Gettoni di presenza: indaga la Guardia di Finanza
Nel mirino, il periodo tra il 2009 ed il 2011. In due anni i consiglieri gravinesi sarebbero costati più di 300.000 euro.
mercoledì 10 ottobre 2012
12.47
I consiglieri comunali? Per due anni non hanno staccato nemmeno d'estate. Tutti o quasi sempre al loro posto, disciplinatamente, senza mai disertare un appuntamento. Per il bene delle istituzioni e della città. Partecipando spesso e volentieri anche a trenta e più sedute in un mese, in nome della buona politica e di Gravina.
Adesso, sul loro ligio attaccamento al dovere sta indagando la Guardia di Finanza. La precisazione è d'obbligo: al momento, nessun reato sarebbe stato ancora ipotizzato nè, men che meno, vi sarebbero nomi iscritti nel registro degli indagati. Ma le indagini, che sarebbero state stimolate anche da pubbliche denunce, come quelle del Movimento civico gravinese, procedono. Con riflessi paradossali: presentandosi in Comune per acquisire la documentazione necessaria a fugare ogni sospetto, le Fiamme Gialle si sarebbero trovate di fronte all'impossibilità di ottenere subito tutto il materiale richiesto: non era nella disponibilità degli uffici. Ed al Municipio non è rimasto altro da fare che prendere carta e penna e scrivere a tutti gli ex consiglieri che in passato avevano ricoperto l'incarico di presidente o segretario di commissione (alcuni dei quali membri anche dell'attuale assemblea consiliare) e chiedere loro, con cortese urgenza, di favorire i verbali e le convocazioni redatte dal 10 giugno 2009 al 12 ottobre 2011, "trattenuti e conservati agli atti della Commissione ad uso esclusivo dei lavori della Commissione" stessa.
Dettagli. Magari irrilevanti, per un'inchiesta ancora ai primi passi e che potrebbe anche sfociare nel mare magnum del penalmente irrilevante. "Attraverso la documentazione consegnata ai finanzieri - fanno sapere fonti di Palazzo di città - sono stati forniti gli elementi utili a fugare ogni perplessità sulla regolarità dei passaggi consumati". E forse alla fine sarà davvero così. Ma gli inquirenti, intanto, secondo alcune indiscrezioni, starebbero estendendo il raggio degli accertamenti anche al periodo antedente al 2009.
Come che vadano a finire i controlli in corso, resta nelle cronache il dato, tutt'altro che irrilevante nel suo importo, delle somme nel tempo dragate dalla politica nei bilanci comunali. Riflettori puntati, giusto per capire, proprio sul biennio 2009-2011. Le cifre sono da intendersi al lordo. Il punto di partenza è la delibera con cui, il 27 gennaio del 2006, il consiglio comunale fissa l'importo del gettone di presenza, quantificandolo in 32,53 euro e legandolo, come del resto prevede la legge, all'indennità del sindaco, fissata in 3.114,23 euro mensili. E sempre per rispettare la legge, si prescrive che nessun consigliere possa percepire, attraverso i gettoni, una somma pari a più di un quarto dell'indennità sindacale.
E così puntualmente avviene. Nel biennio preso in considerazione le commissioni permanenti, istituite con delibera del settembre 2009, sono 8. Ad esse se ne aggiunge una speciale, quella per la Fiera di San Giorgio. Ogni mese, doverosamente, i gettonisti presentano il conto all'ente. Che dal primo novembre al 31 dicembre 2009 scuce 40.000 euro. A chi vanno? A tutti, più o meno in egual misura. E se non ci fosse stato il tetto fissato con delibera, più d'uno avrebbe avuto diritto, legittimamente, addirittura a compensi maggiori. Nel novembre del 2009, ad esempio, per come attestano le determine di liquidazione, il recordman è il consigliere Salvatore Debenedictis, che prende parte a ben 38 sedute tra riunioni di consiglio comunale, commissioni e conferenze dei capigruppo. Un gradino più sotto, a quota 37, Sergio Varvara (oggi assessore). Appena più staccati, con 36 sedute, Giovanni De Pascale e Giuseppe Carulli. Quindi, a 35, il consigliere Domenico Calderoni, un gradino più giù l'attuale sindaco Alesio Valente e poi via via gli altri. In media, festivi compresi, fa più d'una riunione al giorno. E tutti si portano a casa il massimo consentito, ovvero 778,55 euro (che al netto diventano poco più di 500), eccezion fatta per quattro consiglieri (che racimolano comunque un gruzzolo superiore ai 600 euro) e per Rino Vendola, che partecipando a tre sole sedute non supera neppure i 100 euro. E il copione si ripete più o meno identico anche nei mesi a seguire, sia pur con inevitabili variazioni (al rialzo o al ribasso, per ciascuno degli attori in campo) che comunque non mutano il quadro generale. Al punto che il Comune spende circa 200.000 euro nel corso del solo 2010, 60.000 dei quali per le tre sedute di consiglio ed i lavori di commissione certificati tra il giugno ed il settembre dello stesso anno.
Insomma, al lavoro anche quando il sole picchia forte. Come forte picchia il saldo finale di tanto attivismo, sicuramente foriero di alta e qualitativamente buona produttività: in due anni fa più di 300.000 euro. Costi della politica ai quali aggiungere quelli per consulenze esterne, le indennità degli amministratori, i viaggi e le trasferte. Totale? Non pervenuto.
Accadeva ieri, e non era un mistero per nessuno. Ed oggi, come vanno le cose?
Adesso, sul loro ligio attaccamento al dovere sta indagando la Guardia di Finanza. La precisazione è d'obbligo: al momento, nessun reato sarebbe stato ancora ipotizzato nè, men che meno, vi sarebbero nomi iscritti nel registro degli indagati. Ma le indagini, che sarebbero state stimolate anche da pubbliche denunce, come quelle del Movimento civico gravinese, procedono. Con riflessi paradossali: presentandosi in Comune per acquisire la documentazione necessaria a fugare ogni sospetto, le Fiamme Gialle si sarebbero trovate di fronte all'impossibilità di ottenere subito tutto il materiale richiesto: non era nella disponibilità degli uffici. Ed al Municipio non è rimasto altro da fare che prendere carta e penna e scrivere a tutti gli ex consiglieri che in passato avevano ricoperto l'incarico di presidente o segretario di commissione (alcuni dei quali membri anche dell'attuale assemblea consiliare) e chiedere loro, con cortese urgenza, di favorire i verbali e le convocazioni redatte dal 10 giugno 2009 al 12 ottobre 2011, "trattenuti e conservati agli atti della Commissione ad uso esclusivo dei lavori della Commissione" stessa.
Dettagli. Magari irrilevanti, per un'inchiesta ancora ai primi passi e che potrebbe anche sfociare nel mare magnum del penalmente irrilevante. "Attraverso la documentazione consegnata ai finanzieri - fanno sapere fonti di Palazzo di città - sono stati forniti gli elementi utili a fugare ogni perplessità sulla regolarità dei passaggi consumati". E forse alla fine sarà davvero così. Ma gli inquirenti, intanto, secondo alcune indiscrezioni, starebbero estendendo il raggio degli accertamenti anche al periodo antedente al 2009.
Come che vadano a finire i controlli in corso, resta nelle cronache il dato, tutt'altro che irrilevante nel suo importo, delle somme nel tempo dragate dalla politica nei bilanci comunali. Riflettori puntati, giusto per capire, proprio sul biennio 2009-2011. Le cifre sono da intendersi al lordo. Il punto di partenza è la delibera con cui, il 27 gennaio del 2006, il consiglio comunale fissa l'importo del gettone di presenza, quantificandolo in 32,53 euro e legandolo, come del resto prevede la legge, all'indennità del sindaco, fissata in 3.114,23 euro mensili. E sempre per rispettare la legge, si prescrive che nessun consigliere possa percepire, attraverso i gettoni, una somma pari a più di un quarto dell'indennità sindacale.
E così puntualmente avviene. Nel biennio preso in considerazione le commissioni permanenti, istituite con delibera del settembre 2009, sono 8. Ad esse se ne aggiunge una speciale, quella per la Fiera di San Giorgio. Ogni mese, doverosamente, i gettonisti presentano il conto all'ente. Che dal primo novembre al 31 dicembre 2009 scuce 40.000 euro. A chi vanno? A tutti, più o meno in egual misura. E se non ci fosse stato il tetto fissato con delibera, più d'uno avrebbe avuto diritto, legittimamente, addirittura a compensi maggiori. Nel novembre del 2009, ad esempio, per come attestano le determine di liquidazione, il recordman è il consigliere Salvatore Debenedictis, che prende parte a ben 38 sedute tra riunioni di consiglio comunale, commissioni e conferenze dei capigruppo. Un gradino più sotto, a quota 37, Sergio Varvara (oggi assessore). Appena più staccati, con 36 sedute, Giovanni De Pascale e Giuseppe Carulli. Quindi, a 35, il consigliere Domenico Calderoni, un gradino più giù l'attuale sindaco Alesio Valente e poi via via gli altri. In media, festivi compresi, fa più d'una riunione al giorno. E tutti si portano a casa il massimo consentito, ovvero 778,55 euro (che al netto diventano poco più di 500), eccezion fatta per quattro consiglieri (che racimolano comunque un gruzzolo superiore ai 600 euro) e per Rino Vendola, che partecipando a tre sole sedute non supera neppure i 100 euro. E il copione si ripete più o meno identico anche nei mesi a seguire, sia pur con inevitabili variazioni (al rialzo o al ribasso, per ciascuno degli attori in campo) che comunque non mutano il quadro generale. Al punto che il Comune spende circa 200.000 euro nel corso del solo 2010, 60.000 dei quali per le tre sedute di consiglio ed i lavori di commissione certificati tra il giugno ed il settembre dello stesso anno.
Insomma, al lavoro anche quando il sole picchia forte. Come forte picchia il saldo finale di tanto attivismo, sicuramente foriero di alta e qualitativamente buona produttività: in due anni fa più di 300.000 euro. Costi della politica ai quali aggiungere quelli per consulenze esterne, le indennità degli amministratori, i viaggi e le trasferte. Totale? Non pervenuto.
Accadeva ieri, e non era un mistero per nessuno. Ed oggi, come vanno le cose?