Il Comune stoppa il consigliere
Bloccati i lavori dell'impresa "Caporale". Gli uffici riscontrano anomalie, ma Debenedictis: "Questo comune uccide il lavoro".
venerdì 5 aprile 2013
08.40
È un fiume in piena, Salvatore Debenedictis, amministratore unico della "Caporale srl", consigliere comunale eletto tra le fila dell'opposizione, che recentemente si è distinto in consiglio comunale per aver offerto, in una fase cruciale della vita amministrativa locale, il proprio sostegno all'amministrazione Valente.
Pochi giorni fa, infatti, l'ufficio tecnico comunale con specifica ordinanza ha imposto all'impresa di cui lui è legale rappresentante (non a caso il provvedimento gli è stato notificato personalmente) di bloccare sia pur temporaneamente, in attesa delle dovute verifiche e dei necessari chiarimenti, la costruzione di un edificio in via Giuseppe di Vittorio. Una decisione dettata da questioni tecniche e burocratiche? Sicuramente. Ma un Comune che stoppa un consigliere imprenditore non è certo notizia che possa passare sotto gamba. E lo stesso Debenedictis non si nasconde dietro un dito: "Da imprenditore ritengo che l'ufficio tecnico abbia preso un abbaglio, perché l'edificio in questione è stato progettato nel pieno rispetto delle regole". E spiega: "Le opere edilizie autorizzate per silenzio assenso sono state avviate grazie alla legge Lunardi del 2001. Le altezze sono state rispettate, così come sono stati versati tutti gli oneri di urbanizzazione, anche se a distanza di mesi sono stato richiamato dall'ufficio tecnico dove mi hanno spiegato che gli oneri da versare ammontavano ad una cifra superiore a quella da me pagata". In ordine alle presunte irregolarità contestate alla sua impresa, Debenedictis si dice convinto che "nel corso dei sopralluoghi in programma per questi giorni dimostreremo che l'edificio è costruito a regola d'arte e secondo tutte le leggi vigenti", anche se il dirigente dell'ufficio tecnico, Michele Stasi, nel difendere l'operato dell'ente, dice: "Per quell'immobile era stata presentata una richiesta sulla quale nessuno tecnico di questo ufficio si era mai espresso, poi l'impresa ha consegnato una Scia e ha avviato i lavori. Al momento, avverso la nostra decisione non ci risulta essere stato presentato alcun ricorso".
Posizioni (al momento) distanti, che i sopralluoghi e le verifiche già in programma potrebbero anche avvicinare o comunque risolvere sotto il profilo prettamente tecnico ed amministrativo, che è poi ciò che conta in questi casi. Resta però il famoso riflesso politico della vicenda. "Io non sono un ladro", puntualizza fermo Debenectis. E richiesto di svestirsi dei panni dell'imprenditore per vestire i panni istituzionali affidatigli dall'elettorato, sbotta: "Francamente, penso che in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, l'amministrazione dovrebbe tutelare e incoraggiare i pochi imprenditori che ancora hanno voglia di investire". Invece? "In questo paese si bloccano i cantieri che danno da mangiare a cinquanta famiglie gravinesi, tra progettisti e operai, semplicemente perché qualcuno ha preso una svista. Hanno bloccato il lavoro di decine di professionisti e poi mi invitano al consiglio comunale monotematico sul lavoro? Così si uccide il lavoro".
Morale? E' innegabile: la storia del Comune che blocca l'impresa del consigliere ha anche un risvolto squisitamente politico.
Pochi giorni fa, infatti, l'ufficio tecnico comunale con specifica ordinanza ha imposto all'impresa di cui lui è legale rappresentante (non a caso il provvedimento gli è stato notificato personalmente) di bloccare sia pur temporaneamente, in attesa delle dovute verifiche e dei necessari chiarimenti, la costruzione di un edificio in via Giuseppe di Vittorio. Una decisione dettata da questioni tecniche e burocratiche? Sicuramente. Ma un Comune che stoppa un consigliere imprenditore non è certo notizia che possa passare sotto gamba. E lo stesso Debenedictis non si nasconde dietro un dito: "Da imprenditore ritengo che l'ufficio tecnico abbia preso un abbaglio, perché l'edificio in questione è stato progettato nel pieno rispetto delle regole". E spiega: "Le opere edilizie autorizzate per silenzio assenso sono state avviate grazie alla legge Lunardi del 2001. Le altezze sono state rispettate, così come sono stati versati tutti gli oneri di urbanizzazione, anche se a distanza di mesi sono stato richiamato dall'ufficio tecnico dove mi hanno spiegato che gli oneri da versare ammontavano ad una cifra superiore a quella da me pagata". In ordine alle presunte irregolarità contestate alla sua impresa, Debenedictis si dice convinto che "nel corso dei sopralluoghi in programma per questi giorni dimostreremo che l'edificio è costruito a regola d'arte e secondo tutte le leggi vigenti", anche se il dirigente dell'ufficio tecnico, Michele Stasi, nel difendere l'operato dell'ente, dice: "Per quell'immobile era stata presentata una richiesta sulla quale nessuno tecnico di questo ufficio si era mai espresso, poi l'impresa ha consegnato una Scia e ha avviato i lavori. Al momento, avverso la nostra decisione non ci risulta essere stato presentato alcun ricorso".
Posizioni (al momento) distanti, che i sopralluoghi e le verifiche già in programma potrebbero anche avvicinare o comunque risolvere sotto il profilo prettamente tecnico ed amministrativo, che è poi ciò che conta in questi casi. Resta però il famoso riflesso politico della vicenda. "Io non sono un ladro", puntualizza fermo Debenectis. E richiesto di svestirsi dei panni dell'imprenditore per vestire i panni istituzionali affidatigli dall'elettorato, sbotta: "Francamente, penso che in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, l'amministrazione dovrebbe tutelare e incoraggiare i pochi imprenditori che ancora hanno voglia di investire". Invece? "In questo paese si bloccano i cantieri che danno da mangiare a cinquanta famiglie gravinesi, tra progettisti e operai, semplicemente perché qualcuno ha preso una svista. Hanno bloccato il lavoro di decine di professionisti e poi mi invitano al consiglio comunale monotematico sul lavoro? Così si uccide il lavoro".
Morale? E' innegabile: la storia del Comune che blocca l'impresa del consigliere ha anche un risvolto squisitamente politico.