L'Alta Murgia alza la voce contro il Deposito di scorie radiattive

Approvata la delibera gli atti passano alle Regioni

venerdì 15 gennaio 2016 13.05
A cura di Antonella Testini
Un no congiunto, secco e deciso quello arrivato nella tarda serata di giovedì al termine di un lungo consiglio comunale che ha visto riuniti intorno ad un tavolo sette comuni dell'Alta Murgia.
Presenti all'appello tutti i sindaci di Altamura, Matera, Gravina in Puglia, Santeramo in Colle, Irsina, Spinazzola e Poggiorsini accompagnati dai rispettivi presidenti dei consigli comunali, assessori e consiglieri per rivendicare il diritto a non essere condannati ad ospitare il deposito delle scorie nucleari.
Sette comuni, un unico territorio che ha deliberato la propria indisponibilità "alla localizzazione del deposito nazionale destinato allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico così come indicato nella Carta delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) ad ospitare il deposito nazionale e Parco Tecnologico".

I lavori, coordinati dal presidente del consiglio comunale di Altamura, Giandomenico Marroccoli, da cui è partita l'iniziativa interregionale hanno visto sul banco della discussione anche altre tematiche tra cui la discarica di Grottelline e la vertenza dei lavoratori Natuzzi nei confronti dei quali i sindaci hanno espresso la propria solidarietà.
La delibera approvata sarà inviata alla Regione Puglia e alla Regione Basilicata a cui si chiede di "dichiarare le aree del territorio regionale e dei Comuni interessati non disponibili alla localizzazione del deposito nazionale destinato allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi e del Parco tecnologico". L'atto sarà "trasmesso al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell'Ambiente, al Ministero dello Sviluppo Economico, al Governatore della Regione Puglia e della Regione Basilicata, al Presidente dei Consigli Regionali di Puglia e Basilicata".

Di seguito le interviste realizzate con i tre sindaci di Matera, Altamura e Gravina.