Guarito e dimesso da ospedale, torna a casa accolto da calorosi applausi
Emozione per aver sconfitto il coronavirus
domenica 26 aprile 2020
16.30
Accolto con un'ovazione da tutto il caseggiato al suo rientro a casa. E' successo ieri ad uno dei pazienti affetti da coronavirus, che in seguito ad un lungo periodo di degenza presso l'ospedale Miulli, è tornato nella sua abitazione dopo aver sconfitto il Covid-19. Una grande emozione per lui, quando arrivato in auto dinanzi alla sua abitazione, ha visto tutti i condomini del complesso residenziale dove abita, fuori dai balconi ad applaudirlo e ad incitarlo.
I suoi ringraziamenti per tutti e la storia del suo calvario Nicola ha deciso di affidarli ad un post sui social. "Il 25 Aprile si festeggia la liberazione d'Italia, ebbene, anch'io mi sento un partigiano, sono libero, torno a casa, torno alla vita"- ha scritto Nicola, che dal 22 marzo ha dovuto combattere contro "un nemico invisibile, che con vigliaccheria, si è impossessato del mio corpo e incominciava a colpire senza tregua"- continua il gravinese, che racconta come in quei giorni tremendi pregava e pensava alla sua famiglia. Un pensiero speciale poi è andato a tutto il personale dell'ospedale Miulli che non lo ha mai lasciato solo, incitandolo ad andare avanti. "A parte la professionalità, ci hanno messo il cuore, l'umanità, la disponibilità e la cortesia".
In chiusura il suo invito a tutti è a non abbassare la guardia, rimanendo a casa per lasciare il virus solo, fuori: "circolasse lui in paese, tanto non troverà nessuno, e così..... sarà sconfitto per sempre"- solo le sue parole conclusive.
I suoi ringraziamenti per tutti e la storia del suo calvario Nicola ha deciso di affidarli ad un post sui social. "Il 25 Aprile si festeggia la liberazione d'Italia, ebbene, anch'io mi sento un partigiano, sono libero, torno a casa, torno alla vita"- ha scritto Nicola, che dal 22 marzo ha dovuto combattere contro "un nemico invisibile, che con vigliaccheria, si è impossessato del mio corpo e incominciava a colpire senza tregua"- continua il gravinese, che racconta come in quei giorni tremendi pregava e pensava alla sua famiglia. Un pensiero speciale poi è andato a tutto il personale dell'ospedale Miulli che non lo ha mai lasciato solo, incitandolo ad andare avanti. "A parte la professionalità, ci hanno messo il cuore, l'umanità, la disponibilità e la cortesia".
In chiusura il suo invito a tutti è a non abbassare la guardia, rimanendo a casa per lasciare il virus solo, fuori: "circolasse lui in paese, tanto non troverà nessuno, e così..... sarà sconfitto per sempre"- solo le sue parole conclusive.