Fiera San Giorgio, un mercato anonimo
Primavera Popolare presenta il conto e chiede l'accesso agli atti finanziari
lunedì 30 aprile 2018
"Se il buongiorno si vede dal mattino, il ritardo nella pubblicazione dei due bandi di gara (uno per l'allestimento e l'altro per lo svolgimento degli eventi) è stato il tetro preludio di ciò che si sarebbe consumato".
Dopo quelle di Mimmo Romita, arrivano le riflessioni di Primavera Popolare a scaldare gli animi della politica locale dopo la chiusura della Fiera San Giorgio.
"La desolante visione di quelli sgombri padiglioni è la drammatica immagine che da qualche giorno alloggia nella mente e nell'animo dei cittadini, dei visitatori, degli espositori.
Una fiera così antica e prestigiosa non può essere organizzata in pochi giorni, per evitare il rischio che si facciano scelte molto discutibili".
Sotto accusa il trasferimento di alcune bancarelle dei mercanti ambulanti in Via Spinazzola, in prossimità del SS. Crocifisso, "luogo non congeniale ad ospitare eventi che comportano un intenso transito pedonale, in considerazione dei pericoli per la pubblica incolumità (da un lato si trova una gravina, dall'altro una profonda cunetta)".
Una decisione che ha di fatto bloccato la viabilità cittadina creando non pochi disagi nelle zone limitrofe al quartiere fieristico così come nelle altre zone di accesso al centro abitato.
"Partendo in evidente ritardo – attaccano Ezio Simone e Ignazio Lovero - l'amministrazione ha avuto un esiguo lasso di tempo a disposizione per elaborare ed ideare soluzioni più comode.
Non è mancato, tuttavia, il tempo necessario per stanziare ulteriori diecimila euro, con una delibera di giunta, per lo svolgimento di diversi eventi che, a dirla tutta, non hanno avuto luogo nella Sala Convegni sita in fiera, ma sono stati realizzati presso le Officine Culturali".
E dopo la sonora bocciatura dell'edizione appena conclusa della Fiera anche Primavera Popolare avanza la richiesta di accesso agli atti per conoscere più dettagliatamente spese e costi sostenuti in occasione della fiera.
"Nell'attesa che ci venga fornito quanto da noi richiesto – concludono i due consiglieri - non possiamo che augurarci che, sin da oggi, la politica e gli uffici incomincino a cooperare con l'obiettivo di rendere più fruttuose e produttive le edizioni future, ritornando a conferire una identità ad un'antica e prestigiosa fiera ormai divenuta anonima".
Dopo quelle di Mimmo Romita, arrivano le riflessioni di Primavera Popolare a scaldare gli animi della politica locale dopo la chiusura della Fiera San Giorgio.
"La desolante visione di quelli sgombri padiglioni è la drammatica immagine che da qualche giorno alloggia nella mente e nell'animo dei cittadini, dei visitatori, degli espositori.
Una fiera così antica e prestigiosa non può essere organizzata in pochi giorni, per evitare il rischio che si facciano scelte molto discutibili".
Sotto accusa il trasferimento di alcune bancarelle dei mercanti ambulanti in Via Spinazzola, in prossimità del SS. Crocifisso, "luogo non congeniale ad ospitare eventi che comportano un intenso transito pedonale, in considerazione dei pericoli per la pubblica incolumità (da un lato si trova una gravina, dall'altro una profonda cunetta)".
Una decisione che ha di fatto bloccato la viabilità cittadina creando non pochi disagi nelle zone limitrofe al quartiere fieristico così come nelle altre zone di accesso al centro abitato.
"Partendo in evidente ritardo – attaccano Ezio Simone e Ignazio Lovero - l'amministrazione ha avuto un esiguo lasso di tempo a disposizione per elaborare ed ideare soluzioni più comode.
Non è mancato, tuttavia, il tempo necessario per stanziare ulteriori diecimila euro, con una delibera di giunta, per lo svolgimento di diversi eventi che, a dirla tutta, non hanno avuto luogo nella Sala Convegni sita in fiera, ma sono stati realizzati presso le Officine Culturali".
E dopo la sonora bocciatura dell'edizione appena conclusa della Fiera anche Primavera Popolare avanza la richiesta di accesso agli atti per conoscere più dettagliatamente spese e costi sostenuti in occasione della fiera.
"Nell'attesa che ci venga fornito quanto da noi richiesto – concludono i due consiglieri - non possiamo che augurarci che, sin da oggi, la politica e gli uffici incomincino a cooperare con l'obiettivo di rendere più fruttuose e produttive le edizioni future, ritornando a conferire una identità ad un'antica e prestigiosa fiera ormai divenuta anonima".