Gettoni di presenza, FdI: "Vadano a progetti sociali"

E Sallicati ricorda: "Molti i consiglieri assenti alle sedute". Intanto torna sulla scena il Movimento civico e denuncia i silenzi della politica.

giovedì 2 maggio 2013 16.30
A cura di Francesco Mastromatteo
"Tre anni fa mi dimisi da assessore perché non mi piaceva un certo modo di fare politica. Il tempo mi ha dato ragione".

E' un fiume in piena Maria Antonietta Sallicati, coordinatrice cittadina di Fratelli d'Italia, la formazione di centrodestra guidata a livello nazionale dall'ex ministro Giorgia Meloni, in merito allo scandalo dei gettoni di presenza che ha travolto la politica gravinese. La venticinquenne dirigente di FdI, ex Pdl, durante l'amministrazione Divella ricoprì per alcuni mesi la carica di assessore allo sport, in quota alla lista civica "Gravina nel cuore". Le chiediamo se in quel periodo abbia mai notato qualcosa di poco chiaro. "Ho partecipato a diverse riunioni di commissione, quella che si occupava di politiche giovanili, sport e pari opportunità, e ricordo che non tutti i consiglieri membri erano sempre presenti, ma non so dire cosa venisse verbalizzato: vi partecipavo come assessore e prendevo un'indennità fissa".

L'esperienza tuttavia finì dopo che la giovane amministratrice entrò in rotta di collisione con il movimento di riferimento: "Scrissi una lettera aperta alla città, per spiegare come preferivo lasciare piuttosto che sottostare a un modo clientelistico e personalistico di fare politica. Un sistema che sarebbe confermato da quanto emerge in questi giorni, se le inchieste dovessero trovare riscontri in sede processuale ".

"Come Fratelli d'Italia – conclude Maria Antonietta Sallicati – siamo garantisti verso gli indagati, ma da un punto di vista politico chiediamo una reazione forte e decisa, per ridare credibilità al Palazzo e recuperare fiducia da parte dei cittadini. Per questo a breve proporremo in una pubblica assise la sottoscrizione da parte di tutti i movimenti e partiti politici presenti in città di un codice etico-politico finalizzato a ridare alla classe dirigente locale quella autorevolezza che i nostri concittadini chiedono a gran voce. Inoltre chiediamo che i fondi destinati a finanziare le commissioni vengano destinati a progetti di pubblica utilità."

Ma a prendere posizione sulla vicenda è anche un redivivo Movimento Civico Gravinese, dopo un anno di inattività, col suo leader Gianni Matera ("Sono ancora referente del gruppo – precisa – ma escludo candidature future, e presto lascerò la guida ad altri") in un comunicato ricorda di aver segnalato a suo tempo gli abusi e stigmatizza il silenzio dei partiti, grillini compresi: "E' un silenzio che sa di vergogna – si legge nella nota – nella lista degli indagati mancano alcuni nomi di politici eccellenti, che sono stati più bravi degli altri ad occultare le prove".

Mentre lo scandalo, insomma, è motivo di silenzio imbarazzato nel Palazzo, fuori da esso torna a impegnare gli uffici stampa. Quasi come se la campagna elettorale fosse vicina…