Il Bosco? E' ancora a rischio incendio
Lo dice l'Arif. Intanto, è polemica: l'opposizione accusa il Comune
mercoledì 4 luglio 2012
17.00
L'incendio è spento, le fiamme sono state domate. Ma resta alto il pericolo che tutto possa ricominciare.
Lo dice senza mezzi termini, raffreddando i facili entusiasmi seguiti a giorni di inferno, l'Agenzia regionale per le opere irrigue e forestali della Puglia. La direzione generale dell'Arif, infatti, spiega che "anche stamattina cinque mezzi aerei sono tornati a sorvolare il bosco di Gravina". Certo, si aggiunge, "il rogo è stato definitivamente spento", ma la preoccupazione rimane: "Si tratta adesso di effettuare con particolare attenzione le operazioni di monitoraggio e bonifica. Il sottobosco, dopo quattro giorni di fiamme, risulta particolarmente incandescente ed e' facile immaginare che la zona non sia quindi del tutto fuori pericolo dalla possibilita' che qualche piccolo focolaio riprenda a divampare".
Massima attenzione, dunque, al ritorno di fiamma. Quella che s'è già portata via quasi 500 ettari di macchia mediterranea e che ora scatena più d'una polemica. La prima la accende proprio l'Arif, rispondendo colpo su colpo al consigliere regionale pidiellino Nino Marmo, che sulle presunte inadempienze della macchina dei soccorsi (e in qualche modo della stessa Agenzia) aveva fondato un'interrogazione consiliare. "Per legge istitutiva l'Agenzia ha competenza sul demanio regionale, mentre il bosco Difesa Grande e' invece di proprieta' del Comune di Gravina", manda a dire l'Arif, non prima di aver ringraziato il Comune gravinese per la sensibilita' dimostrata nel sottoscrivere la convenzione con l'Agenzia. Va invece giù duro con Palazzo di città il consigliere comunale Antonio Stragapede, eletto tra le fila della "Puglia per Vendola": "Le fiamme sono state spente, ma centinaia di ettari di bosco sono ormai distrutti. In questo primo periodo dell'amministrazione Valente, nonostante l'allerta meteo che da tempo veniva diramata da qualunque mezzo di comunicazione, è stata data la priorità ad altre situazioni". E tra queste, incalza Stragapede, "lo staff personale del sindaco, i soldi necessari al cui mantenimento avrebbero magari potuto trovare un migliore utilizzo in interventi per la prevenzione". Ma non basta, perchè è in coda che si nasconde l'accusa più velenosa e grave: quella di aver sottovalutato l'evento. "Probabilmente, una tempestiva comunicazione alle autorità competenti di quanto stava accadendo", afferma Stragapede, "avrebbe ridotto i danni. Questo evidenzia l'inesperienza da cui è scaturita una superficialità del comportamento dell'amministrazione Valente".
Diametralmente opposta, invece, l'opinione del consigliere regionale Michele Ventricelli, esponente di Sel: "Con grande sforzo da parte del Comune, della Prefettura, degli operatori dell'Arif e della Protezione civile, della Regione e del parco dell'Alta Murgia, la situazione è tornata alla normalità. Resta il rammarico per l'insensatezza di quanto accaduto e l'irresponsabilità dei comportamenti che hanno provocato l'incendio a Difesa Grande. Ora il nostro impegno dovrà concentrarsi nel mettere in campo politiche di educazione e prevenzione. Auspichiamo inoltre che le istituzioni interessate possano elaborare un progetto specifico per una straordinaria manutenzione del bosco di Gravina".
Lo dice senza mezzi termini, raffreddando i facili entusiasmi seguiti a giorni di inferno, l'Agenzia regionale per le opere irrigue e forestali della Puglia. La direzione generale dell'Arif, infatti, spiega che "anche stamattina cinque mezzi aerei sono tornati a sorvolare il bosco di Gravina". Certo, si aggiunge, "il rogo è stato definitivamente spento", ma la preoccupazione rimane: "Si tratta adesso di effettuare con particolare attenzione le operazioni di monitoraggio e bonifica. Il sottobosco, dopo quattro giorni di fiamme, risulta particolarmente incandescente ed e' facile immaginare che la zona non sia quindi del tutto fuori pericolo dalla possibilita' che qualche piccolo focolaio riprenda a divampare".
Massima attenzione, dunque, al ritorno di fiamma. Quella che s'è già portata via quasi 500 ettari di macchia mediterranea e che ora scatena più d'una polemica. La prima la accende proprio l'Arif, rispondendo colpo su colpo al consigliere regionale pidiellino Nino Marmo, che sulle presunte inadempienze della macchina dei soccorsi (e in qualche modo della stessa Agenzia) aveva fondato un'interrogazione consiliare. "Per legge istitutiva l'Agenzia ha competenza sul demanio regionale, mentre il bosco Difesa Grande e' invece di proprieta' del Comune di Gravina", manda a dire l'Arif, non prima di aver ringraziato il Comune gravinese per la sensibilita' dimostrata nel sottoscrivere la convenzione con l'Agenzia. Va invece giù duro con Palazzo di città il consigliere comunale Antonio Stragapede, eletto tra le fila della "Puglia per Vendola": "Le fiamme sono state spente, ma centinaia di ettari di bosco sono ormai distrutti. In questo primo periodo dell'amministrazione Valente, nonostante l'allerta meteo che da tempo veniva diramata da qualunque mezzo di comunicazione, è stata data la priorità ad altre situazioni". E tra queste, incalza Stragapede, "lo staff personale del sindaco, i soldi necessari al cui mantenimento avrebbero magari potuto trovare un migliore utilizzo in interventi per la prevenzione". Ma non basta, perchè è in coda che si nasconde l'accusa più velenosa e grave: quella di aver sottovalutato l'evento. "Probabilmente, una tempestiva comunicazione alle autorità competenti di quanto stava accadendo", afferma Stragapede, "avrebbe ridotto i danni. Questo evidenzia l'inesperienza da cui è scaturita una superficialità del comportamento dell'amministrazione Valente".
Diametralmente opposta, invece, l'opinione del consigliere regionale Michele Ventricelli, esponente di Sel: "Con grande sforzo da parte del Comune, della Prefettura, degli operatori dell'Arif e della Protezione civile, della Regione e del parco dell'Alta Murgia, la situazione è tornata alla normalità. Resta il rammarico per l'insensatezza di quanto accaduto e l'irresponsabilità dei comportamenti che hanno provocato l'incendio a Difesa Grande. Ora il nostro impegno dovrà concentrarsi nel mettere in campo politiche di educazione e prevenzione. Auspichiamo inoltre che le istituzioni interessate possano elaborare un progetto specifico per una straordinaria manutenzione del bosco di Gravina".