Furto di cimeli di Arcangelo Scacchi
Mancano le telecamere e l’allarme non funziona. Si poteva evitare?
mercoledì 20 novembre 2024
Un furto che ha fatto discutere. Qualche giorno fa sono stati portati via dall'ex convento di Santa Sofia alcuni cimeli appartenuti al geologo, mineralogista e vulcanologo gravinese Arcangelo Scacchi. Si tratta di una lente da geologo a doppio ingrandimento x 10 e x 6 in bronzo e corno di bue; un kit da scrivania con timbro per ceralacca da bacchetta per bruciatore e tagliacarte personalizzati; e di un kit da disegno con compassi da misurazione e pennino stilografico.
Gli oggetti erano custoditi nei locali del quinto piano dell'ex monastero, in alcune teche provvisoriamente allocale lì con altri materiali appartenuti all'illustre concittadino come libri, carte, foto, ritratti, materiali litici e oggetti personali: set da scrivania, set da disegno, lenti di ingrandimento e altri oggetti.
"L'allocazione in Santa Sofia di tali teche avvenne in contemporanea con l'allestimento del Museo Geoparco", afferma il presidente della fondazione Santomasi Filippo Tarantino, precisando che "gli ambienti del quinto piano non sono affidati a questa Fondazione, bensì esclusivamente al Parco dell'Alta Murgia, che ne possiede diligentemente le chiavi e può accedervi anche tramite ascensore dai locali dell'Amministrazione comunale".
E dunque la competenza della sorveglianza dei locali che ospitano le teche competerebbe al parco, con il Presidente Tarantini che ha immediatamente attivato le forze dell'ordine per le indagini del caso. Resta il mistero di come abbiano fatto ad entrare i ladri, visto che non ci sarebbero segni di effrazione.
Un mistero di difficile soluzione, visto che i locali non sono controllati da telecamere di sicurezza. Non solo- rincara la dose il presidente dell'ente morale- ma "gli ambienti a noi affidati sono dotati di impianto di allarme, che però è guasto da questa estate e non è stato riattivato nonostante i numerosi solleciti voce e la richiesta per pec".
E allora la domanda sorge spontanea: si poteva evitare questo furto?
Gli oggetti erano custoditi nei locali del quinto piano dell'ex monastero, in alcune teche provvisoriamente allocale lì con altri materiali appartenuti all'illustre concittadino come libri, carte, foto, ritratti, materiali litici e oggetti personali: set da scrivania, set da disegno, lenti di ingrandimento e altri oggetti.
"L'allocazione in Santa Sofia di tali teche avvenne in contemporanea con l'allestimento del Museo Geoparco", afferma il presidente della fondazione Santomasi Filippo Tarantino, precisando che "gli ambienti del quinto piano non sono affidati a questa Fondazione, bensì esclusivamente al Parco dell'Alta Murgia, che ne possiede diligentemente le chiavi e può accedervi anche tramite ascensore dai locali dell'Amministrazione comunale".
E dunque la competenza della sorveglianza dei locali che ospitano le teche competerebbe al parco, con il Presidente Tarantini che ha immediatamente attivato le forze dell'ordine per le indagini del caso. Resta il mistero di come abbiano fatto ad entrare i ladri, visto che non ci sarebbero segni di effrazione.
Un mistero di difficile soluzione, visto che i locali non sono controllati da telecamere di sicurezza. Non solo- rincara la dose il presidente dell'ente morale- ma "gli ambienti a noi affidati sono dotati di impianto di allarme, che però è guasto da questa estate e non è stato riattivato nonostante i numerosi solleciti voce e la richiesta per pec".
E allora la domanda sorge spontanea: si poteva evitare questo furto?