Il tempo del silenzio, del perdono e del lavoro

Richiamo delle associazioni cattoliche. "Lavoriamo per il bene comune".

domenica 7 ottobre 2012 11.23
A cura di Antonella Testini
La quiete dopo la tempesta.

Le associazioni cattoliche di Gravina riunite nel Forum delle associazioni cattoliche (Azione Cattolica, Agesci, Comunione e Liberazione, Comunità di Gesù, Gi.Fra, Masci, O.f.s.. Pensare politicamente, Rinnovamento nello Spirito, Ucid) con una nota congiunta inviata alla stampa, pubblicata anche sul sito internet della Diocesi di Gravina-Altamura-Acquaviva delle Fonti, invitano l'intera cittadinanza ad abbassare i toni. Un'iniziativa resasi necessaria, sostiene il Forum, nel tentativo di spegnere le polemiche scoppiate nei giorni scorsi tra la Diocesi di Gravina e parte della cittadinanza con accuse reciproche iniziate all'indomani dell'arresto di don Mimmo Laddaga, reggente dell'ospedale Miulli, e proseguite sino alla demolizione della rampa per l'accesso dei disabili nella cattedrale di Gravina. Polemiche che hanno travolto anche la festa patronale in onore di San Michele Arcangelo durante la quale l'attenzione della gente è stata catturata dalle parole pronunciate durante l'omelia dal vescovo Mario Paciello a cui sono seguite pesanti critiche all'indirizzo del Vescovo. "Ad un certo punto - scrivono i cattolici - diventa evidente che non serve a niente continuare a parlare o cercare di far valere a tutti i costi le proprie ragioni: è il tempo del silenzio, a cui segue quello del perdono, dato e ricevuto. Credenti e non credenti, persone in buona fede o in malafede hanno manifestato le loro opinioni, a volte con rispetto, altre meno. Tutto ciò ha suscitato subito in noi il desiderio di rispondere, di chiarire, di stigmatizzare, di difendere un Padre ingiustamente attaccato, al quale la cttà dev'essere solo grata".

Gli autori della nota, dopo aver sottolineato in diversi passaggi la gravità di quanto accaduto nelle scorse settimane e consapevoli che il clima di astio che sta serpeggiando in città potrebbe causare solo un progressivo impoverimento culturale dell'intera cittadinanza, richiamano tutti alla collaborazione reciproca per "costruire il bene comune" senza aspettare alla finestra che l'altro sbagli. E ricordando che "occorre sempre vincere la tentazione moralistica che fa vedere il male solo negli altri e mai, innanzitutto, in se stessi".