Gino Bartali, la Genesi del Bene
Il noto giornalista Oliviero Beha presenta a Gravina il suo libro "Un cuore in fuga"
venerdì 29 luglio 2016
12.21
"C'è stato un ciclista italiano dal nome Gino Bartali, scomparso nel 2000, la cui storia è la pura espressione del rapporto tra l'individuo e il bene: ha salvato tanti ebrei durante la seconda guerra mondiale con la sua bicicletta senza interrogarsi su quale fosse il loro credo religioso. Lui li riteneva semplicemente degli uomini".
In altre parole la Genesi del Bene. Così l'autore e giornalista Oliviero Beha, ospite a Gravina in Puglia nella serata di Giovedì 28 Luglio per il terzo appuntamento della rassegna "Notti d'Autore", ha definito la personalità di Gino Bartali, noto ai più per essersi distinto sulle piste ciclabili al fianco di Coppi, piuttosto che per la sua grande umanità, che ha permesso la salvezza di innumerevoli vite, senza mai pretendere un semplice grazie.
"Mai ho trovato nel corso della mia vita una personalità come quella di Gino Bartali, né una storia così avvincente, emozionante, strabiliante. Mai. Ne sono rimasto affascinato per due motivi: primo, per tutto quello che ha fatto; secondo, per quello che non ha detto".
Un silenzio che racchiude in sé la sofferenza di quegli anni del '43 e '44, dove un giovanissimo Bartali, incurante dei pericoli ai quali si esponeva, non si è mai allontanato dall'idea di aiutare il prossimo, liberando gli ebrei da una morte certa nei campi di concentramento in sella alla sua fedelissima bicicletta, compagna di vittorie importanti come il Giro d'Italia e il Tour de France, e accogliendoli nella propria casa.
La storia di un "cuore in fuga", che non ha mai fatto propaganda, né speculazione sulla triste vicenda del genocidio ebraico, per il puro gusto di esaltare la propria persona. Persino quando avrebbe potuto, come ad esempio nel '96, a distanza di 52 anni, quando Roberto Benigni vinse l'oscar con il celebre film "La vita è bella". Non una parola, né un accenno.
Un esempio di vita da ammirare e da seguire, di cui però i media continuano a tacere.
Presenti all'incontro in piazza della Repubblica il primo cittadino di Gravina Alesio Valente, che ha accolto con un caloroso benvenuto l'autore.
A seguire le istantanee ritraenti alcuni momenti della serata.
In altre parole la Genesi del Bene. Così l'autore e giornalista Oliviero Beha, ospite a Gravina in Puglia nella serata di Giovedì 28 Luglio per il terzo appuntamento della rassegna "Notti d'Autore", ha definito la personalità di Gino Bartali, noto ai più per essersi distinto sulle piste ciclabili al fianco di Coppi, piuttosto che per la sua grande umanità, che ha permesso la salvezza di innumerevoli vite, senza mai pretendere un semplice grazie.
"Mai ho trovato nel corso della mia vita una personalità come quella di Gino Bartali, né una storia così avvincente, emozionante, strabiliante. Mai. Ne sono rimasto affascinato per due motivi: primo, per tutto quello che ha fatto; secondo, per quello che non ha detto".
Un silenzio che racchiude in sé la sofferenza di quegli anni del '43 e '44, dove un giovanissimo Bartali, incurante dei pericoli ai quali si esponeva, non si è mai allontanato dall'idea di aiutare il prossimo, liberando gli ebrei da una morte certa nei campi di concentramento in sella alla sua fedelissima bicicletta, compagna di vittorie importanti come il Giro d'Italia e il Tour de France, e accogliendoli nella propria casa.
La storia di un "cuore in fuga", che non ha mai fatto propaganda, né speculazione sulla triste vicenda del genocidio ebraico, per il puro gusto di esaltare la propria persona. Persino quando avrebbe potuto, come ad esempio nel '96, a distanza di 52 anni, quando Roberto Benigni vinse l'oscar con il celebre film "La vita è bella". Non una parola, né un accenno.
Un esempio di vita da ammirare e da seguire, di cui però i media continuano a tacere.
Presenti all'incontro in piazza della Repubblica il primo cittadino di Gravina Alesio Valente, che ha accolto con un caloroso benvenuto l'autore.
A seguire le istantanee ritraenti alcuni momenti della serata.