Individuati i vandali della scuola Montemurro: sono sette minori

Denunciati dalla Polizia per furto e danneggiamento

venerdì 6 dicembre 2013 11.03
A cura di Antonella Testini
Sono sette ragazzi, o meglio ragazzini, gli autori degli atti vandalici perpetrati ai danni della scuola media Don Eustacchio Montemurro. I responsabili, tutti di età compresa tra i 12 e i 13 anni, sono stati individuati dalla sezione investigativa del locale commissariato di polizia e denunciati. Tutti adolescenti che per la legge italiana sono ancora troppo piccoli al punto da non essere imputabili per le loro azioni.

A rispondere dinanzi ai giudici per giustificare il folle gesto, saranno le loro famiglie a cui spetterà il compito di difendere i propri pargoli dalle accuse di furto e danneggiamento.
Il gruppetto nella serata di lunedì 2 dicembre, approfittando del buio, si era intrufolato nella palestra dell'istituto e una volta dentro, i ragazzi avrebbero forzato gli armadietti per tirarne fuori palloni e attrezzi ginnici, rotto scrivanie e suppellettili prima di divertirsi a svuotare la schiuma degli estintori sul pavimento.

Secondo indiscrezioni alcuni di loro si sarebbero vantati dinanzi ai compagni di classe raccontando anche nei minimi dettagli l'impresa della serata precedente. Notizie che al momento non trovano conferme negli ambienti investigativi chiusi nel massimo riserbo istruttorio, data la giovane età dei responsabili.

Nei loro confronti, come è già avvenuto in casi analoghi, l'amministrazione comunale con molta probabilità provvederà a chiedere il risarcimento dei danni materiali subiti dalla scuola anche se l'assessore all'istruzione Laura Marchetti non nasconde le proprie perplessità : " Innanzitutto saranno i giudici a stabilire quale punizione imporre a questi ragazzi, per quanto mi riguarda, come genitore e come educatore, non condivido il fatto che siano le famiglie a saldare il conto economico per conto dei propri figli. Innanzitutto- spiega la delegata all'istruzione – perché così facendo finiremmo per punire le famiglie e non i ragazzini e in secondo luogo perché rischiamo di far passare un messaggio sbagliato, ossia che nella vita tutto è concesso, poi basta pagare".
L'assessore Marchetti auspica dunque "una punizione civile per questi ragazzi. Una punizione che sia soprattutto un percorso educativo".