Gettoni di presenza: parla l'assessore Varvara

"Io innocente: lo dimostrerò". Intanto l'Api fa quadrato attorno ai suoi uomini.

lunedì 29 aprile 2013 08.25
A cura di Gianpaolo Iacobini
"Sono sereno, ma non nascondo d'essere, al tempo stesso, molto amareggiato: la gente sente la parola truffa, ed immagina cose alle quali non voglio neppure pensare. Ma io in vita mia queste cose non le ho mai fatte".

Domenica pomeriggio. Gravina si gode il primo, vero sole caldo d'una primavera arrivata in ritardo, molto dopo le rondini. Per Sergio Varvara (nella foto, ndr) è la prima da indagato. Il telefono squilla, lui risponde. Negli atti dell'inchiesta sui gettoni di presenza il nome dell'assessore al turismo è quello legato alle accuse più gravi: falso ideologico e truffa aggravata. Per aver percepito i gettoni partecipando a sedute di Commissione in giorni ed orari in cui, sostiene la Procura di Bari, si trovava invece a scuola, dietro la cattedra dell'istituto "De Nora" di Altamura. "E' una cosa che fa male, ma rispetto alla quale sono tranquillo", afferma. "Tengo alla serietà e conosco il peso della responsabilità. Col mio avvocato acquisiremo gli atti e valuteremo, ma credo che non possa che trattarsi di errori", aggiunge.

Poche battute, tra le quali trova spazio anche la domanda, inevitabile, sulle mosse future in campo politico. E sull'eventualità di rimettere il mandato nelle mani del primo cittadino. Della questione, non è un mistero, s'è parlato subito dopo la notifica degli avvisi di conclusione di indagini preliminari notificati venerdì scorso a 18 consiglieri comunali in carica durante la precedente consiliatura, molti dei quali rieletti anche alle Amministrative del Maggio 2012. Di un colloquio tra il sindaco Alesio Valente e lo stesso Varvara dà del resto conferma anche Palazzo di città. Dalle parti di via Vittorio Veneto si precisa anzi che il faccia a faccia si sarebbe chiuso con l'invito all'assessore "a decidere in assoluta serenità e tranquillità sul da farsi". A dispetto del cannoneggiare d'una opposizione consiliare, essa pure scheggiata dall'esplodere del caso, dalle cui fila Rino Vendola, mentre ancora i finanzieri erano in giro a notificare atti, non esitava a richiedere il passo indietro dell'assessore: "Appare inaudito che Sergio Varvara, cui e' persino contestato il reato di truffa aggravata, possa continuare a svolgere le funzioni assessorili. Mi pare che le dimissioni ad horas siano un atto dovuto".

Ma col passare delle ore, l'ipotesi (che ieri, anche in ambienti politici, veniva invece data per imminente) pare tuttavia allontanarsi. Quanto meno congelarsi. Glissa Varvara, che si dice impegnato "a chiarire la sua posizione, come prima cosa". Nessun dubbio in casa dell'Api, partito di appartenenza dell'assessore e del consigliere comunale Raffaele Lorusso, egli pure indagato. "Conosciamo Varvara e Lorusso", commenta il segretario dei rutelliani, Luigi Evangelista, "e ne apprezziamo le doti umane e l'integrità morale. Siamo sicuri che riusciranno presto a dimostrare la loro completa estraneità alla vicenda". E le dimissioni? Al momento, sono una questione che il partito non ha preso in considerazione: "Valuteremo, parleremo, ci confronteremo", si congeda Evangelista. Ma fuori dal quadrato della maggioranza, le minoranze incalzano. E annunciano: "Se nella mattinata di lunedì non sarà dato annuncio delle dimissioni, chiederemo la convocazione di un consiglio comunale ad hoc".

La primavera sarà pure arrivata tardi, ma promette d'essere calda. Molto calda.