Il centro-destra attacca sull’incendio al bosco
Critica all’amministrazione Valente da Forza Italia Fratelli d’Italia e lega
venerdì 13 agosto 2021
"Abbiamo aspettato che il fumo si disperdesse e che la fuliggine e le ceneri si posassero per avere un quadro più nitido. Oggi i nostri occhi e la nostra mente sono pieni delle immagini drammatiche, di fiamme che hanno sventrato per la terza volta in 9 anni il polmone verde più grande della provincia di Bari, a cui la quasi totalità della popolazione gravinese si sente legata". Lo affermano Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega sull'incendio avvenuto presso il bosco Difesa Grande di Gravina.
Infatti non tutti i gravinesi hanno dimostrato di nutrire amore e rispetto per questo luogo che non rappresenta solo i ricordi d'infanzia per tanti di noi, ma che avrebbe dovuto rappresentare, in sinergia con il Parco Nazionale dell'Alta Murgia, con il recupero dei rioni antichi (Piaggio E Fondovito) unitamente a tutto il nostro immenso patrimonio archeologico, artistico e paesaggistico, uno straordinario volano di sviluppo turistico-ambientale per Gravina e per l'intero territorio.
I fatti evidenziano in maniera inequivocabile che i primi a dimostrare disinteresse per il nostro polmone verde sono il Sindaco ed i suoi gregari, che da nove anni hanno letteralmente lasciato all'abbandono e all'incuria totale il Bosco Difesa Grande. Basti ricordare la mancata riapertura del rifugio "Marcuccio", l'apertura e la chiusura del centro visite, il completo degrado della pista ciclabile ormai quasi inesistente, nonostante la grande affluenza di ciclisti e runners, solo per citarne alcuni.
Nessuna programmazione è stata fatta per la valorizzazione del Bosco, nessun progetto di sviluppo è stato mai redatto e prospettato. Eppure ci vorrebbe poca inventiva e tanta buona volontà per rendere il Bosco vivo e attrattivo, basti pensare alla realizzazione di un Parco Avventura all'interno dell'area Cinghiali, al ripristino e ampliamento delle piste ciclabili, alla realizzazione di percorsi naturalistici con guide preparate e qualificate che accompagnino i turisti nei meandri più suggestivi che il bosco offre, alla realizzazione di aree Pic-nic attrezzate per ospitare i turisti della domenica, al ritorno del pascolo delle mucche podoliche ecc. Bisogna tenere puliti i terreni circostanti il bosco che sono tutti o quasi di proprietà comunale, chiediamo a chi amministra di esibire i documenti che certifichino tale pulizia e manutenzione dei campi.
Siamo fermamente convinti che quando un luogo è vissuto, curato e accudito, certi eventi disastrosi difficilmente si verificano. Per queste e tantissime altre ragioni, siamo convinti i che le responsabilità dei roghi di questi anni siano da addebitare e imputare a questo sindaco e a chi lo sostiene. Abbiamo sentito il sindaco Valente dichiarare di avere la coscienza pulita, scaricando ogni responsabilità sulla Regione Puglia, a suo dire unico ente preposto alla gestione del Bosco, quindi sul Presidente Michele Emiliano e di conseguenza sul Partito Democratico, ma ci chiediamo se Valente parli dello stesso Emiliano per il quale, pochi mesi fa ha fatto campagna elettorale, se parli dello stesso PD di cui fa parte, perché in questi anni non ha mai informato la cittadinanza delle gravi negligenze della Regione Puglia, se mai ha prodotto atti amministrativi contro le inadempienze della Regione Puglia, o se come dice l'ing. Giovanni Cavallera, suo ex assessore, il sindaco era "completamente insensibile alle tematiche riguardanti il Bosco", e oggi assistiamo a uno strumentale quanto stomachevole gioco dello scarico di responsabilità a danno della nostra comunità.
Noi, come la maggioranza dei gravinesi, vorremmo le dimissioni del sindaco, ma sappiamo che ciò non avverrà, come non ci sarà il tanto evocato sussulto d'orgoglio dei consiglieri di maggioranza che di fronte a tanto disastro, anziché staccare la spina a questa sciagurata amministrazione, in un documento ribadiscono il loro sostegno, magari speranzosi di ricevere lo stesso trattamento che il sindaco ha riservato ai componenti del suo staff. Infatti, negli stessi giorni in cui il bosco bruciava, nelle stanze del comune "ardeva" il bisogno di sistemare i componenti dello staff del sindaco, risultati entrambi primi classificati ai concorsi indetti dal Comune di Gravina a cui hanno partecipato, con grande distacco dagli altri concorrenti, come per evidenziarne le indubbie capacità, rispetto a chi si è classificato secondo o terzo comunque, che, sempre per una strana coincidenza, risultano essere iscritti e/o attivisti del PD.
In un paese normale, ai concorsi comunali non partecipano e non vincono le persone che hanno ruoli politici nell'amministrazione comunale come i membri dello staff del sindaco, non partecipano gli assessori in carica, non partecipano e non vincono le cugine dei consiglieri comunali, per giunta di maggioranza, non partecipano e non vincono i colleghi di studio della sorella del sindaco, non partecipano e non vincono i militanti e/o attivisti del partito del sindaco.
Per una questione etica e di trasparenza morale e amministrativa, il Sindaco non avrebbe dovuto consentirlo per non far passare, nell'immaginario collettivo il messaggio che "chi va al comune ci va per sistemare i fatti suoi", perché in politica bisogna essere come la moglie di Cesare, al disopra di ogni sospetto (La moglie di Cesare deve non solo essere onesta, ma anche sembrare onesta), ma questo non accade a Gravina, dove tutti i sostenitori del sindaco, sono disponibili a vendersi per un piatto di lenticchie o per la promessa di una futura prebenda, dando un pessimo esempio ai nostri giovani, che fuggono sempre più lontano da una città che brucia di rabbia e di vergogna", concludono.
Infatti non tutti i gravinesi hanno dimostrato di nutrire amore e rispetto per questo luogo che non rappresenta solo i ricordi d'infanzia per tanti di noi, ma che avrebbe dovuto rappresentare, in sinergia con il Parco Nazionale dell'Alta Murgia, con il recupero dei rioni antichi (Piaggio E Fondovito) unitamente a tutto il nostro immenso patrimonio archeologico, artistico e paesaggistico, uno straordinario volano di sviluppo turistico-ambientale per Gravina e per l'intero territorio.
I fatti evidenziano in maniera inequivocabile che i primi a dimostrare disinteresse per il nostro polmone verde sono il Sindaco ed i suoi gregari, che da nove anni hanno letteralmente lasciato all'abbandono e all'incuria totale il Bosco Difesa Grande. Basti ricordare la mancata riapertura del rifugio "Marcuccio", l'apertura e la chiusura del centro visite, il completo degrado della pista ciclabile ormai quasi inesistente, nonostante la grande affluenza di ciclisti e runners, solo per citarne alcuni.
Nessuna programmazione è stata fatta per la valorizzazione del Bosco, nessun progetto di sviluppo è stato mai redatto e prospettato. Eppure ci vorrebbe poca inventiva e tanta buona volontà per rendere il Bosco vivo e attrattivo, basti pensare alla realizzazione di un Parco Avventura all'interno dell'area Cinghiali, al ripristino e ampliamento delle piste ciclabili, alla realizzazione di percorsi naturalistici con guide preparate e qualificate che accompagnino i turisti nei meandri più suggestivi che il bosco offre, alla realizzazione di aree Pic-nic attrezzate per ospitare i turisti della domenica, al ritorno del pascolo delle mucche podoliche ecc. Bisogna tenere puliti i terreni circostanti il bosco che sono tutti o quasi di proprietà comunale, chiediamo a chi amministra di esibire i documenti che certifichino tale pulizia e manutenzione dei campi.
Siamo fermamente convinti che quando un luogo è vissuto, curato e accudito, certi eventi disastrosi difficilmente si verificano. Per queste e tantissime altre ragioni, siamo convinti i che le responsabilità dei roghi di questi anni siano da addebitare e imputare a questo sindaco e a chi lo sostiene. Abbiamo sentito il sindaco Valente dichiarare di avere la coscienza pulita, scaricando ogni responsabilità sulla Regione Puglia, a suo dire unico ente preposto alla gestione del Bosco, quindi sul Presidente Michele Emiliano e di conseguenza sul Partito Democratico, ma ci chiediamo se Valente parli dello stesso Emiliano per il quale, pochi mesi fa ha fatto campagna elettorale, se parli dello stesso PD di cui fa parte, perché in questi anni non ha mai informato la cittadinanza delle gravi negligenze della Regione Puglia, se mai ha prodotto atti amministrativi contro le inadempienze della Regione Puglia, o se come dice l'ing. Giovanni Cavallera, suo ex assessore, il sindaco era "completamente insensibile alle tematiche riguardanti il Bosco", e oggi assistiamo a uno strumentale quanto stomachevole gioco dello scarico di responsabilità a danno della nostra comunità.
Noi, come la maggioranza dei gravinesi, vorremmo le dimissioni del sindaco, ma sappiamo che ciò non avverrà, come non ci sarà il tanto evocato sussulto d'orgoglio dei consiglieri di maggioranza che di fronte a tanto disastro, anziché staccare la spina a questa sciagurata amministrazione, in un documento ribadiscono il loro sostegno, magari speranzosi di ricevere lo stesso trattamento che il sindaco ha riservato ai componenti del suo staff. Infatti, negli stessi giorni in cui il bosco bruciava, nelle stanze del comune "ardeva" il bisogno di sistemare i componenti dello staff del sindaco, risultati entrambi primi classificati ai concorsi indetti dal Comune di Gravina a cui hanno partecipato, con grande distacco dagli altri concorrenti, come per evidenziarne le indubbie capacità, rispetto a chi si è classificato secondo o terzo comunque, che, sempre per una strana coincidenza, risultano essere iscritti e/o attivisti del PD.
In un paese normale, ai concorsi comunali non partecipano e non vincono le persone che hanno ruoli politici nell'amministrazione comunale come i membri dello staff del sindaco, non partecipano gli assessori in carica, non partecipano e non vincono le cugine dei consiglieri comunali, per giunta di maggioranza, non partecipano e non vincono i colleghi di studio della sorella del sindaco, non partecipano e non vincono i militanti e/o attivisti del partito del sindaco.
Per una questione etica e di trasparenza morale e amministrativa, il Sindaco non avrebbe dovuto consentirlo per non far passare, nell'immaginario collettivo il messaggio che "chi va al comune ci va per sistemare i fatti suoi", perché in politica bisogna essere come la moglie di Cesare, al disopra di ogni sospetto (La moglie di Cesare deve non solo essere onesta, ma anche sembrare onesta), ma questo non accade a Gravina, dove tutti i sostenitori del sindaco, sono disponibili a vendersi per un piatto di lenticchie o per la promessa di una futura prebenda, dando un pessimo esempio ai nostri giovani, che fuggono sempre più lontano da una città che brucia di rabbia e di vergogna", concludono.