Imu agricola, deciderà la Corte Costituzionale
Il Tar del Lazio rinvia alla Consulta. Riscatto: “Partita non ancora chiusa”.
lunedì 21 dicembre 2015
9.44
Per giungere alla conclusione della lunga e annosa partita giudiziaria riguardante l'Imu sui terreni agricoli bisogna ancora pazientare.
Pochi giorni fa, il Tar del Lazio - chiamato a rispondere in merito al ricorso da parte di alcuni comuni contro il provvedimento del governo centrale sull'Imu agricola - ha trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale, così rinviando ulteriormente il giudizio sull'iniqua tassazione applicata agli agricoltori.
Nei dettagli, oggetto della contestazione è il decreto 4/2015. Provvedimento nel quale è contenuto un elenco Istat dei comuni esclusi dal pagamento dell'imposta. In particolare gli enti comunali, secondo questa classificazione, si distinguono in montani (esenti tutti i terreni), parzialmente montani (esenti solo quelli posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali) e pianeggianti (pagano tutti).
L'esame del tribunale ha ritenuto che in assenza di criteri fissati dalla legge, l'attuale classificazione Istat può contenere una possibile violazione dell'articolo 23 della Costituzione che indica espressamente "nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge". Per questo motivo il Tar ha disposto di rinviare la querelle giudiziaria alla Consulta.
In attesa del verdetto della Corte, parziale vittoria per Riscatto, il movimento nazionale contro l'Imu agricola non allenta la presa visto che la nuova manovra finanziaria, ancora in discussione in Parlamento, contempla l'abolizione dell'Imu sui terreni agricoli se di proprietà di coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali. Ciò evidentemente non basta per il gruppo Riscatto che, invece, vuole estendere l'esenzione verso tutte le terre.
Dunque, l'incessante protesta del movimento, capitanato da Gianni Fabbris, non s'arresta: "Ora in tanti vorrebbero intestarsi la vittoria ed il successo – afferma Fabbris - ma i cittadini, i sindaci e le aziende sanno bene come stanno le cose e sanno anche che noi andremo avanti fino a risolvere davvero la vertenza perché, comunque, per noi questi sono solo primi risultati anche se tanto importanti da mettere una pietra tombale su un provvedimento irresponsabile e pasticciato introdotto da questo Governo".
Due le richieste pressanti di Riscatto: l'abolizione dell'Imu su tutte le terre agricole, non solo per alcuni, "cominciando a garantire i giovani, i cittadini a basso reddito e i contratti d'affitto"; e la restituzione di quanto già sottratto ai comuni ed ai cittadini "aprendo un confronto serio su misure che tutelino il lavoro e le comunità rurali che sono consapevoli e disponibili a fare la loro parte, a condizione che i provvedimenti siano equi, sopportabili, ragionevoli e accompagnati ad azioni di salvaguardia e rilancio delle condizioni economiche e di produzione".
A partire dalla giornata di oggi i motori di Riscatto ripartono dall'Alta Murgia per far sentire la propria voce. Oggi alle ore 11 saranno presentate a Matera le iniziative di protesta mentre alle 12 i responsabili del movimento arriveranno ad Altamura mentre martedì 22 dicembre 2015 si tornerà a Matera presso la sala del consiglio provinciale, per annunciare e coordinare le nuove iniziative, in programma da gennaio 2016.
Pochi giorni fa, il Tar del Lazio - chiamato a rispondere in merito al ricorso da parte di alcuni comuni contro il provvedimento del governo centrale sull'Imu agricola - ha trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale, così rinviando ulteriormente il giudizio sull'iniqua tassazione applicata agli agricoltori.
Nei dettagli, oggetto della contestazione è il decreto 4/2015. Provvedimento nel quale è contenuto un elenco Istat dei comuni esclusi dal pagamento dell'imposta. In particolare gli enti comunali, secondo questa classificazione, si distinguono in montani (esenti tutti i terreni), parzialmente montani (esenti solo quelli posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali) e pianeggianti (pagano tutti).
L'esame del tribunale ha ritenuto che in assenza di criteri fissati dalla legge, l'attuale classificazione Istat può contenere una possibile violazione dell'articolo 23 della Costituzione che indica espressamente "nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge". Per questo motivo il Tar ha disposto di rinviare la querelle giudiziaria alla Consulta.
In attesa del verdetto della Corte, parziale vittoria per Riscatto, il movimento nazionale contro l'Imu agricola non allenta la presa visto che la nuova manovra finanziaria, ancora in discussione in Parlamento, contempla l'abolizione dell'Imu sui terreni agricoli se di proprietà di coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali. Ciò evidentemente non basta per il gruppo Riscatto che, invece, vuole estendere l'esenzione verso tutte le terre.
Dunque, l'incessante protesta del movimento, capitanato da Gianni Fabbris, non s'arresta: "Ora in tanti vorrebbero intestarsi la vittoria ed il successo – afferma Fabbris - ma i cittadini, i sindaci e le aziende sanno bene come stanno le cose e sanno anche che noi andremo avanti fino a risolvere davvero la vertenza perché, comunque, per noi questi sono solo primi risultati anche se tanto importanti da mettere una pietra tombale su un provvedimento irresponsabile e pasticciato introdotto da questo Governo".
Due le richieste pressanti di Riscatto: l'abolizione dell'Imu su tutte le terre agricole, non solo per alcuni, "cominciando a garantire i giovani, i cittadini a basso reddito e i contratti d'affitto"; e la restituzione di quanto già sottratto ai comuni ed ai cittadini "aprendo un confronto serio su misure che tutelino il lavoro e le comunità rurali che sono consapevoli e disponibili a fare la loro parte, a condizione che i provvedimenti siano equi, sopportabili, ragionevoli e accompagnati ad azioni di salvaguardia e rilancio delle condizioni economiche e di produzione".
A partire dalla giornata di oggi i motori di Riscatto ripartono dall'Alta Murgia per far sentire la propria voce. Oggi alle ore 11 saranno presentate a Matera le iniziative di protesta mentre alle 12 i responsabili del movimento arriveranno ad Altamura mentre martedì 22 dicembre 2015 si tornerà a Matera presso la sala del consiglio provinciale, per annunciare e coordinare le nuove iniziative, in programma da gennaio 2016.