Infiltrazioni mafiose nel business delle rinnovabili?
La Regione chiama in causa i Comuni. Nicastro: "Intervenga la polizia municipale per scoprire eventuali abusi"
martedì 2 luglio 2013
13.16
Le energie rinnovabili infiammano la politica regionale.
In principio è stata una nota del capogruppo Pdl Ignazio Zullo a paventare il rischio di infiltrazioni mafiose nel business delle rinnovabili. "La magistratura penale - aveva scritto Zullo - arriva sempre a surrogare le inefficienze della politica. Fin dal 14 dicembre 2010 chiediamo che sia istituita una Commissione speciale di indagine al fine di chiarire e comprendere se, nell'ambito del settore dell'energia rinnovabile, ci siano stati o ci siano procedure tecnico-amministrative e prassi politiche di cui possano essersi serviti i mafiosi e se si sia verificata una infiltrazione delle organizzazioni criminali nei procedimenti amministrativi attraverso la complicità di uffici regionali, amministrazioni locali, professionisti ed imprenditori. E' fin troppo evidente che non si vuole che una Commissione di consiglieri regionali a costo zero metta il naso in atti, autorizzazioni, certificazioni e richieste di certificazioni antimafia perché non si vogliono far emergere le responsabilità politiche ed amministrative del presidente Vendola e della sua Giunta la cui azione ha trasformato la Puglia in un territorio tappezzato di pannelli solari e pale eoliche che non solo deturpano il paesaggio e l'ambiente. ma addirittura non hanno ridotto l'emissione di CO2, nè l'utilizzo di combustibili fossili, né il costo della bolletta Enel per le famiglie".
Una nota a cui ha risposto direttamente l'assessore regionale all'ambiente, Lorenzo Nicastro, prima offrendo un parere puramente amministrativo, per sottolineare che "il tema delle rinnovabili è un tema complesso sul quale il Governo Regionale ha fatto una scelta di sostenibilità, di attenzione al territorio in risposta ad una valanga di richieste di autorizzazioni che sono giunte per il territorio pugliese. Per questo abbiamo approvato leggi che valutassero gli impatti cumulativi degli impianti su determinati territori, per questo stiamo orientando gli impianti del fotovoltaico sugli edifici evitando di sottrarre terreno alle attività agricole". E subito dopo, in chiave puramente politica, ha rispedito al mittente le critiche: "Il tema della trasparenza e delle potenziali infiltrazioni criminali sono poi ulteriori strumenti che, spiace dirlo, appaiono più di propaganda politica che di sensibilità amministrativa". Di mezzo, però, l'assessore punta i riflettori sulle amministrazioni locali le quali, secondo Nicastro, avevano a disposizione "un sistema di informazione che andava aggiornato con i dati delle autorizzazioni all'impianto rilasciate dalle amministrazioni locali competenti, le province ed i comuni appunto, per quegli impianti oggetto di delega. Spiace rilevare che gli enti che hanno aggiornato i dati non arrivano alle due cifre".
E sulle presunte infiltrazioni mafiose tirate in ballo dal capogruppo Pdl, Nicastro taglia corto e tira nuovamente in ballo i comuni: "Sulle infiltrazioni di soggetti criminali e sugli abusi in termini di realizzazione le funzioni di polizia giudiziaria non competono alla Regione che, notoriamente, non ha un proprio organo di polizia. Più utilmente e tempestivamente, ancor prima che le forze di polizia statali, possono intervenire i corpi di polizia municipali o provinciali per contestare abusi".
In principio è stata una nota del capogruppo Pdl Ignazio Zullo a paventare il rischio di infiltrazioni mafiose nel business delle rinnovabili. "La magistratura penale - aveva scritto Zullo - arriva sempre a surrogare le inefficienze della politica. Fin dal 14 dicembre 2010 chiediamo che sia istituita una Commissione speciale di indagine al fine di chiarire e comprendere se, nell'ambito del settore dell'energia rinnovabile, ci siano stati o ci siano procedure tecnico-amministrative e prassi politiche di cui possano essersi serviti i mafiosi e se si sia verificata una infiltrazione delle organizzazioni criminali nei procedimenti amministrativi attraverso la complicità di uffici regionali, amministrazioni locali, professionisti ed imprenditori. E' fin troppo evidente che non si vuole che una Commissione di consiglieri regionali a costo zero metta il naso in atti, autorizzazioni, certificazioni e richieste di certificazioni antimafia perché non si vogliono far emergere le responsabilità politiche ed amministrative del presidente Vendola e della sua Giunta la cui azione ha trasformato la Puglia in un territorio tappezzato di pannelli solari e pale eoliche che non solo deturpano il paesaggio e l'ambiente. ma addirittura non hanno ridotto l'emissione di CO2, nè l'utilizzo di combustibili fossili, né il costo della bolletta Enel per le famiglie".
Una nota a cui ha risposto direttamente l'assessore regionale all'ambiente, Lorenzo Nicastro, prima offrendo un parere puramente amministrativo, per sottolineare che "il tema delle rinnovabili è un tema complesso sul quale il Governo Regionale ha fatto una scelta di sostenibilità, di attenzione al territorio in risposta ad una valanga di richieste di autorizzazioni che sono giunte per il territorio pugliese. Per questo abbiamo approvato leggi che valutassero gli impatti cumulativi degli impianti su determinati territori, per questo stiamo orientando gli impianti del fotovoltaico sugli edifici evitando di sottrarre terreno alle attività agricole". E subito dopo, in chiave puramente politica, ha rispedito al mittente le critiche: "Il tema della trasparenza e delle potenziali infiltrazioni criminali sono poi ulteriori strumenti che, spiace dirlo, appaiono più di propaganda politica che di sensibilità amministrativa". Di mezzo, però, l'assessore punta i riflettori sulle amministrazioni locali le quali, secondo Nicastro, avevano a disposizione "un sistema di informazione che andava aggiornato con i dati delle autorizzazioni all'impianto rilasciate dalle amministrazioni locali competenti, le province ed i comuni appunto, per quegli impianti oggetto di delega. Spiace rilevare che gli enti che hanno aggiornato i dati non arrivano alle due cifre".
E sulle presunte infiltrazioni mafiose tirate in ballo dal capogruppo Pdl, Nicastro taglia corto e tira nuovamente in ballo i comuni: "Sulle infiltrazioni di soggetti criminali e sugli abusi in termini di realizzazione le funzioni di polizia giudiziaria non competono alla Regione che, notoriamente, non ha un proprio organo di polizia. Più utilmente e tempestivamente, ancor prima che le forze di polizia statali, possono intervenire i corpi di polizia municipali o provinciali per contestare abusi".