Il teatro Vida continua a macinare consensi
L’originalità de ”L’ispettore generale” di Gogol conquista il pubblico. Il merito è della compagnia leccese "Calandra"
lunedì 7 novembre 2011
11.38
Nuovo spettacolo al teatro Vida e nuovo consenso di pubblico. Ad essere portato in scena sabato e domenica scorsa, Gogol, il noto scrittore e drammaturgo russo, ucraino di nascita, nel suo "L'ispettore generale".
Una tranquilla cittadina di provincia viene improvvisamente risvegliata dalla sua quotidianità, a seguito della notizia dell'arrivo di un ispettore generale. Tutti sono in fermento e impauriti, soprattutto i corrotti notabili del paese…figurarsi quando si crede che l'ispettore generale sia già arrivato, in incognito, in città. In realtà si tratta di un giovinotto squattrinato che capisce subito i benefici che può trarre dalla situazione. Al pseudo ispettore la possibilità di sfruttare più che può il fortunato contesto in cui è casualmente capitato, lasciando la città appena prima che l'inganno venga scoperto. Intanto viene annunciato l'arrivo del vero ispettore…
Una commedia degli equivoci che ha come bersaglio la corrotta burocrazia sempre attuale, sempre al passo con i tempi, qui messa efficacemente alla berlina. L'imputato è, dunque, il sistema politico.
Un testo semplice quello interpretato dalla compagnia "Calandra", compagnia teatrale leccese ospite a Gravina, ma dai risvolti scenografici e registici dall'alto gradimento degli spettatori.
A suscitare le risate del pubblico, proprio quel giovanotto, nelle vesti di revisore solo per i corrotti, interpretato magistralmente da Federico della Ducata: le sembianze arabe, la tipica cadenza del "musulmano" trapiantato, la gestualità beffarda, hanno fatto del personaggio il vero protagonista di una società dai numerosi scheletri nell'armadio, movimentando così la pièce.
Un plauso anche a Myriam Mariano, camaleontica attrice, abilmente adatta ai numerosi ruoli che la stessa ha interpretato nella commedia.
Una recitazione quella dell'intera compagnia, come dire, "geometrica", un movimento ordinato e veloce, quello che si è snodato sul palco gravinese, così' come "strutturata" è stata l'emissione di voce e l'intera performance degli attori: sketch fulminei, ma incisivi, un genere non comune agli occhi degli spettatori.
La stessa scenografia, assolutamente semplice, è riuscita grazie ad un gioco di luci, musiche e recitazione non completamente amatoriale, a riempire a tutti gli effetti la scena. Alla regia di Giuseppe Miggiano anche il merito del successo.
Una tranquilla cittadina di provincia viene improvvisamente risvegliata dalla sua quotidianità, a seguito della notizia dell'arrivo di un ispettore generale. Tutti sono in fermento e impauriti, soprattutto i corrotti notabili del paese…figurarsi quando si crede che l'ispettore generale sia già arrivato, in incognito, in città. In realtà si tratta di un giovinotto squattrinato che capisce subito i benefici che può trarre dalla situazione. Al pseudo ispettore la possibilità di sfruttare più che può il fortunato contesto in cui è casualmente capitato, lasciando la città appena prima che l'inganno venga scoperto. Intanto viene annunciato l'arrivo del vero ispettore…
Una commedia degli equivoci che ha come bersaglio la corrotta burocrazia sempre attuale, sempre al passo con i tempi, qui messa efficacemente alla berlina. L'imputato è, dunque, il sistema politico.
Un testo semplice quello interpretato dalla compagnia "Calandra", compagnia teatrale leccese ospite a Gravina, ma dai risvolti scenografici e registici dall'alto gradimento degli spettatori.
A suscitare le risate del pubblico, proprio quel giovanotto, nelle vesti di revisore solo per i corrotti, interpretato magistralmente da Federico della Ducata: le sembianze arabe, la tipica cadenza del "musulmano" trapiantato, la gestualità beffarda, hanno fatto del personaggio il vero protagonista di una società dai numerosi scheletri nell'armadio, movimentando così la pièce.
Un plauso anche a Myriam Mariano, camaleontica attrice, abilmente adatta ai numerosi ruoli che la stessa ha interpretato nella commedia.
Una recitazione quella dell'intera compagnia, come dire, "geometrica", un movimento ordinato e veloce, quello che si è snodato sul palco gravinese, così' come "strutturata" è stata l'emissione di voce e l'intera performance degli attori: sketch fulminei, ma incisivi, un genere non comune agli occhi degli spettatori.
La stessa scenografia, assolutamente semplice, è riuscita grazie ad un gioco di luci, musiche e recitazione non completamente amatoriale, a riempire a tutti gli effetti la scena. Alla regia di Giuseppe Miggiano anche il merito del successo.