Gravina nella morsa dell'eolico: la città assediata dalle pale
Diversi i progetti presentati per San Felice e Lamacolma. E arriva anche una centrale Terna.
martedì 25 giugno 2013
10.55
Manca poco. Il consiglio comunale monotematico è oramai prossimo. Maggioranza e opposizione promettono battaglia dentro e fuori l'aula consiliare sulle modalità e sui termini dell'accordo (se ci sarà) tra il Comune di Gravina e la "Friel Green Power", la società che ha rilevato il 95% della "Nuova Energia" e che in questi giorni sta completando l'installazione delle 21 pale eoliche sulla collina di san Felice. E mentre il clima politico si arroventa, Gravina rischia di ritrovarsi circondata di pali eolici nel silenzio totale dei palazzi, della politica, della comunità illuminata.
Sono ben 4 gli impianti che starebbero per sorgere intorno al centro abitato, a partire dagli altri 6 aerogeneratori della "Nuova Energia srl" destinati ad ampliare proprio il parco di San Felice. Un progetto il cui iter burocratico sarebbe in dirittura d'arrivo: i lavori potrebbero partire già nei prossimi mesi.
Ed è proprio sulla zona di san Felice che si concentrano le attenzioni di altre società che operano nel settore delle energie rinnovabili, tra cui la "Cea Engineering srl", che nel 2007 ha chiesto a Regione e Comune l'autorizzazione per un parco eolico della portata di 120 MW, per un totale di 40 aerogeneratori. Nel 2011 la Regione chiesto una nuova valutazione di impatto ambientale che dovrà considerare anche i "possibili effetti cumulativi con altri progetti simili, che hanno però già ottenuto parere ambientale favorevole", al fine di scongiurare impatti negativi su "un paesaggio rurale e fortemente omogeneo caratterizzato da dolci colline e chiuso tra il Sic Bosco difesa Grande e il Sic Alta Murgia".
Stessa sorte anche per il progetto della "Energia Rinnovabile Pugliese srl", il cui impianto in zona Lamacolma, a ridosso del borgo di Dolcecanto, è stato praticamente dimezzato dalla Regione alla luce dell'impatto potenzialmente negativo sul paesaggio. La società lombarda, infatti, nel 2007 aveva presentato istanza per l'installazione di 54 pale che per metà si sovrapponevano all'impianto della "Nuova Energia". Di qui la decisione di ridurre il totale degli aereogeneratori da 54 a 20. Il progetto definitivo è stato consegnato a Palazzo di città nel luglio del 2011.
Stessa località, stessa procedura e uguale destino anche per il progetto della "Nextwind srl", che nel 2007 chiedeva di impiantare 31 pale eoliche in zona Lamacolma per un impianto della portata di 93 MW. Un progetto per il quale il dirigente del servizio ecologia della Regione ha sollecitato una valutazione di impatto ambientale poiché "l'impianto in questione si colloca all'interno di un territorio in cui si rinviene un'analoga proposta progettuale", e poiché "a livello comunale si rileva la presenza di istanze per la produzione di energia elettrica da fonte fotovoltaica, alcune delle quali già dotate di autorizzazione unica". In particolare, nel provvedimento in questione si rileva che se tutte le istanze andassero a buon fine, dal "centro abitato di Gravina sarebbero visibili un numero di aereogeneratori compresi tra 104 e 115". E ciò in aree, si aggiunge, "che rappresentano luoghi privilegiati per la fruizione del paesaggio, facenti parte del sistema dei belvedere dei centri storici dell'Alta Murgia". Inoltre, "non possono escludersi pesanti ricadute sulla fauna e sulla flora considerando le interferenze del parco eolico con le specie protette che popolano la zona". E ancora: "Avrebbero meritato ulteriori approfondimenti eventuali impatti visivi e paesaggistici sull'edificato di Dolcecanto".
Tutte annotazioni inviate sia alla "Nextwind" sia alla "Nuova Energia" come al Comune di Gravina e che hanno portato "Nextwind" a ridurre l'impianto a 9 aerogeneratori, come si evince dall'ultima comunicazione inviata al Municipio il 19 ottobre 2012.
E non è tutto. Gravina infatti è uno dei comuni pugliesi, insieme a Leverano, Crispiano, Cellino San Marco, Francavilla, Castelnuovo di Daunia, Casamassima, Ruvo di Puglia e Andria, in cui Terna potrebbe realizzare una nuova stazione elettrica, secondo un progetto autorizzato nel marzo del 2011 dalla Regione e poi oggetto di un'interrogazione parlamentare presentata nel 2012 da alcuni deputati del Partito democratico, che denunciavano il proliferare delle stazioni Terna in tutta la Puglia, "con un impatto negativo sull'ambiente e sul paesaggio poiché trattasi di impianto fortemente invasivi". L'8 giugno 2012 il dirigente del servizio ecologia ha (almeno per il momento) imposto d'ufficio lo stop alla Terna, contestualmente ad un altro progetto per la costruzione di un parco fotovoltaico ad opera della "Vecom srl", per mancata considerazione degli effetti cumulativi sul territorio di Gravina.
Gravina assediata dai signori dell'energia. E' scritto negli atti, nero su bianco. Tutti sanno, nessuno ne parla. Perchè?
Sono ben 4 gli impianti che starebbero per sorgere intorno al centro abitato, a partire dagli altri 6 aerogeneratori della "Nuova Energia srl" destinati ad ampliare proprio il parco di San Felice. Un progetto il cui iter burocratico sarebbe in dirittura d'arrivo: i lavori potrebbero partire già nei prossimi mesi.
Ed è proprio sulla zona di san Felice che si concentrano le attenzioni di altre società che operano nel settore delle energie rinnovabili, tra cui la "Cea Engineering srl", che nel 2007 ha chiesto a Regione e Comune l'autorizzazione per un parco eolico della portata di 120 MW, per un totale di 40 aerogeneratori. Nel 2011 la Regione chiesto una nuova valutazione di impatto ambientale che dovrà considerare anche i "possibili effetti cumulativi con altri progetti simili, che hanno però già ottenuto parere ambientale favorevole", al fine di scongiurare impatti negativi su "un paesaggio rurale e fortemente omogeneo caratterizzato da dolci colline e chiuso tra il Sic Bosco difesa Grande e il Sic Alta Murgia".
Stessa sorte anche per il progetto della "Energia Rinnovabile Pugliese srl", il cui impianto in zona Lamacolma, a ridosso del borgo di Dolcecanto, è stato praticamente dimezzato dalla Regione alla luce dell'impatto potenzialmente negativo sul paesaggio. La società lombarda, infatti, nel 2007 aveva presentato istanza per l'installazione di 54 pale che per metà si sovrapponevano all'impianto della "Nuova Energia". Di qui la decisione di ridurre il totale degli aereogeneratori da 54 a 20. Il progetto definitivo è stato consegnato a Palazzo di città nel luglio del 2011.
Stessa località, stessa procedura e uguale destino anche per il progetto della "Nextwind srl", che nel 2007 chiedeva di impiantare 31 pale eoliche in zona Lamacolma per un impianto della portata di 93 MW. Un progetto per il quale il dirigente del servizio ecologia della Regione ha sollecitato una valutazione di impatto ambientale poiché "l'impianto in questione si colloca all'interno di un territorio in cui si rinviene un'analoga proposta progettuale", e poiché "a livello comunale si rileva la presenza di istanze per la produzione di energia elettrica da fonte fotovoltaica, alcune delle quali già dotate di autorizzazione unica". In particolare, nel provvedimento in questione si rileva che se tutte le istanze andassero a buon fine, dal "centro abitato di Gravina sarebbero visibili un numero di aereogeneratori compresi tra 104 e 115". E ciò in aree, si aggiunge, "che rappresentano luoghi privilegiati per la fruizione del paesaggio, facenti parte del sistema dei belvedere dei centri storici dell'Alta Murgia". Inoltre, "non possono escludersi pesanti ricadute sulla fauna e sulla flora considerando le interferenze del parco eolico con le specie protette che popolano la zona". E ancora: "Avrebbero meritato ulteriori approfondimenti eventuali impatti visivi e paesaggistici sull'edificato di Dolcecanto".
Tutte annotazioni inviate sia alla "Nextwind" sia alla "Nuova Energia" come al Comune di Gravina e che hanno portato "Nextwind" a ridurre l'impianto a 9 aerogeneratori, come si evince dall'ultima comunicazione inviata al Municipio il 19 ottobre 2012.
E non è tutto. Gravina infatti è uno dei comuni pugliesi, insieme a Leverano, Crispiano, Cellino San Marco, Francavilla, Castelnuovo di Daunia, Casamassima, Ruvo di Puglia e Andria, in cui Terna potrebbe realizzare una nuova stazione elettrica, secondo un progetto autorizzato nel marzo del 2011 dalla Regione e poi oggetto di un'interrogazione parlamentare presentata nel 2012 da alcuni deputati del Partito democratico, che denunciavano il proliferare delle stazioni Terna in tutta la Puglia, "con un impatto negativo sull'ambiente e sul paesaggio poiché trattasi di impianto fortemente invasivi". L'8 giugno 2012 il dirigente del servizio ecologia ha (almeno per il momento) imposto d'ufficio lo stop alla Terna, contestualmente ad un altro progetto per la costruzione di un parco fotovoltaico ad opera della "Vecom srl", per mancata considerazione degli effetti cumulativi sul territorio di Gravina.
Gravina assediata dai signori dell'energia. E' scritto negli atti, nero su bianco. Tutti sanno, nessuno ne parla. Perchè?