Nella chiesa di San Domenico la Santissima madre di Dio di Tichvin
In ricordo di don Carlo Caputo. Il desiderio di don Carlo era che l'icona avesse uno scopo devozionale
domenica 6 febbraio 2011
19.56
La Parrocchia San Domenico di Gravina si è recentemente arricchita di un inestimabile pregio di carattere artistico e religioso. Si tratta di un icona russa dipinta ad olio, risalente alla fine del diciannovesimo secolo, rappresentante la Santissima madre di Dio di Tichvin.
L'icona deve il suo valore anche al gesto che l'ha portata ad abitare la suddetta chiesa, in quanto rappresenta il dono fatto da don Carlo Caputo alla parrocchia San Domenico. In questo modo, non ha voluto solo lasciare un ultimo ricordo alla comunità tanto amata, ma soprattutto , il sempre eterno suggerimento spirituale rivolto ai suoi parrocchiani e ai fedeli tutti. L'immagine infatti rappresenta la Madonna Oditrigia, dal termine odigos che significa guida e guida è esattamente la parola chiave per leggere l'opera e il dono di don Carlo. La Madonna indica Suo Figlio, con lo sguardo e con la mano, sottolineando la meta del cammino religioso che deve indirizzarsi a Cristo. La sua Verità è la sola che conta, questa è la risposta di chi si fa guida spirituale per vocazione, come un sacerdote, la stessa risposta che ha reso Maria, Madre di Dio, la stessa che don Carlo ha voluto ricordare ai suoi figli spirituali.
Quell'icona deve quindi continuare a parlare della tenerezza della Madonna nell'aver accolto Gesù e dello sguardo di Maria sui Suoi figli ai quali ha donato Cristo Suo Figlio. E della certezza della sua presenza come meta dell'esistenza. L'espresso desiderio di don Carlo era infatti che quella icona fosse utilizzata a scopo devozionale e non come mero ornamento, diventando quindi, Guida dei fedeli.
La storia che l'ha legato a questo quadro si nutre della gratuità del gesto del donare e passa da Mosca a Roma, fino a Gravina. Come è riportato nel testo "Riflessioni in Libertà3" nel dicembre 1964 don Carlo si imbatté in un articolo che riportava la notizia di un famoso sarto romano Angelo Litrico e della sua collezione di icone russe. Essendo stato contattato da don Carlo per questo motivo, Litrico gli regalò l'icona citata che lui stesso aveva ricevuto dal capo del governo russo Kruscev. L'opera oggi è stata ulteriormente impreziosita da una cornice disegnata dall'architetto Giovanni Lorusso e cesellata a mano in argento e oro, dall'orafo toscano Giovanni Bini.
Il 23 gennaio, in occasione della cerimonia di commemorazione della morte di don Carlo, l'icona è stata benedetta dal parroco don Saverio Ciaccia nella chiesa di San Domenico, con la partecipazione commossa dei familiari e di una folla di fedeli a lui affezionati.
Benedetta Dimaggio
L'icona deve il suo valore anche al gesto che l'ha portata ad abitare la suddetta chiesa, in quanto rappresenta il dono fatto da don Carlo Caputo alla parrocchia San Domenico. In questo modo, non ha voluto solo lasciare un ultimo ricordo alla comunità tanto amata, ma soprattutto , il sempre eterno suggerimento spirituale rivolto ai suoi parrocchiani e ai fedeli tutti. L'immagine infatti rappresenta la Madonna Oditrigia, dal termine odigos che significa guida e guida è esattamente la parola chiave per leggere l'opera e il dono di don Carlo. La Madonna indica Suo Figlio, con lo sguardo e con la mano, sottolineando la meta del cammino religioso che deve indirizzarsi a Cristo. La sua Verità è la sola che conta, questa è la risposta di chi si fa guida spirituale per vocazione, come un sacerdote, la stessa risposta che ha reso Maria, Madre di Dio, la stessa che don Carlo ha voluto ricordare ai suoi figli spirituali.
Quell'icona deve quindi continuare a parlare della tenerezza della Madonna nell'aver accolto Gesù e dello sguardo di Maria sui Suoi figli ai quali ha donato Cristo Suo Figlio. E della certezza della sua presenza come meta dell'esistenza. L'espresso desiderio di don Carlo era infatti che quella icona fosse utilizzata a scopo devozionale e non come mero ornamento, diventando quindi, Guida dei fedeli.
La storia che l'ha legato a questo quadro si nutre della gratuità del gesto del donare e passa da Mosca a Roma, fino a Gravina. Come è riportato nel testo "Riflessioni in Libertà3" nel dicembre 1964 don Carlo si imbatté in un articolo che riportava la notizia di un famoso sarto romano Angelo Litrico e della sua collezione di icone russe. Essendo stato contattato da don Carlo per questo motivo, Litrico gli regalò l'icona citata che lui stesso aveva ricevuto dal capo del governo russo Kruscev. L'opera oggi è stata ulteriormente impreziosita da una cornice disegnata dall'architetto Giovanni Lorusso e cesellata a mano in argento e oro, dall'orafo toscano Giovanni Bini.
Il 23 gennaio, in occasione della cerimonia di commemorazione della morte di don Carlo, l'icona è stata benedetta dal parroco don Saverio Ciaccia nella chiesa di San Domenico, con la partecipazione commossa dei familiari e di una folla di fedeli a lui affezionati.
Benedetta Dimaggio