Forno crematorio, Articolo Uno critica il progetto
Forte impatto ambientale. Chiesti chiarimenti al Comune
mercoledì 24 giugno 2020
0.20
Dopo che il problema era stato portato alla ribalta dal consigliere comunale Angelo Lapolla e dopo settimane di silenzio da parte dell'amministrazione comunale, adesso a prendere la parola sull'incombenza della realizzazione di un forno per la cremazione delle salme, a ridosso della zona archeologica è il movimento politico Articolo Uno.
"Un enorme forno crematorio all'interno del cimitero comunale, da realizzarsi attraverso un project financing che nuocerà al turismo trasformando Gravina da città d'arte e di cultura, a "città delle cremazioni"- sottolineano da Articolo Uno.
Un progetto sconosciuto ai più che, nonostante il benestare dell'amministrazione comunale, non è riuscito a superare il vaglio della commissione paesaggistica locale, che a riguardo ha sollevato non poche perplessità. La formazione politica punta il dito contro l'amministrazione rea di non aver reso partecipe del progetto la città.
"Non un atto d'indirizzo di Giunta. Non una determina dirigenziale pubblicata a favore di trasparenza. Non una convocazione di Consiglio Comunale per mettere la città a conoscenza di un nuovo progetto che, qualora diventasse realtà, cambierebbe non solo lo skyline della città, ma anche i più elementari parametri di salubrità dell'aria"- accusano da Articolo Uno.
Il progetto – sostengono dal movimento politico- sarebbe anche meritorio, se fosse realizzato in piena regola, a partire dal posto scelto per allocare il forno crematorio: "Un vero e proprio business cimiteriale da farsi su un bene demaniale, il cimitero appunto, nel quale tantissimi sono i problemi irrisolti". Collocazione infelice, anche per le problematiche ambientali legate alla ubicazione del forno presso l'area cimiteriale.
Infatti- spiegano da Articolo Uno- "ci sarebbero anche molti aspetti ambientali calpestati e disattesi: questo forno crematorio è vicinissimo al torrente la gravina, a pochi passi dal Parco Archeologico e a pochi minuti di strada dal magnifico ponte della gravina che in tanti abbiamo contribuito a portare sul podio della classifica FAI". A questo si aggiunga che il luogo prescelto per il forno crematorio è a ridosso del tratto storico e archeologico della via Appia, unica traccia visibile sul nostro territorio: una situazione ad alto impatto ambientale ed una circostanza che stride con l'idea dell'amministrazione comunale di inserire l'antico tratturo in un progetto del Mibact.
Insomma, una vicenda che merita chiarezza e trasparenza. Quella che Articolo Uno chiede al sindaco Valente, invitandolo a rendere partecipe della volontà dell'amministrazione l'intera cittadinanza, non solo su questo progetto, ma su tutti quegli interventi, come il progetto per le acque reflue al bosco, o quello sul rione piaggio, ma anche le progetti riguardanti il silos e la nuova la rigenerazione urbana (solo per citarne alcuni) che – concludono da Articolo Uno- "pesano come macigni sulla partecipazione dei gravinesi alla vita politica".
"Un enorme forno crematorio all'interno del cimitero comunale, da realizzarsi attraverso un project financing che nuocerà al turismo trasformando Gravina da città d'arte e di cultura, a "città delle cremazioni"- sottolineano da Articolo Uno.
Un progetto sconosciuto ai più che, nonostante il benestare dell'amministrazione comunale, non è riuscito a superare il vaglio della commissione paesaggistica locale, che a riguardo ha sollevato non poche perplessità. La formazione politica punta il dito contro l'amministrazione rea di non aver reso partecipe del progetto la città.
"Non un atto d'indirizzo di Giunta. Non una determina dirigenziale pubblicata a favore di trasparenza. Non una convocazione di Consiglio Comunale per mettere la città a conoscenza di un nuovo progetto che, qualora diventasse realtà, cambierebbe non solo lo skyline della città, ma anche i più elementari parametri di salubrità dell'aria"- accusano da Articolo Uno.
Il progetto – sostengono dal movimento politico- sarebbe anche meritorio, se fosse realizzato in piena regola, a partire dal posto scelto per allocare il forno crematorio: "Un vero e proprio business cimiteriale da farsi su un bene demaniale, il cimitero appunto, nel quale tantissimi sono i problemi irrisolti". Collocazione infelice, anche per le problematiche ambientali legate alla ubicazione del forno presso l'area cimiteriale.
Infatti- spiegano da Articolo Uno- "ci sarebbero anche molti aspetti ambientali calpestati e disattesi: questo forno crematorio è vicinissimo al torrente la gravina, a pochi passi dal Parco Archeologico e a pochi minuti di strada dal magnifico ponte della gravina che in tanti abbiamo contribuito a portare sul podio della classifica FAI". A questo si aggiunga che il luogo prescelto per il forno crematorio è a ridosso del tratto storico e archeologico della via Appia, unica traccia visibile sul nostro territorio: una situazione ad alto impatto ambientale ed una circostanza che stride con l'idea dell'amministrazione comunale di inserire l'antico tratturo in un progetto del Mibact.
Insomma, una vicenda che merita chiarezza e trasparenza. Quella che Articolo Uno chiede al sindaco Valente, invitandolo a rendere partecipe della volontà dell'amministrazione l'intera cittadinanza, non solo su questo progetto, ma su tutti quegli interventi, come il progetto per le acque reflue al bosco, o quello sul rione piaggio, ma anche le progetti riguardanti il silos e la nuova la rigenerazione urbana (solo per citarne alcuni) che – concludono da Articolo Uno- "pesano come macigni sulla partecipazione dei gravinesi alla vita politica".