Giovani e politica, al liceo l'esordio di "LabExperience"
Entusiasti gli studenti, ma nell'aula magna molte sedie restano vuote. Soddisfatti i promotori: "Importante confrontarsi su temi come questi".
venerdì 5 aprile 2013
11.30
"Complimenti per il dibattito di oggi, non credo ci sia mai stata negli ultimi anni un'assemblea che trattasse un tema come quello della politica con questo interesse".
E' questo il commento di Giuseppe, uno degli studenti del liceo scientifico "Giuseppe Tarantino", al termine dell'incontro tenuto da Mino Matera, Francesco Giannelli, Maria Antonietta Sallicati, Francesco Dimaggio, Grazia de Felice, Antonio Notarangelo e Pasquale Cicala, giusto per citare i nomi di alcuni dei membri di "LabExperience", durante l'assemblea di istituto andata in scena giovedì mattina. Certamente non l'unico parere positivo nel parterre di un auditorium in cui si poteva contare la presenza di una cinquantina di studenti. Forse un po' pochi, se rapportati ai seicento frequentanti il liceo, "ma tenere tanti ragazzi per quasi due ore a confrontarsi su temi politici è certamente positivo", chiarisce Laura, altra liceale diciassettenne presente all'incontro.
Eppure l'imbarazzo degli studenti è evidente, almeno dopo il video introduttivo in cui appare un qualunquista Antonio Albanese che lascia agli spettatori una riflessione su cosa sia la politica per un giovane e sul motivo per cui non sia seguita. "La politica è l'arte del vivere quotidiano di un cittadino", osserva Vito, IV F. E' lui a rompere il ghiaccio: di lì a poco gli studenti prendono coraggio, si parla di etimologia dei termini e di immigrazione, ognuno con una sua ricetta, alcune discutibili per i presenti, ma almeno il dibattito nasce e si sviluppa.
Il confronto fila sui binari giusti con Roberto Benigni e la sua lezione sulla costituzione italiana: è l'input per confrontarsi sul voto e sulla perseveranza nel non delegare ad altri la propria vita trascurando la politica. Gli studenti appaiono molto più a loro agio: "Personalmente sono molto deluso, puoi avere la tua ideologia e poter essere onesto – dice Pasquale, V H - ma se diventi un politico le ambizioni personali ti cambierebbero. Puoi dire quello che vuoi ma non cambierà nulla, per questo preferisco non mettermi in gioco".
Proiettando un'immagine di Paolo Borsellino che ricorda quanto una matita nella cabina elettorale sia più pericolosa di una lupara, gli studenti dibattono tra loro. Gianni della III F crede che la vita di un politico sia di cattivo esempio per chi voglia intraprendere questo tipo di percorso. C'è invece chi crede, come Vito, che bisogna rovesciare la figura stessa del politico così come viene vista oggi per migliorare la situazione attuale. Ognuno vuol dare un suo contributo. "Non svendete il vostro voto, è fondamentale far capire che i giovani non sono merce di scambio", ricorda allora Mino Matera, di "LabExperience".
L'incontro volge al termine. "Siamo soddisfatti di come sia andato questo confronto, era pure la prima volta – commentano gli organizzatori del laboratorio politico –. Il nostro scopo era proprio questo, affrontare con i giovani temi che sembrano non appassionare ma che invece fanno scaturire confronti e scambi d' opinione i quali non possono che far bene ad una comunità pensante".
Sui titoli di coda, sullo schermo rimbalzano una foto di Gaber ed una scritta: "Un'idea, un concetto, un'idea finché resta un'idea è soltanto un'astrazione, se potessi mangiare un'idea avrei fatto la mia rivoluzione".
(a cura di Alessandro Ugone)
E' questo il commento di Giuseppe, uno degli studenti del liceo scientifico "Giuseppe Tarantino", al termine dell'incontro tenuto da Mino Matera, Francesco Giannelli, Maria Antonietta Sallicati, Francesco Dimaggio, Grazia de Felice, Antonio Notarangelo e Pasquale Cicala, giusto per citare i nomi di alcuni dei membri di "LabExperience", durante l'assemblea di istituto andata in scena giovedì mattina. Certamente non l'unico parere positivo nel parterre di un auditorium in cui si poteva contare la presenza di una cinquantina di studenti. Forse un po' pochi, se rapportati ai seicento frequentanti il liceo, "ma tenere tanti ragazzi per quasi due ore a confrontarsi su temi politici è certamente positivo", chiarisce Laura, altra liceale diciassettenne presente all'incontro.
Eppure l'imbarazzo degli studenti è evidente, almeno dopo il video introduttivo in cui appare un qualunquista Antonio Albanese che lascia agli spettatori una riflessione su cosa sia la politica per un giovane e sul motivo per cui non sia seguita. "La politica è l'arte del vivere quotidiano di un cittadino", osserva Vito, IV F. E' lui a rompere il ghiaccio: di lì a poco gli studenti prendono coraggio, si parla di etimologia dei termini e di immigrazione, ognuno con una sua ricetta, alcune discutibili per i presenti, ma almeno il dibattito nasce e si sviluppa.
Il confronto fila sui binari giusti con Roberto Benigni e la sua lezione sulla costituzione italiana: è l'input per confrontarsi sul voto e sulla perseveranza nel non delegare ad altri la propria vita trascurando la politica. Gli studenti appaiono molto più a loro agio: "Personalmente sono molto deluso, puoi avere la tua ideologia e poter essere onesto – dice Pasquale, V H - ma se diventi un politico le ambizioni personali ti cambierebbero. Puoi dire quello che vuoi ma non cambierà nulla, per questo preferisco non mettermi in gioco".
Proiettando un'immagine di Paolo Borsellino che ricorda quanto una matita nella cabina elettorale sia più pericolosa di una lupara, gli studenti dibattono tra loro. Gianni della III F crede che la vita di un politico sia di cattivo esempio per chi voglia intraprendere questo tipo di percorso. C'è invece chi crede, come Vito, che bisogna rovesciare la figura stessa del politico così come viene vista oggi per migliorare la situazione attuale. Ognuno vuol dare un suo contributo. "Non svendete il vostro voto, è fondamentale far capire che i giovani non sono merce di scambio", ricorda allora Mino Matera, di "LabExperience".
L'incontro volge al termine. "Siamo soddisfatti di come sia andato questo confronto, era pure la prima volta – commentano gli organizzatori del laboratorio politico –. Il nostro scopo era proprio questo, affrontare con i giovani temi che sembrano non appassionare ma che invece fanno scaturire confronti e scambi d' opinione i quali non possono che far bene ad una comunità pensante".
Sui titoli di coda, sullo schermo rimbalzano una foto di Gaber ed una scritta: "Un'idea, un concetto, un'idea finché resta un'idea è soltanto un'astrazione, se potessi mangiare un'idea avrei fatto la mia rivoluzione".
(a cura di Alessandro Ugone)