In memoria di Cico
Ieri se ne è andato, dal papa', come il papà... Ci manca... ci manca!
lunedì 21 novembre 2011
13.36
A Renzo Cicolecchia, detto CICO
Ho conosciuto Renzo nel 2006, aveva da poco perso il padre per cancro e appena diciottenne si avvicinò all'associazione Viagran che stava preparando la prima edizione del Murgia Film Festival. Non so perchè, forse per via del suo abbigliamento da guerrigliero o della sua esuberanza e anche per il suo colorito scuro, il suo nome mutò immediatamente in "Cico", abbreviativo del suo Cognome.
E guerrigliero lo è sempre stato, quando era convinto delle sue idee non c'era modo di tenerlo, e ricordo con tenerezza, affetto e rabbia le ore passate a fargli comprendere, proprio io (da che pulpito), che non era proprio indispensabile fanculizzare tutto e tutti. E lui come un treno con la sua energia e caparbietà che entrava pian piano nel cuore di tutti, e lui a maneggiare ai pc, e coi manifesti, e con cacciavite, trapani, e fili elettrici, con la grafica, a fare il runner, ciuccio di fatica e di risate, per il sogno del festival, e per l'idea di far qualcosa di importante, incazzandosi e sorridendo.
E ne abbiam fatto 6 di festival assieme, uno più bello dell'altro, e Cico era li in trincea a combattere. Come ha combattuto negli ultimi anni della sua vita contro il male che l'ha consumato come un cerino, sempre in prima linea. Quando seppe di avere un tumore, costretto a curarsi a Pavia, scrisse persino una lettera accorata a Nichi Vendola, che ammirava e stimava, una missiva che chiedeva il perchè lui, come altri, dovesse curarsi lontano dalla sua terra, non ebbe nessuna risposta, il presidentissimo era troppo occupato forse a passare da una tv all'altra o a presenziare manifestazioni organizzate dai suoi fidi scherani.
E Cico era incazzato, talvolta i miti son solo di facciata, son parti che si recitano e non bastano il linguaggio forbito e la "s" moscia, per umanizzarli. L'ultima volta che l'ho visto fuori di casa, abbiam festeggiato la sesta edizione dell'evento, dove lui c'era e si è sbattuto nonostante il male. Missione compiuta disse: io ci sono al Murgia.
Detto fatto, Cico era coerente, nel bene e nel male, sempre, fino alla fine. Ieri se ne è andato, dal papa', come il papà, combattendo con discrezione e abnegazione. E ci manca. Mi manca.
Salvatore Digennaro
Ho conosciuto Renzo nel 2006, aveva da poco perso il padre per cancro e appena diciottenne si avvicinò all'associazione Viagran che stava preparando la prima edizione del Murgia Film Festival. Non so perchè, forse per via del suo abbigliamento da guerrigliero o della sua esuberanza e anche per il suo colorito scuro, il suo nome mutò immediatamente in "Cico", abbreviativo del suo Cognome.
E guerrigliero lo è sempre stato, quando era convinto delle sue idee non c'era modo di tenerlo, e ricordo con tenerezza, affetto e rabbia le ore passate a fargli comprendere, proprio io (da che pulpito), che non era proprio indispensabile fanculizzare tutto e tutti. E lui come un treno con la sua energia e caparbietà che entrava pian piano nel cuore di tutti, e lui a maneggiare ai pc, e coi manifesti, e con cacciavite, trapani, e fili elettrici, con la grafica, a fare il runner, ciuccio di fatica e di risate, per il sogno del festival, e per l'idea di far qualcosa di importante, incazzandosi e sorridendo.
E ne abbiam fatto 6 di festival assieme, uno più bello dell'altro, e Cico era li in trincea a combattere. Come ha combattuto negli ultimi anni della sua vita contro il male che l'ha consumato come un cerino, sempre in prima linea. Quando seppe di avere un tumore, costretto a curarsi a Pavia, scrisse persino una lettera accorata a Nichi Vendola, che ammirava e stimava, una missiva che chiedeva il perchè lui, come altri, dovesse curarsi lontano dalla sua terra, non ebbe nessuna risposta, il presidentissimo era troppo occupato forse a passare da una tv all'altra o a presenziare manifestazioni organizzate dai suoi fidi scherani.
E Cico era incazzato, talvolta i miti son solo di facciata, son parti che si recitano e non bastano il linguaggio forbito e la "s" moscia, per umanizzarli. L'ultima volta che l'ho visto fuori di casa, abbiam festeggiato la sesta edizione dell'evento, dove lui c'era e si è sbattuto nonostante il male. Missione compiuta disse: io ci sono al Murgia.
Detto fatto, Cico era coerente, nel bene e nel male, sempre, fino alla fine. Ieri se ne è andato, dal papa', come il papà, combattendo con discrezione e abnegazione. E ci manca. Mi manca.
Salvatore Digennaro