L’anno di San Giuseppe indetto da papa Bergoglio

Il culto del santo nella nostra città

mercoledì 16 dicembre 2020
Papa Bergoglio, con la Lettera Apostolica "Patris Corde", pubblicata nel giorno della Solennità dell'Immacolata Concezione, ha indetto l'Anno di San Giuseppe, nella ricorrenza dei 150 dalla proclamazione, a Patrono della Chiesa Universale, da parte del Beato Papa Pio IX. Cosa significa e cosa può significare, per la nostra città, un evento di portata universale? Presto detto, con brevi cenni di storia che riportano indietro le lancette del tempo per datare l'inizio e il culto fervente del popolo gravinese nei confronti di San Giuseppe lavoratore, Sposo di Maria Vergine, Padre putativo di Gesù Cristo e Patriarca.

Nella chiesa parrocchiale di sant'Agostino, nel 1923, per volere del Canonico Primcerio Don Domenico Digiesi e con Decreto di mons. Frà Giovanni Maria Sanna, fu fondata la Pia Unione del Transito di San Giuseppe, aggregata alla Primaria di Roma, fondata da Don Luigi Guanella, il 15 novembre dello stesso anno. A ricordo di ciò, all'interno della predetta chiesa si conserva una epigrafe marmorea, situata nei pressi dell'altare dedicato al momento finale della vita del Santo Patriarca, con un bassorilievo, realizzato dall'artista leccese Salvatore Bruno, nel 1928.

E' da ascrivere ad un altro vescovo della storica Diocesi Gravina-Irsina, Mons. Aldo Forzoni, che suggerì e promosse, per contrastare quella politica dei comunisti, la organizzazione, nel 1958, della prima festa religiosa in onore di San Giuseppe lavoratore, con una pubblica processione con la statua del santo; quella attualmente situata nella prima nicchia di destra, entrando, della Chiesa di Santa Maria del Suffragio, alias Purgatorio.

Per volere sempre di Mons. Forzoni, di felice memoria, la nuova chiesa affidata alla comunità delle Monache Carmelitane Scalze, nei pressi della chiesa Madonna delle Grazie, fu consacrata e dedicata a San Giuseppe, peraltro, Protettore Principale dell'Ordine, tanto che nell'abbandonata chiesa si conserva, tra il patrimonio artistico, una statua di legno e crine, di scuola o stile napoletano, di San Giuseppe con il Bambino Gesù.

A proposito di quella chiesa, della comunità che l'accudiva e garantiva la frequenza del culto quotidiano, è doloroso pensare che, da dieci anni è chiusa. La comunità fu trasferita e non ha fatto più ritorno, pur avendo preannunciato che la sospensione delle funzioni religiose era momentanea. Nel corso di questo anno, si spera, che possa tornare fruibile. Forse, è l'occasione migliore, propizia perché venga riattivato il culto e gli ambienti vengano vissuti da una comunità dello stesso ordine o maschile o femminile. Di questo auspicio, mi sono fatto interprete e protagonista, indirizzando una lettera al nostro vescovo diocesano, mons. Ricchiuti.

E' stata una supplica ardente e filiale, rivolta al nostro Pastore, perché si faccia interprete, autorevolmente ed ufficialmente, presso il Padre Preposito Generale della Congregazione dei Carmelitani, affinché quel piccolo luogo sacro torni alla vita normale. Torni a respirare di storia. a far respirare la storia racchiusa in quelle mura, la storia racchiusa nella nostra città, continuando ad emanare quel profumo di santità che ha sempre emanato.