“Il nome della Madre” emoziona il pubblico del Vida
La compagnia “Colpi di Scena” porta in teatro la Natività raccontata da Erri De Luca
lunedì 9 dicembre 2019
16.00
La natività vista con gli occhi di un non credente. Una novella di speranza, un racconto di fede, ma soprattutto una storia di sincero e puro amore. L'amore di una madre per un bambino che sta per nascere, l'amore di un marito per una moglie che si scontra contro tutte le credenze e le leggi tradizionali della comunità di appartenenza, l'amore di un popolo per il proprio Dio.
Al Vida non è andata in scena una recita scolastica sulla natività, la compagnia "colpi di scena" ha portato sul palco del piccolo teatro gravinese l'opera di Erri De Luca che apre una serie di scenari possibili sulla vicenda che vede protagonisti non delle divinità, ma degli uomini "comuni": con le ansie, le angosce e i dubbi che normalmente possono assalirli in situazioni non convenzionali.
E allora non si può non cogliere l'entusiasmo di Miriam nell'auspicare al proprio nascitura una vita piena di gioia, così come temere che la sua straordinarietà possa portarlo alla rovina; oppure scorgere nelle parole di Joseph tutta l'angoscia di chi ha il timore del giudizio degli anziani che rappresentano la legge morale in terra, superato solo dalla forza del suo amore per Miriam e dalla speranza che ella gli infonde.
Una opera teatrale toccante e coinvolgente, riportata in scena dalla compagnia teatrale gravinese dieci anni dopo la prima rappresentazione, in un momento storico in cui il "political correct" circa l'adozione o meno del presepe in luoghi pubblici sta animando il dibattito nazionale.
Da sottolineare l'interpretazione maiuscola di una bravissima Angela Caporale nei panni di Miriam e dell'ottimo Alessandro Parisi, Josef, che con la loro recitazione hanno emozionato il pubblico entusiasta del Vida.
Al Vida non è andata in scena una recita scolastica sulla natività, la compagnia "colpi di scena" ha portato sul palco del piccolo teatro gravinese l'opera di Erri De Luca che apre una serie di scenari possibili sulla vicenda che vede protagonisti non delle divinità, ma degli uomini "comuni": con le ansie, le angosce e i dubbi che normalmente possono assalirli in situazioni non convenzionali.
E allora non si può non cogliere l'entusiasmo di Miriam nell'auspicare al proprio nascitura una vita piena di gioia, così come temere che la sua straordinarietà possa portarlo alla rovina; oppure scorgere nelle parole di Joseph tutta l'angoscia di chi ha il timore del giudizio degli anziani che rappresentano la legge morale in terra, superato solo dalla forza del suo amore per Miriam e dalla speranza che ella gli infonde.
Una opera teatrale toccante e coinvolgente, riportata in scena dalla compagnia teatrale gravinese dieci anni dopo la prima rappresentazione, in un momento storico in cui il "political correct" circa l'adozione o meno del presepe in luoghi pubblici sta animando il dibattito nazionale.
Da sottolineare l'interpretazione maiuscola di una bravissima Angela Caporale nei panni di Miriam e dell'ottimo Alessandro Parisi, Josef, che con la loro recitazione hanno emozionato il pubblico entusiasta del Vida.