Il regista Nico Cirasola "racconta" il cinema Centrone. E spera nel recupero
Proseguono le nostre interviste sul grande contenitore chiuso da tempo e messo in vendita
mercoledì 19 dicembre 2018
Prosegue l'inchiesta di GravinaLife sui contenitori culturali abbandonati a Gravina, con l'intento di capire se qualcosa si può fare e se si può credere in un loro ripristino. Dopo la nostra nostizia sulla messa in vendita del "Centrone", cineteatro gravinese chiuso dal 1990, abbiamo raggiunto telefonicamente una fonte autorevole, il regista di origini gravinesi Nico Cirasola per sapere la sua opinione al riguardo. Il risultato è stato un viaggio nostalgico nei ricordi di un passato florido per l'arte e il cinema nel nostro paese e un augurio di rinascita.
Cosa rappresenta per lei il cineteatro Centrone?
Per me il Centrone è il luogo dell'infanzia. Sono nato e cresciuto a Gravina fino all'età di 9 anni, poi mi sono trasferito a Bari con i miei genitori. Gravina è il posto del cuore, il luogo delle feste e delle occasioni speciali quando tornavamo e andavamo al cinema. Il cinema rappresentava il luogo d'incontro, l'agorà cittadina insieme alla Cattedrale. Negli anni '50-'60 ricordo che il Centrone era sempre strapieno e venivano proiettati i migliori colossal come Ben Hur, La Bibbia, I 10 Comandamenti ma anche i film western. Il pubblico era trasversale, c'era il coinvolgimento di intere generazioni. Il posto migliore per noi giovani era il loggione per far casino. I miei genitori invece sedevano in galleria e redarguivano noi giovani a comportarci bene.
Quei ricordi hanno alimentato pian piano in me la passione per il cinema. Ci sono a Gravina due strutture, insieme al Centrone anche il Mastrogiacomo, che raccontano un periodo storico meraviglioso della vita quotidiana dell'epoca. Non erano solo contenitori culturali ma luoghi vivi e vissuti. Si poteva entrare anche a metà film e si poteva fumare, altri tempi.
Ha mai pensato ad un futuro per il Centrone?
A distanza di 30 anni è assurdo che questa struttura sia chiusa. Oggi è impensabile riempirlo tutto. Io sono per il rispetto e la conservazione di questo monumento, io farei un recupero conservativo del Centrone.
Nella galleria farei delle esposizioni, ordini e loggione li lascerei invariati, nella platea metterei dei "cinebox" smontabili da 100/150 posti. Farei ovviamente una ristrutturazione di sicurezza, degli impianti, adeguandolo alle nuove normative ma lascerei invariato il fascino dell'epoca: la moquette, le pareti, le sedie. Sono contrario agli interventi invasivi moderni di cementificazione, ci sono tanti esempi di restauri scandalosi. Importantissima è la scelta dei materiali e il mantenimento degli espedienti per il suono.
Secondo lei è possibile una riapertura?
Ci vedrei degli spazi multimediali in cui fare corsi di fotografia e di cinema, spazi espositivi in cui fare didattica con le scuole (come succede al museo del cinema di Torino).
In zona non esiste una struttura del genere, polivalente e il suo recupero potrebbe essere una buona occasione per sfruttare l'occasione di Matera 2019 capitale della cultura. Un percorso, un cammino che unirebbe le due regioni e darebbe lavoro a molti.
A breve verrà pubblicato un bando regionale in cui verranno stanziati 2 milioni di euro per acquisto e ristrutturazione di contenitori culturali. Questa operazione deve essere fatta, a mio avviso, da una cordata di imprenditori perché avrebbe una grande valenza economica per il paese.
Io sono disponibile a fare delle donazioni di pellicole e mezzi per montaggio e editing, e a offrire le mie competenze per un museo del cinema.
Gravina ha le persone giuste per rispondere a questo appello?
Ci vuole una volontà politica e una capacità imprenditoriale per creare nuove economie e dare lustro a questo paese. E' importante non perdere questa occasione per Gravina, mantenendo intatto il fascino, la storia e le emozioni del Centrone.
Un paese senza cinema e teatro è un paese povero. È necessario trovare un'intesa urgente con i proprietari che finora fortunatamente non lo hanno stravolto e che comunque hanno costi senza nessun ricavo ed utilizzo. Ho chiesto al sindaco Valente un incontro con alcuni prestigiosi e sensibili professionisti/ imprenditori di Gravina disponibili a riattivare la struttura intervenendo anche finanziariamente.
Come la fenice, c'è speranza che questa imponente struttura rinasca dalle sue ceneri? E soprattutto c'è la volontà? GravinaLife vi terrà aggiornati.
Angela Mazzotta
Cosa rappresenta per lei il cineteatro Centrone?
Per me il Centrone è il luogo dell'infanzia. Sono nato e cresciuto a Gravina fino all'età di 9 anni, poi mi sono trasferito a Bari con i miei genitori. Gravina è il posto del cuore, il luogo delle feste e delle occasioni speciali quando tornavamo e andavamo al cinema. Il cinema rappresentava il luogo d'incontro, l'agorà cittadina insieme alla Cattedrale. Negli anni '50-'60 ricordo che il Centrone era sempre strapieno e venivano proiettati i migliori colossal come Ben Hur, La Bibbia, I 10 Comandamenti ma anche i film western. Il pubblico era trasversale, c'era il coinvolgimento di intere generazioni. Il posto migliore per noi giovani era il loggione per far casino. I miei genitori invece sedevano in galleria e redarguivano noi giovani a comportarci bene.
Quei ricordi hanno alimentato pian piano in me la passione per il cinema. Ci sono a Gravina due strutture, insieme al Centrone anche il Mastrogiacomo, che raccontano un periodo storico meraviglioso della vita quotidiana dell'epoca. Non erano solo contenitori culturali ma luoghi vivi e vissuti. Si poteva entrare anche a metà film e si poteva fumare, altri tempi.
Ha mai pensato ad un futuro per il Centrone?
A distanza di 30 anni è assurdo che questa struttura sia chiusa. Oggi è impensabile riempirlo tutto. Io sono per il rispetto e la conservazione di questo monumento, io farei un recupero conservativo del Centrone.
Nella galleria farei delle esposizioni, ordini e loggione li lascerei invariati, nella platea metterei dei "cinebox" smontabili da 100/150 posti. Farei ovviamente una ristrutturazione di sicurezza, degli impianti, adeguandolo alle nuove normative ma lascerei invariato il fascino dell'epoca: la moquette, le pareti, le sedie. Sono contrario agli interventi invasivi moderni di cementificazione, ci sono tanti esempi di restauri scandalosi. Importantissima è la scelta dei materiali e il mantenimento degli espedienti per il suono.
Secondo lei è possibile una riapertura?
Ci vedrei degli spazi multimediali in cui fare corsi di fotografia e di cinema, spazi espositivi in cui fare didattica con le scuole (come succede al museo del cinema di Torino).
In zona non esiste una struttura del genere, polivalente e il suo recupero potrebbe essere una buona occasione per sfruttare l'occasione di Matera 2019 capitale della cultura. Un percorso, un cammino che unirebbe le due regioni e darebbe lavoro a molti.
A breve verrà pubblicato un bando regionale in cui verranno stanziati 2 milioni di euro per acquisto e ristrutturazione di contenitori culturali. Questa operazione deve essere fatta, a mio avviso, da una cordata di imprenditori perché avrebbe una grande valenza economica per il paese.
Io sono disponibile a fare delle donazioni di pellicole e mezzi per montaggio e editing, e a offrire le mie competenze per un museo del cinema.
Gravina ha le persone giuste per rispondere a questo appello?
Ci vuole una volontà politica e una capacità imprenditoriale per creare nuove economie e dare lustro a questo paese. E' importante non perdere questa occasione per Gravina, mantenendo intatto il fascino, la storia e le emozioni del Centrone.
Un paese senza cinema e teatro è un paese povero. È necessario trovare un'intesa urgente con i proprietari che finora fortunatamente non lo hanno stravolto e che comunque hanno costi senza nessun ricavo ed utilizzo. Ho chiesto al sindaco Valente un incontro con alcuni prestigiosi e sensibili professionisti/ imprenditori di Gravina disponibili a riattivare la struttura intervenendo anche finanziariamente.
Come la fenice, c'è speranza che questa imponente struttura rinasca dalle sue ceneri? E soprattutto c'è la volontà? GravinaLife vi terrà aggiornati.
Angela Mazzotta