Il Pri pronto ad espellere Tedesco

"Ha tradito la linea del partito: si dimetta da consigliere". E intanto la maggioranza resta nel pantano.

martedì 15 gennaio 2013 16.05
A cura di Gianpaolo Iacobini
"Col suo comportamento ha disatteso le indicazioni del partito. Non ci sentiamo più rappresentati da lui. Lo abbiamo invitato a dimettersi dal consiglio. Non dovesse farlo, avvieremo la procedura per l'espulsione dal Pri".

Un nuovo caso politico sale alla ribalta delle cronache gravinesi: il segretario dei repubblicani, Giuseppe Loglisci (nella foto), sancisce l'ormai imminente divorzio tra l'Edera ed il suo unico consigliere, Michele Tedesco, primo degli eletti con 388 voti in una lista che di preferenze ne aveva raccolte, nel complesso, più di 1.600, schierandosi al fianco del candidato sindaco Rino Vendola. Poi, però, in consiglio comunale, sul finire del 2012, Tedesco (insieme a un altro collega di minoranza, Salvatore Debenedictis) s'è rivelato fondamentale, con la sua presenza in aula, per evitare lo stallo dell'amministrazione comunale guidata da Alesio Valente. "L'abbiamo fatto per il bene della città", si giustificarono i due. Ma il Pri non ci crede. E soprattutto, dichiara di non credere più nel suo uomo. "All'indomani del consiglio comunale - spiega Loglisci - ci siamo riuniti ed il partito, non sentendosi rappresentato e non avendo ottenuto spiegazioni esaurienti, ha chiesto a Tedesco di lasciare la carica di consigliere". Passate più di due settimane, senza l'auspicato passo indietro, è arrivata la scelta di sposare la linea dura. "Lunedì s'è svolto un nuovo incontro, per richiamare nuovamente Tedesco: il mandato affidatogli, non solo dai suoi ma anche dai nostri elettori, non lo autorizza a strumentalizzare la politica autonomamente, a proprio piacimento", affonda i colpi Loglisci. "Del resto - aggiunge il numero uno del Pri - all'inizio della consiliatura s'era deciso che qualsiasi decisione avrebbe dovuto essere concordata col partito. Ciò non è avvenuto. Ma ricordiamo anche che in campagna elettorale Valente accusava la nostra coalizione di aver candidato persone poco affidabili. Oggi, invece, chiede il contributo per il mantenimento di una maggioranza inesistente ed improduttiva e lo fa svolgendo un'azione politica non con i partiti, ma con i singoli consiglieri, espressione di partiti e non di se stessi".

Già, la maggioranza. Sempre lunedì sera il raggruppamento valentiano si è ritrovato a confronto. Tutti presenti tranne i birbantelli del "Centro Democratico", pare non invitati. Dal faccia a faccia più d'uno s'attendeva la firma di un documento di sostegno al primo cittadino ed alla sua squadra. Il Pd aveva anche pronta una bozza da sottoscrivere, ma dopo uno scambio d'opinioni l'Udc avrebbe richiesto qualche giorno di pazienza, per una preventiva discussione interna. E così, riposte le penne nel taschino, tutti a casa. Appuntamento (per la firma) solo rinviato, mentre si lavora all'organizzazione d'una conferenza per presentare alla città tutti i traguardi tagliati, in sei mesi, dall'amministrazione comunale. E intanto la crisi resta. Lontana, con le sue ragioni reali, dagli occhi dell'opinione pubblica e, soprattutto, dai banchi del consiglio comunale.