alla procedura. Le irregolarità sono a questo punto evidenti: a poter rispondere restano solo la Artis e la Co.M.Media, che insieme non raggiungono il numero minimo di operatori previsti dalla legge e dal regolamento Mepa per i cottimi fiduciari (minimo tre oppure cinque o più operatori)".
L'offerta a cui lo scorso anno è stata affidata la organizzazione della campionaria è stata presentata dalla società Co.M.Media, "con un ribasso simbolico di poco più del 3% su una base d'asta di circa 200.000,00 euro iva esclusa" rimarca il pentastellato che in coda solleva dubbi anche sulla tempistica della gara poiché "la determina di indizione della gara è del 13 marzo e per rispondere è logico lasciare agli operatori almeno 10 giorni, mentre l'aggiudicazione provvisoria è del 30 marzo".
In pratica secondo il consigliere Conca le procedure attivate dal Municipio sarebbero a tutti gli effetti riconducibili ad una trattativa privata "espressamente vietate dalla Legge Regionale numero 2 del 2009 che all'articolo 11 punto 4, richiama l'obbligo dell'evidenza pubblica per la selezione degli organizzatori delle rassegne fieristiche".

"Cos'altro dire? Che alla procedura si dovrebbe interessare l'Anac se non la Procura della Repubblica? Che la procedura stessa appare irregolare sotto molteplici e rilevanti punti di vista in spregio delle pari opportunità, discriminando gli operatori e violando le leggi e le regole di mercato? Che l'amministrazione avrebbe potuto avere sensibili riduzioni di costi allargando l'area degli invitati?".
Domande a cui qualcuno da palazzo di città, che sia il sindaco o il responsabile dell'ufficio appalti a cui pure la comunicazione è indirizzata, dovrà dare risposte.