Gravina? Una città del Sud che spera
Lo dice l’Istat nel rapporto annuale 2015
sabato 8 agosto 2015
Gravina è il simbolo del Sud che spera. Una città due passi avanti rispetto ad altre realtà meridionali, con tante potenzialità e proiettata verso realtà più progredite quanto a livelli occupazionali, sistema dei trasporti, vivibilità urbana.
Lo dice l'Istat nel Rapporto annuale 2015, una riflessione documentata sul presente dell'Italia all'interno della quale sono ricostruite, dati alla mano, le trasformazioni intervenute nel recente passato, nonchè le prospettive e le potenzialità di crescita del Paese, con riflettori puntati sui soggetti che si muovono nel sistema produttivo, nella società e nei territori.
In questo ambito, c'è spazio anche per la città del grano e del vino, con risultati incoraggianti, testimoni del lento ma progressivo avanzamento sotto il profilo culturale ed economico. Dal Rapporto, in particolare, emergono sette raggruppamenti di sistemi locali omogenei rispetto alla struttura demografica, alla dinamica della popolazione e alle forme dell'insediamento residenziale: le città del Centro-nord, la città diffusa, il cuore verde, i centri urbani meridionali, i territori del disagio, il Mezzogiorno interno e l'altro Sud. Proprio in quest'ultimo raggrupamento è inserita Gravina. E cosa si intenda per altro Sud è l'Istat a spiegarlo: «"L'altro Sud" è il raggruppamento del Mezzogiorno che esprime maggiori potenzialità. Aggrega 93 sistemi (per un totale di 990 comuni) con una base demografica di 6,8 milioni di residenti, dispersa in piccoli centri rurali o litoranei». Si precisa: «Il raggruppamento deriva dall'unione di due gruppi relativamente affini, ma a forte connotazione geografica: uno costituito da sistemi prevalentemente concentrati in Sardegna, nelle province meridionali della Puglia, nelle località marine delle due coste della provincia di Catanzaro e della Sicilia, oltre che da alcuni capoluoghi del Mezzogiorno a elevata connotazione storico-culturale. L'altro gruppo è invece quasi esclusivamente composto da sistemi siciliani dell'entroterra etneo, pugliesi della Capitanata e della Calabria ionica». Sottolinea ancora l'Istat al riguardo, definendo le caratteristiche del gruppo: «In un contesto demografico caratterizzato da forme di relazioni familiari tradizionali e con nuclei numerosi, gli indici di struttura della popolazione mostrano una maggiore incidenza della popolazione molto giovane e un migliore indice di ricambio della popolazione attiva». Orizzonti rosei, sebbene ancora tra molte nubi, anche sul versante economico: «Gli indicatori del mercato del lavoro del raggruppamento, pur comparativamente peggiori di quelli medi nazionali, con accentuazione delle criticità correlate in particolare a livelli della disoccupazione, appaiono per alcuni parametri migliori di quelli degli altri gruppi del Mezzogiorno: in particolare è più bassa la disoccupazione femminile e più elevata la quota degli imprenditori».
In coda, la valutazione di merito: «In considerazione della localizzazione di questi sistemi locali in aree non compromesse da eccessiva edificazione, di elevato pregio naturalistico e ricche in termini di patrimonio storico-culturale, si potrebbe definire questo gruppo come quello del "Sud che spera"». Un giudizio che viene commentato positivamente dal primo cittadino Alesio Valente, secondo il quale «la fotografia scattata dall'Istat restituisce l'immagine di una città finalmente protesa verso il suo futuro, radicato nella storia, nella cultura e nell'ambiente, punti cardine della nostra azione amministrativa. Siamo consapevoli che tanto ancora ci sia da fare per recuperare ritardi anche gravi, ma ci conforta sapere, come certificate dall'Istat, che un'inversione di rotta vi sia stata e venga registrata sotto diversi aspetti. È un buon viatico per il lavoro che ci attende».
Lo dice l'Istat nel Rapporto annuale 2015, una riflessione documentata sul presente dell'Italia all'interno della quale sono ricostruite, dati alla mano, le trasformazioni intervenute nel recente passato, nonchè le prospettive e le potenzialità di crescita del Paese, con riflettori puntati sui soggetti che si muovono nel sistema produttivo, nella società e nei territori.
In questo ambito, c'è spazio anche per la città del grano e del vino, con risultati incoraggianti, testimoni del lento ma progressivo avanzamento sotto il profilo culturale ed economico. Dal Rapporto, in particolare, emergono sette raggruppamenti di sistemi locali omogenei rispetto alla struttura demografica, alla dinamica della popolazione e alle forme dell'insediamento residenziale: le città del Centro-nord, la città diffusa, il cuore verde, i centri urbani meridionali, i territori del disagio, il Mezzogiorno interno e l'altro Sud. Proprio in quest'ultimo raggrupamento è inserita Gravina. E cosa si intenda per altro Sud è l'Istat a spiegarlo: «"L'altro Sud" è il raggruppamento del Mezzogiorno che esprime maggiori potenzialità. Aggrega 93 sistemi (per un totale di 990 comuni) con una base demografica di 6,8 milioni di residenti, dispersa in piccoli centri rurali o litoranei». Si precisa: «Il raggruppamento deriva dall'unione di due gruppi relativamente affini, ma a forte connotazione geografica: uno costituito da sistemi prevalentemente concentrati in Sardegna, nelle province meridionali della Puglia, nelle località marine delle due coste della provincia di Catanzaro e della Sicilia, oltre che da alcuni capoluoghi del Mezzogiorno a elevata connotazione storico-culturale. L'altro gruppo è invece quasi esclusivamente composto da sistemi siciliani dell'entroterra etneo, pugliesi della Capitanata e della Calabria ionica». Sottolinea ancora l'Istat al riguardo, definendo le caratteristiche del gruppo: «In un contesto demografico caratterizzato da forme di relazioni familiari tradizionali e con nuclei numerosi, gli indici di struttura della popolazione mostrano una maggiore incidenza della popolazione molto giovane e un migliore indice di ricambio della popolazione attiva». Orizzonti rosei, sebbene ancora tra molte nubi, anche sul versante economico: «Gli indicatori del mercato del lavoro del raggruppamento, pur comparativamente peggiori di quelli medi nazionali, con accentuazione delle criticità correlate in particolare a livelli della disoccupazione, appaiono per alcuni parametri migliori di quelli degli altri gruppi del Mezzogiorno: in particolare è più bassa la disoccupazione femminile e più elevata la quota degli imprenditori».
In coda, la valutazione di merito: «In considerazione della localizzazione di questi sistemi locali in aree non compromesse da eccessiva edificazione, di elevato pregio naturalistico e ricche in termini di patrimonio storico-culturale, si potrebbe definire questo gruppo come quello del "Sud che spera"». Un giudizio che viene commentato positivamente dal primo cittadino Alesio Valente, secondo il quale «la fotografia scattata dall'Istat restituisce l'immagine di una città finalmente protesa verso il suo futuro, radicato nella storia, nella cultura e nell'ambiente, punti cardine della nostra azione amministrativa. Siamo consapevoli che tanto ancora ci sia da fare per recuperare ritardi anche gravi, ma ci conforta sapere, come certificate dall'Istat, che un'inversione di rotta vi sia stata e venga registrata sotto diversi aspetti. È un buon viatico per il lavoro che ci attende».