Il Papa chiede ai cattolici di impegnarsi in politica.
“Cattolici nell’Italia di oggi. Un’Agenda di speranza per il futuro del Paese”. Settimana Sociale dei Cattolici Italiani
lunedì 18 ottobre 2010
"Serve una nuova generazione di cattolici, persone interiormente rinnovate che si impegnino nell'attività politica senza complessi d'inferiorità".
Esordisce con questo messaggio Benedetto XVI alla Settimana Sociale dei Cattolici, tenutasi a Reggio Calabria, dal 14-17 ottobre 2010, attraverso una sua lettera al card. Angelo Bagnasco.
Nell'appuntamento fisso della Chiesa Cattolica, dal nome di Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, politici, vescovi, militanti ed intellettuali del mondo cattolico si riuniscono puntualmente per discutere in merito ad un tema comune. Dal 1907, la Settimana sociale è strumento di dialogo e veicolo di influenze tra la Chiesa cattolica e la società.
Da quanto si legge nel comunicato a firma del prof. Vito Raguso, responsabile per la comunicazione dell'Unione Popolare Cristiana di Gravina, la richiesta di porre al centro l'"educazione alla mondialità" nella vita della Chiesa e nella società, ha attraversato i dibattiti delle assemblee tematiche della 46ª Settimana sociale dei cattolici;
il Papa, nel suo documento, prende di petto temi cruciali come quello dell'immigrazione, onde superare la fase di emergenza e dare "aiuti alla prima accoglienza, favorendo l'integrazione e il rispetto delle leggi"; della crisi economica, che ha diffuso "disoccupazione e precarietà"', e di fronte alla quale "i soggetti istituzionali e sociali" devono "assicurare alla famiglia efficaci misure di sostegno, dotandola di risorse adeguate e permettendo una giusta conciliazione con i tempi del lavoro". Riguardo alla difesa di valori come quelli della vita e della famiglia, della dignità' della persona umana, dell'ambiente e della pace, tutti i cattolici devono "assumersi le proprie responsabilità"', senza "delegare la ricerca di soluzioni soltanto alle pubbliche autorità"'. In preparazione all'evento sono stati condotti, per oltre un anno, momenti di confronto e dialogo coinvolgendo tutte le "forze vive" della società: Chiese locali con il loro clero e, soprattutto, il laicato, associazioni e movimenti, docenti e imprenditori, forze sociali, del terzo settore e del volontariato ecc.
Benedetto XVI ha infine evidenziato che "il progresso deve essere accompagnato dal bene comune" che trova casa "nel cristianesimo", un elemento fondamentale per la convivenza pacifica e una speranza per il futuro del Paese. Ha aggiunto il card. Bagnasco: "chiedere il silenzio dei cattolici in politica significherebbe tradire il Vangelo e quindi Dio e l'uomo".
Esordisce con questo messaggio Benedetto XVI alla Settimana Sociale dei Cattolici, tenutasi a Reggio Calabria, dal 14-17 ottobre 2010, attraverso una sua lettera al card. Angelo Bagnasco.
Nell'appuntamento fisso della Chiesa Cattolica, dal nome di Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, politici, vescovi, militanti ed intellettuali del mondo cattolico si riuniscono puntualmente per discutere in merito ad un tema comune. Dal 1907, la Settimana sociale è strumento di dialogo e veicolo di influenze tra la Chiesa cattolica e la società.
Da quanto si legge nel comunicato a firma del prof. Vito Raguso, responsabile per la comunicazione dell'Unione Popolare Cristiana di Gravina, la richiesta di porre al centro l'"educazione alla mondialità" nella vita della Chiesa e nella società, ha attraversato i dibattiti delle assemblee tematiche della 46ª Settimana sociale dei cattolici;
il Papa, nel suo documento, prende di petto temi cruciali come quello dell'immigrazione, onde superare la fase di emergenza e dare "aiuti alla prima accoglienza, favorendo l'integrazione e il rispetto delle leggi"; della crisi economica, che ha diffuso "disoccupazione e precarietà"', e di fronte alla quale "i soggetti istituzionali e sociali" devono "assicurare alla famiglia efficaci misure di sostegno, dotandola di risorse adeguate e permettendo una giusta conciliazione con i tempi del lavoro". Riguardo alla difesa di valori come quelli della vita e della famiglia, della dignità' della persona umana, dell'ambiente e della pace, tutti i cattolici devono "assumersi le proprie responsabilità"', senza "delegare la ricerca di soluzioni soltanto alle pubbliche autorità"'. In preparazione all'evento sono stati condotti, per oltre un anno, momenti di confronto e dialogo coinvolgendo tutte le "forze vive" della società: Chiese locali con il loro clero e, soprattutto, il laicato, associazioni e movimenti, docenti e imprenditori, forze sociali, del terzo settore e del volontariato ecc.
Benedetto XVI ha infine evidenziato che "il progresso deve essere accompagnato dal bene comune" che trova casa "nel cristianesimo", un elemento fondamentale per la convivenza pacifica e una speranza per il futuro del Paese. Ha aggiunto il card. Bagnasco: "chiedere il silenzio dei cattolici in politica significherebbe tradire il Vangelo e quindi Dio e l'uomo".