Gravina celebra il Giorno del Ricordo
Il sindaco Valente ospite degli studenti dell’IISS “Bachelet-Galilei”
venerdì 10 febbraio 2017
16.45
Non c'è futuro senza memoria. Gli studenti dell'Istituto di istruzione secondaria superiore "Bachelet-Galilei" di Gravina lo hanno ribadito dal palco, nel corso della manifestazione organizzata dagli alunni della III B dell'ITE "Bachelet", sotto la supervisione della docente Loredana Valenzano.
Nel Giorno del Ricordo sono stati loro, nell'aula magna dell'istituto, a far risuonare l'eco della tragedia delle vittime delle foibe e dell'esodo – al termine del secondo dopoguerra - di istriani, fiumani e dalmati, originati dalle persecuzioni perpetrate dalle formazioni partigiane comuniste jugoslave e dai servizi segreti della dittatura titina. Un momento di riflessione curato nei dettagli, tra le note soffuse d'un delicato commento musicale, con la proiezione delle testimonianze dei sopravvissuti e l'esposizione delle ricerche effettuate personalmente nel territorio murgiano, come quella anche fotografica sulla storia e sulle attuali condizioni del campo di raccolta dei profughi istriani un tempo attivo ad Altamura, oggi in preda al degrado ed all'abbandono.
A seguire, l'intervento del sindaco Alesio Valente. «Coltivare il ricordo – ha affermato il primo cittadino – è essenziale: senza, si rischia di dar vita ad un futuro senza radici. Ecco perché eventi del genere sono importantissimi: sono di stimolo a scrutare e conoscere gli abissi dell'animo umano, al cui fondo s'annidano a volte istinti e sentimenti mostruosi». Ha aggiunto il sindaco, dopo aver acceso i riflettori sulla strage di Vergarolla, di probabile matrice terroristica, che nell'agosto del 1946 a Pola costò la vita ad un'ottantina di giovani e bambini colpevoli solo d'essere italiani: «Siamo qui per cementare, col collante dell'unità, un senso di coscienza collettiva che porti a privilegiare sempre la ricerca della verità sulle logiche di parte. È questa, non altra, la base sulla quale costruire la convivenza civile».
Concetti ripresi e ribaditi con forza dal dirigente scolastico Antonella Sarpi, che ha esortato «ad andare oltre la logica dei muri e delle paure, per rimanere nella cornice dei diritti della persona, che non conoscono differenze di razza, religione o idea politica».
In coda, il saluto della professoressa Valenzano: «L'augurio è che qui, oggi, sia stato piantato nelle coscienze di ognuno il seme della libertà».
Più che un auspicio, una certezza. Messa a dimora nel Giorno del Ricordo.
Nel Giorno del Ricordo sono stati loro, nell'aula magna dell'istituto, a far risuonare l'eco della tragedia delle vittime delle foibe e dell'esodo – al termine del secondo dopoguerra - di istriani, fiumani e dalmati, originati dalle persecuzioni perpetrate dalle formazioni partigiane comuniste jugoslave e dai servizi segreti della dittatura titina. Un momento di riflessione curato nei dettagli, tra le note soffuse d'un delicato commento musicale, con la proiezione delle testimonianze dei sopravvissuti e l'esposizione delle ricerche effettuate personalmente nel territorio murgiano, come quella anche fotografica sulla storia e sulle attuali condizioni del campo di raccolta dei profughi istriani un tempo attivo ad Altamura, oggi in preda al degrado ed all'abbandono.
A seguire, l'intervento del sindaco Alesio Valente. «Coltivare il ricordo – ha affermato il primo cittadino – è essenziale: senza, si rischia di dar vita ad un futuro senza radici. Ecco perché eventi del genere sono importantissimi: sono di stimolo a scrutare e conoscere gli abissi dell'animo umano, al cui fondo s'annidano a volte istinti e sentimenti mostruosi». Ha aggiunto il sindaco, dopo aver acceso i riflettori sulla strage di Vergarolla, di probabile matrice terroristica, che nell'agosto del 1946 a Pola costò la vita ad un'ottantina di giovani e bambini colpevoli solo d'essere italiani: «Siamo qui per cementare, col collante dell'unità, un senso di coscienza collettiva che porti a privilegiare sempre la ricerca della verità sulle logiche di parte. È questa, non altra, la base sulla quale costruire la convivenza civile».
Concetti ripresi e ribaditi con forza dal dirigente scolastico Antonella Sarpi, che ha esortato «ad andare oltre la logica dei muri e delle paure, per rimanere nella cornice dei diritti della persona, che non conoscono differenze di razza, religione o idea politica».
In coda, il saluto della professoressa Valenzano: «L'augurio è che qui, oggi, sia stato piantato nelle coscienze di ognuno il seme della libertà».
Più che un auspicio, una certezza. Messa a dimora nel Giorno del Ricordo.