Il Parco archeologico di Botromagno tra passato e presente
Una mostra organizzata dall’Archeoclub di Gravina. Parola chiave dell'evento: sensibilizzare
martedì 17 luglio 2012
11.29
Nasce da una chiacchierata tra i soci dell'Archeoclub di Gravina la mostra "Area archeologica Padre Eterno: ieri e oggi" che è stata inaugurata pochi giorni fa presso la sede dell'associazione in Via Matteotti, 27 alla presenza del primo cittadino Alesio Valente.
Una media di una cinquantina di visitatori al giorno, tra famiglie con bambini al seguito incuriositi dai luoghi a loro sconosciuti e da studenti di architettura di Bari interessati ad approfondire le tematiche dei beni archeologici, sta affollando la sede dell'associaizone poichè, nonostante anni di incuria e abbandono, il Parco Archeologico di Botromagno ancora rappresenta la pietra miliare del nostro patrimonio. Istituito nel 1985, con un primo finanziamento regionale di 855 milioni del vecchio conio, il parco è stato oggetto di un importante finanziamento comunitario per la creazione di percorsi turistici e centro visite che però, vista l'evolversi della vicenda, non ha dato i risultati sperati. Ad oggi l´erba è alta, cresce tempestata di fiori gialli e lilla da ogni parte. È dentro le tombe, intorno, si arrampica su ciò che resta dei cartelli informativi, affissi quando il parco era ancora una promessa. La bellezza del paesaggio è struggente, resa forse più dolce e malinconica dall´impotenza che si prova guardando un polo culturale e turistico di importanza nazionale lasciato così, a morire.
Innocente Cataldi, presidente dell'Archeoclub di Gravina fa leva sulla sensibilità dei gravinesi: "La mostra da noi allestita con l'autorizzazione della Soprintendenza di Taranto è un'opera di sensibilizzazione nei confronti dell'opinione pubblica e soprattutto degli Enti istituzionali. E' chiaro che l'opinione pubblica si forma, si mobilita magari si indigna dinanzi al degrado e all'abbandono in cui versano i beni archeologici gravinesi, ma è alle istituzioni così come ai proprietari delle aree che ci rivolgiamo".
Il sindaco Valente ribadisce l'impegno della sua amministrazione finalizzato a ridare lustro al parco rendendolo innnazitutto fruibile, ma restano forti i timori di chi crede che l'intera area resterà ancora a lungo vittima delle istituzioni che l´hanno dimenticata e dei ladri che continuano a depredarne le tombe, i reperti e perfino i ponteggi.
Nel frattempo l'invito a tutti i cittadini è di visitare la mostra che restarà aperta sino al prossimo 15 settembre.
Una media di una cinquantina di visitatori al giorno, tra famiglie con bambini al seguito incuriositi dai luoghi a loro sconosciuti e da studenti di architettura di Bari interessati ad approfondire le tematiche dei beni archeologici, sta affollando la sede dell'associaizone poichè, nonostante anni di incuria e abbandono, il Parco Archeologico di Botromagno ancora rappresenta la pietra miliare del nostro patrimonio. Istituito nel 1985, con un primo finanziamento regionale di 855 milioni del vecchio conio, il parco è stato oggetto di un importante finanziamento comunitario per la creazione di percorsi turistici e centro visite che però, vista l'evolversi della vicenda, non ha dato i risultati sperati. Ad oggi l´erba è alta, cresce tempestata di fiori gialli e lilla da ogni parte. È dentro le tombe, intorno, si arrampica su ciò che resta dei cartelli informativi, affissi quando il parco era ancora una promessa. La bellezza del paesaggio è struggente, resa forse più dolce e malinconica dall´impotenza che si prova guardando un polo culturale e turistico di importanza nazionale lasciato così, a morire.
Innocente Cataldi, presidente dell'Archeoclub di Gravina fa leva sulla sensibilità dei gravinesi: "La mostra da noi allestita con l'autorizzazione della Soprintendenza di Taranto è un'opera di sensibilizzazione nei confronti dell'opinione pubblica e soprattutto degli Enti istituzionali. E' chiaro che l'opinione pubblica si forma, si mobilita magari si indigna dinanzi al degrado e all'abbandono in cui versano i beni archeologici gravinesi, ma è alle istituzioni così come ai proprietari delle aree che ci rivolgiamo".
Il sindaco Valente ribadisce l'impegno della sua amministrazione finalizzato a ridare lustro al parco rendendolo innnazitutto fruibile, ma restano forti i timori di chi crede che l'intera area resterà ancora a lungo vittima delle istituzioni che l´hanno dimenticata e dei ladri che continuano a depredarne le tombe, i reperti e perfino i ponteggi.
Nel frattempo l'invito a tutti i cittadini è di visitare la mostra che restarà aperta sino al prossimo 15 settembre.