L'arte de Re Malarte: in scena la compagnia filarmonica "Res Ludica" di Bitonto

Opera tratta da "Tre pecore viziose" di E. Scarpetta. Note di regia

sabato 8 settembre 2012 18.14
La rappresentazione "L'àrte de re malàrte", curata dall'Associazione culturale ed artistica amatoriale "Res Ludica" di Bitonto, nasce da un'idea tratta dalla commedia dal titolo "Tre pecore viziose" scritta nel 1881 dal Maestro Eduardo Scarpetta.

Il regista dello spettacolo (Gaetano Napoli) nel ridefinire il soggetto, ha sposato la trama e i contenuti del testo di Scarpetta, ma desideroso di avvicinare il più possibile la storia trattata alla realtà della città di Bitonto, non si è limitato alla mera traduzione del testo, ma ha imbastito dialoghi e situazioni facendo precisi riferimenti a luoghi, usi, costumi e modi di dire del dialetto locale. Sono stati anche cambiati i nomi dei personaggi proprio per utilizzarne alcuni che nella nostra realtà risuonano certamente più familiari: Carlùcce, Vetùcce, Zézélle, Lenùcce, Félùcce, Mengùcce ecc.)

La trama si dipana negli anni 50 e ruota intorno ad una famiglia medio borghese di Bitonto. L'organizzazione familiare è di tipo matriarcale con pieni poteri decisionali nelle mani di Lenuccia (Ada Mezzapesa) sposata con Feluccio Ricchiuto (Gaetano Napoli) "poco incline" a tirare la carretta e assolutamente viziato dal benessere che deriva dalla attenta gestione degli affari di famiglia da parte di Lenuccia. Ospite fisso di questa famiglia alla quale è collegato da un cordone ombelicale che si chiama "fame", è Carluccio Plantamuscio (Filippo Modugno fratello di Lenuccia e suo uomo di fiducia – vedovo e caduto in disgrazia economica, per cui nulla tenente) con le sue due figliole Tettella (Annapaola Celestino) innamorata pazza di Cilluzzo [Michele De Pinto – giovane ragioniere impiegato in un negozio di generi alimentari (despàccie)] e Zezella (Ariana Cutrone), moglie di Minguccio Sciacquetta (Nicola Napoli) che ha il vizio di correre dietro le gonne delle belle donne ed assolutamente indegno di ricoprire il ruolo di marito e capo famiglia perché "senza arte né parte". Ingenue e sfortunate le tre donne Mariettina Pagnotta (Lucia Saponieri), Sisina (Antonella Pagano) e Nennella (Oriella Mezzapesa) che si imbattono nei tre uomini di casa Ricchiuto (Feluccio, Carluccio e Minguccio), ma innamorate e speranzose di cogliere "la cassiàune" capitata a loro di prendere marito. Una delle tre lascia persino il proprio fidanzato Salvatore (Franco Siragusa - palermitano e rissoso panettiere) perché ammaliata dalle promesse di uno dei tre. Ma non tutte le ciambelle nascono con il buco e l'incontro clandestino tra i sei amanti viene scoperto grazie alla vendetta del peperino Vituccio (Antonio Armenise - ragazzino del bar e messaggero d'amore) che conscio del proprio ruolo nella vicenda, pensa bene di goderne a suo modo, ricavando denaro in abbondanza. Grazie al suo intervento, Lenuccia sorprende i "tre viziosi" in flagranza di reato, riservando quindi loro, cinici, fannulloni e "pecore" fino alla fine, il trattamento che meritano. La rivalsa sociale è riservata nella parte finale dello spettacolo ai domestici di casa Ricchiuto: Alfonso (Andrea Cappiello) e Carmelina (Teresa De Pinto).

L'associazione "Res Ludica" si è impegnata per arricchire il frizzante spettacolo prestando particolare attenzione anche alle acconciature, ai costumi (Damiana Delvino) ed alla scenografia (Gaetano Napoli e Giuseppe Fracascio) che si è cercato di curare nei dettagli.