I piccoli della maggioranza chiedono l'azzeramento della giunta
I Democratici riformisti: "Serve un confronto politico vero". E Sel denuncia: "In corso un vergognoso mercimonio".
giovedì 29 novembre 2012
15.30
L'unione fa la forza.
Dietro le dichiarazioni di facciata, sta la verità di una partita politica che ha quale denominatore comune un solido elemento: gli assessorati. In campo, grandi contro piccoli: da una parte Pd e Udc, col sostegno del Fli. Dall'altra, chi resta. In particolare, i tre del patto federativo (Ariani-Santomasi-Mazzilli) ed i due dei "Democratici riformisti" (Dipalma e Depascale, nella foto). Fino a qualche settimana fa ciascuno giocava la sua, di partita, ed ai grandi quasi non interessava. Adesso, il quintetto ha preso a parlarsi ed a muoversi in sinergia, anche se per ragioni tattiche più che strategiche. Giusto qualche sera, ad esempio, fa il trio federato ha calato le sue carte: azzeramento di giunta. A non piacere, gli equilibri disegnati dal primo cittadino (con un assessorato anche ai gruppi forti di un solo consigliere, ed un assessorato e la presidenza del consiglio al gruppo monoconsigliere targato Fli) e nessuno ad un gruppo che invece di consiglieri ne conta più d'uno. Il sindaco ha ascoltato, ben conscio anche dell'insofferenza nutrita dai "Democratici riformisti" verso l'operato del suo assessore di riferimento, Maddalena Grillo. Avrebbe garantito attenzione, chiedendo tempo e rinviando il tutto al tavolo di maggioranza, chiamato a riunirsi martedì prossimo. La tregua sembrava cosa fatta, ma nel mercoledì nero qualcosa (cosa?) ha accelerato le ragioni di una crisi che nessuno vuole ufficializzare ma che è già nei fatti.
Lo testimoniano i banchi vuoti del mercoledì sera e le dichiarazioni al vetriolo del giorno dopo di Dipalma e Depascale. Lo conferma adesso, a poche ore dalla seduta in seconda convocazione dell'assemblea, la presa di posizione proprio dei "Democratici riformisti". Che col loro segretario Giacinto Lagreca dicono: "I democratici riformisti avvertono oramai impellente la necessità di avviare un processo condiviso, per una politica attenta quale esigenza principale di ogni coalizione", con l'intento di "restituire al dialogo politico il giusto peso e ruolo quale strumento necessario ed indispensabile per il raggiungimento del bene della comunità è alla base della nostra riflessione". Di qui la richiesta "di una analisi dei motivi e delle cause che hanno ridisegnato la mappa consiliare di maggioranza. La mancanza di comunicazione e di considerazione nell'attività di governo ha penalizzato le forze più giovani". Parole pesanti, seguite dall'invito ad un "rapido e proficuo confronto politico" per appianare i dissapori nati dalla "mancanza di comunicazione, dalla mancanza di indirizzi politici, dal mancato coinvolgimento dei partitri alle attività di giunta, e dall'eccessivo protagonismo di alcuni individui del governo". Con "accordi federativi nati proprio per queste cause".
Dall'opposizione, intanto, partono altre bordate all'indirizzo del primo cittadino. "Se ci fosse qualcosa di vero nelle indiscrezioni che girano in queste ore sui social network secondo cui il sindaco o i suoi emissari, in difficoltà con la maggioranza, starebbero contattando singoli consiglieri dell'opposizione per chiederne l'appoggio sull'assestamento di bilancio", commenta Sel, "sarebbe un fatto gravissimo che niente ha a che vedere col cambiamento né tantomeno con la buona politica. Saremmo in presenza piuttosto di un mero mercimonio". Da evitare anche perchè, aggiungono i vendoliani, lasciando intravedere una qualche disponibilità al dialogo, "nel caso un cui un sindaco si trovasse nella condizione di doversi rivolgere ad una forza politica di opposizione, la incontra insieme ai suoi rappresentanti istituzionali e, alla luce del sole, pone la questioni che ha da porre. Tenendo in conto naturalmente che con altrettanta nitidezza la forza politica interpellata possa condividere o meno le ragioni del primo cittadino e comportarsi di conseguenza".
Insomma, situazione in evoluzione e scenari in costante trasformazione. E con le riunioni e gli incontri che si susseguono, a sera si torna in consiglio. Come che vadano le cose, nessuno potrà più far finta di niente: gli equilibri usciti dalle urne non esistono più.
Dietro le dichiarazioni di facciata, sta la verità di una partita politica che ha quale denominatore comune un solido elemento: gli assessorati. In campo, grandi contro piccoli: da una parte Pd e Udc, col sostegno del Fli. Dall'altra, chi resta. In particolare, i tre del patto federativo (Ariani-Santomasi-Mazzilli) ed i due dei "Democratici riformisti" (Dipalma e Depascale, nella foto). Fino a qualche settimana fa ciascuno giocava la sua, di partita, ed ai grandi quasi non interessava. Adesso, il quintetto ha preso a parlarsi ed a muoversi in sinergia, anche se per ragioni tattiche più che strategiche. Giusto qualche sera, ad esempio, fa il trio federato ha calato le sue carte: azzeramento di giunta. A non piacere, gli equilibri disegnati dal primo cittadino (con un assessorato anche ai gruppi forti di un solo consigliere, ed un assessorato e la presidenza del consiglio al gruppo monoconsigliere targato Fli) e nessuno ad un gruppo che invece di consiglieri ne conta più d'uno. Il sindaco ha ascoltato, ben conscio anche dell'insofferenza nutrita dai "Democratici riformisti" verso l'operato del suo assessore di riferimento, Maddalena Grillo. Avrebbe garantito attenzione, chiedendo tempo e rinviando il tutto al tavolo di maggioranza, chiamato a riunirsi martedì prossimo. La tregua sembrava cosa fatta, ma nel mercoledì nero qualcosa (cosa?) ha accelerato le ragioni di una crisi che nessuno vuole ufficializzare ma che è già nei fatti.
Lo testimoniano i banchi vuoti del mercoledì sera e le dichiarazioni al vetriolo del giorno dopo di Dipalma e Depascale. Lo conferma adesso, a poche ore dalla seduta in seconda convocazione dell'assemblea, la presa di posizione proprio dei "Democratici riformisti". Che col loro segretario Giacinto Lagreca dicono: "I democratici riformisti avvertono oramai impellente la necessità di avviare un processo condiviso, per una politica attenta quale esigenza principale di ogni coalizione", con l'intento di "restituire al dialogo politico il giusto peso e ruolo quale strumento necessario ed indispensabile per il raggiungimento del bene della comunità è alla base della nostra riflessione". Di qui la richiesta "di una analisi dei motivi e delle cause che hanno ridisegnato la mappa consiliare di maggioranza. La mancanza di comunicazione e di considerazione nell'attività di governo ha penalizzato le forze più giovani". Parole pesanti, seguite dall'invito ad un "rapido e proficuo confronto politico" per appianare i dissapori nati dalla "mancanza di comunicazione, dalla mancanza di indirizzi politici, dal mancato coinvolgimento dei partitri alle attività di giunta, e dall'eccessivo protagonismo di alcuni individui del governo". Con "accordi federativi nati proprio per queste cause".
Dall'opposizione, intanto, partono altre bordate all'indirizzo del primo cittadino. "Se ci fosse qualcosa di vero nelle indiscrezioni che girano in queste ore sui social network secondo cui il sindaco o i suoi emissari, in difficoltà con la maggioranza, starebbero contattando singoli consiglieri dell'opposizione per chiederne l'appoggio sull'assestamento di bilancio", commenta Sel, "sarebbe un fatto gravissimo che niente ha a che vedere col cambiamento né tantomeno con la buona politica. Saremmo in presenza piuttosto di un mero mercimonio". Da evitare anche perchè, aggiungono i vendoliani, lasciando intravedere una qualche disponibilità al dialogo, "nel caso un cui un sindaco si trovasse nella condizione di doversi rivolgere ad una forza politica di opposizione, la incontra insieme ai suoi rappresentanti istituzionali e, alla luce del sole, pone la questioni che ha da porre. Tenendo in conto naturalmente che con altrettanta nitidezza la forza politica interpellata possa condividere o meno le ragioni del primo cittadino e comportarsi di conseguenza".
Insomma, situazione in evoluzione e scenari in costante trasformazione. E con le riunioni e gli incontri che si susseguono, a sera si torna in consiglio. Come che vadano le cose, nessuno potrà più far finta di niente: gli equilibri usciti dalle urne non esistono più.