Il Vangelo murgiano secondo Pasolini
Vendola: “Il suo Sud trincea contro l’omologazione”
sabato 11 ottobre 2014
13.00
Un Pasolini inquieto e antiborghese, che cerca invano di ritrovare gli echi evangelici nella terra d'origine di Cristo, ma, deluso dalla Palestina, si rivolge al Sud arcaico e profondo, e rimane "folgorato" dalla bellezza aspra e dall'umanità verace della Murgia.
Questo il fil rouge di il "Vangelo secondo Pasolini. Volti, luoghi e suoni della Murgia a 50 anni dal film", la rassegna dedicata al 50esimo anniversario dell'uscita del capolavoro del regista e scrittore scomparso tragicamente nel 1975, iniziata ieri e che proseguirà fino al 7 novembre, sulle tracce dei paesaggi visivi, sonori e culturali dell'opera girata tra Matera e il territorio murgiano.
"Pasolini: Cristo non si è fermato a Eboli", è l'evento inaugurale a Gravina tenutosi presso l'auditorium dell'ITC Vittorio Bachelet, alla presenza del sindaco Alesio Valente, del presidente del Parco dell'Alta Murgia Cesare Veronico e dell'ospite d'onore Nichi Vendola.
"Un autore che andrebbe studiato tra i classici - afferma la dirigente scolastica Antonella Sarpi - un regista che ha concepito il cinema con lo sguardo analogico della poesia". "La Murgia e la città di Gravina sono al centro di questa iniziativa - è il commento del sindaco Valente - che unisce anche i due Parchi, quello dell'Alta Murgia e quello della Murgia materana. Oggi ricordiamo l'intellettuale ma anche i luoghi da lui scelti, per la bellezza ma anche per la ricchezza umana dei suoi abitanti".
"Questo evento arriva nel decennale del Parco – dichiara Cesare Veronico – il territorio dove Pasolini trovò i luoghi ed i volti giusti per il suo film". Un' occasione per il fare il punto nei rapporti tra ente e comuni: "Riscontro un atteggiamento positivo verso il Parco, vogliamo un sempre maggiore coinvolgimento" continua Veronico, che aggiunge: "Abbiamo cercato anche un dialogo con le Forze Armate per ridurre le esercitazioni, speriamo che cessino del tutto". Un cenno anche alla costituenda Città Metropolitana: "Nello statuto la Murgia dovrebbe essere menzionata come area omogenea, contro il Bari-centrismo".
Applausi per l'intervento del presidente regionale Nichi Vendola, giunto con un po' di ritardo, ma che si fa perdonare con una lunga e appassionata rievocazione della poetica de "Il Vangelo secondo Matteo". Un tributo non di maniera, quello del governatore, nelle vesti di profondo conoscitore dell'opera pasoliniana più che del politico: "Cercò lo scenario giusto per il film in Palestina, voleva trovare un luogo lontano dalla civiltà borghese, preistorico, mitologico, che rappresentasse un'alternativa al presente, alla modernità del capitalismo omologante che cancella le differenze. Il Cristo di Pasolini non è un predicatore socialista ma ha una dimensione epico-lirica, è un'icona severa dell'anticonformismo, un mistero che si incontra con quello dell'autore".
Una scelta, quella del territorio murgiano, non casuale: "Il Sud – ha concluso Vendola – è per Pasolini l'ultima trincea contro la modernità, agli occhi di un intellettuale che sentiva la tensione a separarsi dalla storia per amare la bellezza".
Questo il fil rouge di il "Vangelo secondo Pasolini. Volti, luoghi e suoni della Murgia a 50 anni dal film", la rassegna dedicata al 50esimo anniversario dell'uscita del capolavoro del regista e scrittore scomparso tragicamente nel 1975, iniziata ieri e che proseguirà fino al 7 novembre, sulle tracce dei paesaggi visivi, sonori e culturali dell'opera girata tra Matera e il territorio murgiano.
"Pasolini: Cristo non si è fermato a Eboli", è l'evento inaugurale a Gravina tenutosi presso l'auditorium dell'ITC Vittorio Bachelet, alla presenza del sindaco Alesio Valente, del presidente del Parco dell'Alta Murgia Cesare Veronico e dell'ospite d'onore Nichi Vendola.
"Un autore che andrebbe studiato tra i classici - afferma la dirigente scolastica Antonella Sarpi - un regista che ha concepito il cinema con lo sguardo analogico della poesia". "La Murgia e la città di Gravina sono al centro di questa iniziativa - è il commento del sindaco Valente - che unisce anche i due Parchi, quello dell'Alta Murgia e quello della Murgia materana. Oggi ricordiamo l'intellettuale ma anche i luoghi da lui scelti, per la bellezza ma anche per la ricchezza umana dei suoi abitanti".
"Questo evento arriva nel decennale del Parco – dichiara Cesare Veronico – il territorio dove Pasolini trovò i luoghi ed i volti giusti per il suo film". Un' occasione per il fare il punto nei rapporti tra ente e comuni: "Riscontro un atteggiamento positivo verso il Parco, vogliamo un sempre maggiore coinvolgimento" continua Veronico, che aggiunge: "Abbiamo cercato anche un dialogo con le Forze Armate per ridurre le esercitazioni, speriamo che cessino del tutto". Un cenno anche alla costituenda Città Metropolitana: "Nello statuto la Murgia dovrebbe essere menzionata come area omogenea, contro il Bari-centrismo".
Applausi per l'intervento del presidente regionale Nichi Vendola, giunto con un po' di ritardo, ma che si fa perdonare con una lunga e appassionata rievocazione della poetica de "Il Vangelo secondo Matteo". Un tributo non di maniera, quello del governatore, nelle vesti di profondo conoscitore dell'opera pasoliniana più che del politico: "Cercò lo scenario giusto per il film in Palestina, voleva trovare un luogo lontano dalla civiltà borghese, preistorico, mitologico, che rappresentasse un'alternativa al presente, alla modernità del capitalismo omologante che cancella le differenze. Il Cristo di Pasolini non è un predicatore socialista ma ha una dimensione epico-lirica, è un'icona severa dell'anticonformismo, un mistero che si incontra con quello dell'autore".
Una scelta, quella del territorio murgiano, non casuale: "Il Sud – ha concluso Vendola – è per Pasolini l'ultima trincea contro la modernità, agli occhi di un intellettuale che sentiva la tensione a separarsi dalla storia per amare la bellezza".