Gli istituti di credito chiudono i rubinetti
Secondo Confartigianato, in Puglia tagliato al credito più d'un miliardo. In calo mutui, prestiti ed investimenti finanziari.
martedì 16 aprile 2013
17.25
Meno 2,2 % di impieghi in un anno. In soldoni, rispetto a gennaio 2012, gli istituti di credito pugliesi hanno concesso circa un miliardo e 264 milioni di euro in meno a famiglie, imprese ed enti locali.
E' quanto emerge da un report del centro studi di Confartigianato Imprese Puglia, analisi condotta attraverso l'elaborazione dei dati forniti dalla Banca d'Italia.
Diminuiscono i mutui concessi, diminuiscono i prestiti, diminuiscono i contratti di factoring e leasing. Calano, insomma, tutti i finanziamenti erogati dagli istituti creditizi. Nel dettaglio, i prestiti alle famiglie consumatrici e produttrici (imprese individuali o con meno di cinque dipendenti) subiscono una flessione del 2,2%, le imprese produttrici di beni e servizi vedono ridursi i finanziamenti dello 0,8%, le società finanziarie, compresi gli intermediari, registrano un crollo del 35%. Tempi duri anche per le pubbliche amministrazioni (-6,6%) e per le onlus (-15,2%). Una vera e propria batosta per l'economia reale pugliese.
Eppure per favorire la ripresa economica, la Banca Centrale Europea, a partire da dicembre 2011, ha attuato una ingente operazione di rifinanziamento nei confronti del sistema bancario, erogando circa 500 miliardi di euro alle banche europee (tra le quali quattordici istituti italiani), sotto forma di prestiti a tassi di favore (1%). Denaro che, però, non è mai arrivato nelle tasche degli italiani, come spiega Francesco Scherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia. "Il sistema bancario dovrebbe favorire la ripresa, invece non eroga i mutui alle famiglie e continua a restringere l'accesso al credito per le imprese. Le banche, contrariamente a quanto andava fatto, hanno preferito investire il denaro preso in prestito dalla Banca Centrale Europea sui mercati finanziari che garantiscono buoni interessi e rischi limitati, piuttosto che metterlo a disposizione di imprese e famiglie".
In provincia di Bari i finanziamenti sono diminuiti dell'1,8%, da 23,9 a 23,5 miliardi di euro. Maglia nera alla provincia di Taranto che registra un decremento degli impieghi del 3,9%.
E' quanto emerge da un report del centro studi di Confartigianato Imprese Puglia, analisi condotta attraverso l'elaborazione dei dati forniti dalla Banca d'Italia.
Diminuiscono i mutui concessi, diminuiscono i prestiti, diminuiscono i contratti di factoring e leasing. Calano, insomma, tutti i finanziamenti erogati dagli istituti creditizi. Nel dettaglio, i prestiti alle famiglie consumatrici e produttrici (imprese individuali o con meno di cinque dipendenti) subiscono una flessione del 2,2%, le imprese produttrici di beni e servizi vedono ridursi i finanziamenti dello 0,8%, le società finanziarie, compresi gli intermediari, registrano un crollo del 35%. Tempi duri anche per le pubbliche amministrazioni (-6,6%) e per le onlus (-15,2%). Una vera e propria batosta per l'economia reale pugliese.
Eppure per favorire la ripresa economica, la Banca Centrale Europea, a partire da dicembre 2011, ha attuato una ingente operazione di rifinanziamento nei confronti del sistema bancario, erogando circa 500 miliardi di euro alle banche europee (tra le quali quattordici istituti italiani), sotto forma di prestiti a tassi di favore (1%). Denaro che, però, non è mai arrivato nelle tasche degli italiani, come spiega Francesco Scherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia. "Il sistema bancario dovrebbe favorire la ripresa, invece non eroga i mutui alle famiglie e continua a restringere l'accesso al credito per le imprese. Le banche, contrariamente a quanto andava fatto, hanno preferito investire il denaro preso in prestito dalla Banca Centrale Europea sui mercati finanziari che garantiscono buoni interessi e rischi limitati, piuttosto che metterlo a disposizione di imprese e famiglie".
In provincia di Bari i finanziamenti sono diminuiti dell'1,8%, da 23,9 a 23,5 miliardi di euro. Maglia nera alla provincia di Taranto che registra un decremento degli impieghi del 3,9%.